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  Recensioni  »  La bambola cieca, di Giorgio Scerbanenco, edito da La nave di Teseo 30/10/2021
 
La bambola cieca.

Un’indagine di Arthur Jelling

di Giorgio Scerbanenco

Edizioni La nave di Teseo

Narrativa

Pagg. 256

ISBN 9788834604045

Prezzo Euro 17,00


Un incastro perfetto


Perché qualcuno minaccia di uccidere il chirurgo Augusto Linden se questi opererà il ricco Alberto Déravans facendogli riacquistare la vista perduta in un incidente automobilistico due anni prima? E quando effettivamente il luminare della medicina verrà ucciso, perché si vuole impedire chiunque di effettuare questo intervento chirurgico? Si tratta delle domande logiche che si pone l’investigatore della polizia Arthur Jelling, ma che frullano anche nella mente di chi legge questo riuscitissimo thriller.

Scerbanenco, al suo secondo romanzo dopo Sei ore di preavviso, dimostra il suo innato talento, quella capacità di coinvolgere il lettore, rendendolo partecipe delle indagini di un poliziotto del tutto particolare che opera esclusivamente secondo logica, partendo tuttavia dal suo non comune intuito. Non è un uomo d’azione, anzi ha paura della violenza e prova orrore nel vedere le vittime, ma segue un filo razionale ben preciso, come per esempio quello che lo porta a cercare oggetti che nulla hanno comunemente a che fare con il luogo in cui sono reperiti, cioè cerca quelle che possono sembrare stranezze per i più, ma che hanno una loro ragion d’essere, come per esempio una scatola di fiammiferi tutti senza capocchia in cucina, oppure una bambola priva degli occhi nella sala operatoria della clinica in cui è ricoverato Alberto Déravans per essere sottoposto all’intervento chirurgico agli occhi. Nelle sue indagini si fa spesso accompagnare dal sergente Matchy, il classico uomo d’azione, così che entrambi danno vita a una coppia perfetta, uno la mente e l’altro il braccio; c’è poi il capitano Sunder, diretto superiore di Jelling, burbero e brontolone, un poliziotto vecchia maniera con metodi di investigazione spesso obsoleti, ma intelligente tanto da affidare a Jelling i casi più difficili. E poi c’è qualcuno che interviene ogni tanto e parla in prima persona, l’amico e consulente dottor Berra, professore in psicopatologia, insomma personaggi tutti già presenti nel primo romanzo e quindi protagonisti fissi, ognuno con delle sue caratteristiche proprie e comunque tali da renderli interessanti a chi legge. E’ quasi superfluo che dica che ancora una volta Jelling riuscirà ad assicurare alla giustizia chi ha posto in essere le minacce e ha poi ucciso. Ci arriverà, come al solito, secondo un percorso logico in una trama che sembra fatta apposta, e lo è, per le caratteristiche dell’investigatore, con una serie di pietruzze che, come in un mosaico, vengo a incastrarsi perfettamente, rivelando il nome del colpevole.

La bambola cieca è senz’altro meritevole di lettura.



Giorgio Scerbanenco (Kiev, 28 luglio 1911 – Milano, 27 ottobre 1969), scrittore italiano di origine russa. Di madre italiana e padre ucraino, a sedici anni si stabilì a Milano. Fu collaboratore, redattore e direttore di periodici femminili ad alta tiratura, per i quali scrisse racconti e romanzi «rosa», per lo più ambientati nell’America degli anni Quaranta. Più tardi approdò al genere poliziesco e fu il successo, prima con Venere privata (1966), poi con Traditori di tutti (1966). Altrettanto fortunate le opere successive, da I ragazzi del massacro (1968) a I milanesi ammazzano al sabato (1969), ai racconti postumi di Milano calibro 9 (1969) e Il centodelitti (1970). Protagonista di quasi tutta la serie è Duca Lamberti, accorto investigatore della Milano «nera». Prodigioso narratore di storie e maestro nel catturare l’attenzione del lettore, Scerbanenco fu uno dei primi, in Italia, a confrontarsi con i gusti di un pubblico di massa. La sua scrittura, insieme ingenua e ricercata, antiletteraria, piena di sprezzature, veloce, è singolarmente efficace. Nel 2018 esce Luna di miele per La Nave di Teseo.


Renzo Montagnoli


 
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