Il
regno di Olinto e altri racconti
di
Sonia Gardini
Fara
Editore
Narrativa
Pagg.
96
ISBN
978-88-9293-081-0
Prezzo
Euro 10,00
Olinto
“ad Baracaun”
Ogni
anno l’editore Fara, più specializzato per la poesia che
per la narrativa, indice un paio di concorsi letterari dedicati a
entrambi i generi; è questo il caso di Narrabilando le cui
risultanze, frutto del lavoro dei giurati, hanno premiato questa
raccolta, scritta da Sonia Gardini e intitolata
Il
regno di Olinto e altri racconti.
Altri potrebbe far pensare a chissà quanti e invece, in tutto
e certamente
non
brevi, sono quattro. I primi due, Il
regno di Olinto
e
Il
giardino di mia madre,
sono ambientati in terra romagnola negli anni immediatamente
successivi alla fine della seconda guerra mondiale e danno
l’impressione che parlino di vita vissuta, che sia
effettivamente esistito, anche come padre dell’autore, questo
Olinto chiamato “ad Baracaun”, cioè uomo
scherzoso.
Personaggi
reali o immaginati contano relativamente nella dinamica di questi due
racconti, perché il pregio maggiore è di parlarci di
un’Italia certamente lontana nel tempo, uscita da poco da una
guerra distruttiva, in un ambiente rurale in cui ancora vigeva una
millenaria civiltà contadina, poi cancellata da un progresso
insensibile che ha trasformato il coltivatore della terra in un
imprenditore agricolo, con l’attività svolta con l’aiuto
preponderante delle macchine. Questo mondo, per certi aspetti
arcaico, è il palcoscenico su cui svolgono le trame dei due
racconti, e la descrizione riesce, pur senza eccellere, ad
appassionare il lettore, o curioso di sapere come era, oppure
desideroso di ricordarlo.
La
terza prosa, intitolata I
segreti bevitori,
è una specie di giallo che si svolge nella canonica di una
parrocchia, con una investigatrice dilettante e dove non ci sono
morti ammazzati, ma misteriose sparizioni di vino e alcolici. Si
lascia leggere, senza entusiasmare.
Il
quarto racconto, in prima persona, come i primi due, intitolato
Vacanze
parla
di un viaggio, con relativa villeggiatura, con partenza da Milano e
arrivo in Calabria. E’ la prima volta che nella trama l’io
narrante vola e in tal senso cerca di spiegare le sue impressioni, e
anche i suoi timori, senza però convincere del tutto. Arrivata
a destinazione, la parte migliore è quella di una gita sulla
Sila che risulta ben descritta e con una certa abilità nel
creare l’atmosfera. Una possibile storia d’amore con un
avvocato locale potrebbe essere la ciliegina sulla torta, ma la
vicenda resta in sospeso, perché, a fronte di un evidente
interesse dell’uomo, la donna, pur colpita e lusingata,
respinge le
prime
manifestazioni
di affetto. Il tutto finisce con il ritorno a Milano, negando perfino
un’ultimo saluto all’ormai deluso spasimante. Si legge,
sperando in un lieto fine, che non arriverà però.
Lo
stile della narratrice è apprezzabilmente semplice, con il
ricorso a un italiano corretto, anche se non particolarmente
ricercato. La mia preferenza va ai primi due racconti che hanno anche
un certo pregio per il tema trattato e per come è stata
disposta la trama. Gli altri due sono indubbiamente inferiori, ma non
disprezzabili.
In
conclusione, la lettura consente di trascorre con piacere qualche ora
senza che tuttavia si possa apprezzare un accrescimento culturale.
Sonia
Gardini
è
nata a Savignano sul Rubicone. È vissuta a Sant’Angelo
di Gatteo (FC). Dopo la laurea, si è trasferita a Brescia,
dove ha operato quale insegnante di Materie letterarie e,
successivamente, come insegnante di sostegno nella scuola media. Nel
2006 ha pubblicato con Fara Editore una raccolta poetica dal
titolo Dove
allunata? Nel
maggio del 2020 è uscita la raccolta di versi
intitolata Haiku,
III al concorso Narrapoetando.
Renzo
Montagnoli
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