La
Congiura.
Potere
e vendetta nella Firenze dei Medici
di
Franco Cardini e Barbara Frale
Laterza
Editori
Storia
Pagg.
304
ISBN
9788858129814
Prezzo
Euro 20,00
Il
prezzo del potere
La
repubblica di Firenze era tutto fuorchè democratica, in quanto
aveva tutte le caratteristiche dell’oligarchia, con famiglie
per lo più di banchieri a reggerne le sorti, in perenne
conflitto fra di loro al fine di pervenire, nelle decisioni, alla
supremazia. Cosimo de Medici e suo figlio Piero riuscirono nel
difficile intento di non apparire, ma in effetti di comandare dietro
le quinte; certo non era vita facile, in un continuo rimescolamento
di alleanze, perpetuamente nel timore di qualche colpo di stato, che
in effetti vi fu più di una volta. I successori di Piero, il
primogenito Lorenzo e l’altro Giuliano proseguirono all’inizio
l’accorta condotta del padre e del nonno, ma poi subentrò
quel desiderio di affermazione e di raggiungimento del pieno potere
che era tutto il contrario della politica degli avi. Desideroso di
fare sua Firenze quasi fosse una bella donna, ma ancora timoroso di
prenderne possesso ufficialmente, accontentandosi dell’ufficiosità,
fu Lorenzo, giacché il fratello Giuliano, più giovane,
gli era un po’ succube. L’aver intrapreso una politica
meno accorta, tesa a gettare le basi anche di un potere
ecclesiastico, comportò tuttavia una serie di errori che
resero inviso, molto più di quanto lo fossero stati Cosimo e
Piero, proprio Lorenzo, errori che comportarono una totale revisione
della politica, pur restando punti fermi gli appoggi, o comunque le
segrete alleanze, con il re di Francia e il duca di Milano. Non sto a
raccontare tutte le trame, gli intrighi, i voltafaccia perché
sarebbe come fare un ampio riassunto di questo eccellente saggio
scritto da Franco Cardini e Barbara Frale, e mi limiterò
quindi a evidenziarne l’impostazione, notevolmente razionale.
Grosso modo l’opera può essere divisa in tre tempi: il
prima, cioè gli anni che precedono la famosa Congiura dei
Pazzi, la congiura stessa e i giorni di sangue che ne seguirono, il
dopo che non arriva alla morte di Lorenzo, ma che delinea ciò
che furono i suoi ultimi anni. Del prima ho già scritto, della
congiura non intendo aggiungere altro a quello che già si sa e
per il dopo mi limito solo a evidenziare come il raggiungimento, sia
pur non ufficiale, del pieno potere segnò in modo negativo,
triste, malinconico, angosciante l’ultimo percorso
dell’esistenza di questo principe senza investitura. La
Congiura è un’opera di rilevante interesse e
credo si possa definire come uno dei migliori saggi storici che siano
stati scritti; la completezza, quasi maniacale, delle informazioni,
il ritmo che sembra assecondare lo svolgimento dei fatti, uno stile
che non è mai assolutamente greve e che avvince il lettore,
insomma tutti elementi che normalmente sono presenti nel romanzo
storico di un grande autore. Qui, tuttavia, è lasciato ben
poco spazio alla creatività e preminenti e quasi assoluti
restano i fatti, le supposizioni e le interpretazioni dei due
storici, inserite in un contesto che fa sì che sembrino più
ipotesi formulate all’epoca degli eventi e non a posteriori.
Viene da chiedersi se questo sia un saggio storico e indubbiamente lo
è, perché i richiami alle abbondanti fonti, elencate in
calce, sono continui, ma comunque resta una costruzione snella, ma
non per questo incompleta o superficiale, che attira
irresistibilmente perché francamente viene spontaneo di
continuo chiedersi come si rimedierà a quell’errore,
quali mosse saranno intraprese per giungere allo scopo, insomma ci si
appassiona come fossero eventi contemporanei e non di più di
cinquecento anni fa. Forse - è però una mia ipotesi - a
quest’opera calzerebbe meglio la definizione di storia
romanzata e meglio ancora di storia narrata.
