Le
assaggiatrici
di
Rosella Postorino
Feltrinelli
Editore
Narrativa
romanzo storico
Pagg.
285
ISBN
9788807032691
Prezzo
Euro 17,00
Non
bene, anzi male
Romanzo
vincitore del Premio Campiello 2018, del Premio Wondy 2019 e
finalista alla 32^ edizione del Premio Chianti, un palmarès
che impone- ed esige – che le aspettative siano tante, e invece
era da tanto tempo che non mi capitava di imbattermi in un
romanzetto, alla cui notorietà ha di certo contribuito un
battage pubblicitario questo sì riuscito. Eppure lo spunto
della storia di questa donna che, insieme ad altre, diventa
l’assaggiatrice dei pasti destinati ad Adolf Hitler sarebbe
interessante soprattutto se si fosse curata l’atmosfera
particolare che regnava nell’ultimo periodo di vita di un folle
e sanguinario dittatore. Purtroppo invece non è stato così
per una scrittrice che non va oltre la narrazione, compita ed
educata, di una storiella, quasi lo svolgimento, in modo scolastico,
di un tema.
Mi
dispiace dover esprimere un giudizio sostanzialmente non positivo su
un’opera che ha vinto un premio prestigioso quale il Campiello,
ma è proprio per questo motivo che si pretendono qualità
e che non si sorvola su difetti come invece potrebbe accadere per
romanzi che non sono stati gratificati da riconoscimenti di
particolare livello. C’è anche da dire che la vicenda
narrata non ha una trama particolarmente attraente, ma in questo
aspetto gioca un ulteriore elemento negativo, vale a dire la
monotonia della marrazione che presenta pur tuttavia ogni tanto degli
acuti che rendono però più stridente il quotidiano
grigiore di parole, di frasi che denotano uno stile fin troppo
elementare.
Tengo
a precisare che il mio giudizio non è stato frettoloso, nel
senso che ho preferito leggere due volte il romanzo, la cui carenza
principale è probabilmente una struttura debole, tanto più
rilevante quando si affronta un argomento non certo facile quale è
quello di prendere (o non prendere) decisioni vitali in un momento
storico in cui anche la dignità viene facilmente sepolta.
Se
i giurati del Campiello hanno votato secondo coscienza l’opera
che hanno ritenuto migliore, posso solo immaginare di che basso
livello fossero gli altri libri in concorso; del resto è da un
po’ di tempo che rilevo un peggioramento generale della qualità
delle opere letterarie, in sintonia peraltro con un diminuito grado
di cultura, e questo purtroppo mi spiace, perché è la
sconfitta della letteratura, il crollo di ogni valore e l’incapacità
di creare e di comprendere il bello.
Rosella
Postorino
è
cresciuta a San Lorenzo al mare (IM) e vive a Roma. Ha esordito con
il racconto In
una capsula (Ragazze
che dovresti conoscere,
Einaudi Stile libero 2004), ha poi pubblicato alcuni racconti e un
saggio di critica letteraria, Malati
di intelligenza (nell’antologia Duras
mon amour 3,
Lindau 2003). Il suo primo romanzo, La
stanza di sopra,
uscito a febbraio 2007 per Neri Pozza Bloom, è entrato nella
rosa dei tredici finalisti del Premio Strega e ha vinto il Premio
Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa
Marinella. Collabora con le pagine romane del quotidiano «la
Repubblica» e scrive su «Rolling Stone».
Ha
pubblicato inoltre L’estate
che perdemmo Dio (Einaudi
Stile Libero, 2009; Premio Benedetto Croce e Premio speciale della
giuria Cesare De Lollis) e Il
corpo docile (Einaudi
Stile Libero, 2013; Premio Penne), la pièce teatrale Tu
(non) sei il tuo lavoro (in Working
for Paradise,
Bompiani, 2009), Il
mare in salita (Laterza,
2011) e Le
assaggiatrici (Feltrinelli,
2018). È fra gli autori di Undici
per la Liguria (Einaudi,
2015). Nel 2019 esce il suo esordio Tutti
giù per aria,
edito Salani.
Renzo
Montagnoli
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