Nives
di
Sacha Naspini
Edizioni
E/O
Narrativa
Pagg.
144
ISBN
9788833572499
Prezzo
Euro 15,00
Una
lunghissima telefonata
Naspini
è una mia vecchia conoscenza, nel senso che come ha iniziato a
scrivere ho cominciato pure io a leggere le sue opere pubblicate, a
quel tempo, dal Foglio Letterario, la piccola casa editrice gestita
da Gordiano Lupi. Ricordo che appunto a quest’ultimo, dopo aver
letto I sassi,
dissi che aveva fra i suoi autori uno che si staccava sicuramente
dagli altri, un autentico talento che sarebbe emerso prepotentemente
con il tempo dopo aver maturato la necessaria esperienza e aver dato
allo stile l’impronta personale. Non mi sono sbagliato, sono
venuti altri libri, pubblicati da un editore sicuramente più
noto (E/O), che ho recensito positivamente anche se lo stile non ha
ancora raggiunto la sua personale impronta, cioè quell’insieme
di caratteristiche che ti fanno dire, leggendo un brano e non
conoscendo il nome di chi l’ha scritto, di che autore si
tratti. E’ un elemento di sicuro assai importante e mi
meraviglio che ancora non sia proprio di Naspini, una mancanza che
trova conferma anche nel caso dell’ultimo romanzo pubblicato,
questo Nives
di carattere rurale e ambientato nella campagna toscana. La storia in
sé è deboluccia, cioè questa donna, rimasta sola
dopo la morte del marito, si fa compagnia con una gallina, che una
sera, di fronte a un pubblicità televisiva del Dash (Das nel
libro), si imbambola, tanto da sembrare morta, e per quanti sforzi
faccia la signora Nives non riesce a farla tornare in sé; ecco
che allora non trova di meglio che telefonare a un veterinario amico
di famiglia, un colloquio a mezzo filo dove ne saltano fuori di tutti
i colori, una trama di tradimenti, di corna, di cornuti e cornute che
non è male, ma di certo non è il massimo, perché
troppo lasciata a se stessa. Nasce così un dialogo
lunghissimo, da fattura telefonica da capogiro, purtroppo continuo,
mai intervallato da stacchi, il che, come noto, finisce con lo
stancare il lettore. Fra l’altro qualche interruzione in cui
magari ci fosse stata una descrizione degli ambienti, oppure meglio
ancora un temporanea tregua, con ripresa il giorno successivo,
sarebbe stata l’ideale. Il ritmo troppo blando induce allo
sbadiglio, anche se per fortuna alla fine si passa a un crescendo con
fuoco. Intendiamoci, Nives non è un brutto romanzo, ma segna
un calo consistente nella qualità delle opere di Naspini, il
che è decisamente un peccato.
Spero
che il prossimo libro riscatti questo, perché se il mio
giudizio su Nives è
quello di un’opera al massimo discreta, resta invariata la mia
stima nel Naspini scrittore, che però deve ancora crescere e
affinare le sue indubbie qualità.
Sacha
Naspini ha
pubblicato vari libri, tra cui "I sassi" (Il Foglio), "Noir
Désir. Nè vincitori nè vinti" (Perdisa
Pop), Con "I Cariolanti" (Elliot, 2009) si è
rivelato una delle migliori voci della narrativa italiana di oggi.
Nel 2012 Elliot ha pubblicato anche il suo romanzo "Le nostre
assenze", racconto degli avvenimenti che hanno coinvolto tre
generazioni di una famiglia toscana. Il suo sito web è
www.sachanaspini-eu.
Renzo
Montagnoli
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