Se
tutto sommato la figura di Lorenzo ne esce un po’
ridimensionata, cioè sì un grande politico, ma anche
uno la cui spregiudicatezza lo condusse a non pochi errori, resta
inalterata la stima per il poeta, e non a caso il saggio, dopo aver
rimarcato gli ultimi anni di un’esistenza che vide il politico
solo, angustiato, e in preda a quella malinconia che coglie chi sa
che non potrà più cambiare ciò che è
stato e che la vita vista da vecchi è più rimpianti che
gioie, si chiude con i celebri versi, in apparenza lieti, ma che
riassumono lo stato d’animo del Magnifico: “Quant’è
bella giovinezza / che si fugge tuttavia / chi vuol esser lieto, sia,
/ di doman non c’è certezza. “.
Franco
Cardini è
professore ordinario di Storia medievale presso l'Università
di Firenze, e come giornalista collabora alle pagine culturali di
vari quotidiani. Professore Emerito dell'Istituto Italiano di Scienze
Umane alla Scuola Normale Superiore di Pisa, da mezzo secolo si
occupa di crociate, pellegrinaggi, rapporti tra Europa cristiana e
Islam, anche trascorrendo lunghi periodi di studio e insegnamento
all'estero. Ha fatto parte dei consigli d'amministrazione di
Cinecittà e della Rai.
La
sua produzione di saggi storici, sia specialistici che divulgativi, è
copiosissima. Tra questi ricordiamo L'avventura
di un povero crociato (Mondadori,
1998), Giovanna
D'Arco (Mondadori,
1999), I
Re Magi. Storia e leggende (Marsilio,
2000), Il
Medioevo (Giunti
Junior, 2001),
Carlo Magno. Un padre della patria europea (Laterza,
2002), Europa
e Islam. Storia di un malinteso (Laterza,
2002), Astrea
e i Titani.
Le lobbies americane alla conquista del mondo (Laterza,
2003), Il
Barbarossa (Mondadori,
2006),
Lawrence d'Arabia (Sellerio,
2006),
La vera storia della Lega Lombarda (Mondadori,
2008),
I templari (Giunti,
2011), Gerusalemme. Una
storia (Il
Mulino, 2012) Alle
origini della cavalleria medievale (Il
Mulino, 2014), L'appetito
dell'Imperatore. Storie e sapori segreti della Storia (Mondadori,
2014), Il califfato e l'Europa. Dalle crociate all'ISIS: mille anni
di paci e guerre, scambi, alleanze e massacri (UTET, 2015), Un
uomo di nome Francesco. La proposta cristiana del frate di Assisi e
la risposta rivoluzionaria del papa che viene dalla fine del
mondo (Mondadori,
2015), Onore (Il
Mulino, 2016), I
Re Magi (Marsilio
2017), e La
pace mancata (Mondadori
2018).
Firma
inoltre molti libri di storia per i licei e numerose monografie sulla
sua città natale, Firenze.
Nata
a Viterbo nel 1970, Barbara
Frale
è una storica medievista dell’Archivio Segreto
Vaticano.
Esperta di scritture e documenti antichi, ha
pubblicato diversi saggi scientifici sui Templari, la Sindone di
Torino e le discusse dimissioni di papa Celestino V. È anche
autrice di romanzi storici ispirati alle fonti originali che
rappresentano il suo normale ambito di lavoro. Fra i suoi libri si
citano: I
Templari e la sindone di Cristo (2009), Il
principe e il pescatore. Pio XII, il nazismo e la tomba di San
Pietro (2011), La
lingua segreta degli dei (2012), La
guerra di Francesco. Gioventù di un santo ribelle (2016), Il
gioco degli arcani (2016).
Renzo
Montagnoli
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