Sfinge
di pietra
di
Claudia Piccinno
Prefazione
di Dante Maffia
Edizioni
Il Cuscino di Stelle
Poesia
Pagg.
140
ISBN
9788832014532
Prezzo
Euro 13,00
Osserva
e rifletti
Nell’antico
Egitto la sfinge era un monumento che veniva posto vicino alle
piramidi a protezione delle stesse e mi sono chiesto a lungo il
perché di questo titolo della silloge di Claudia Piccinno.
Anche volendo pensare che metaforicamente abbia voluto mutuare questo
antico simbolo, è pressoché impossibile pensare a
questa interpretazione. Se invece si considera l’altra chiave,
cioè sfinge come chi è osservatore impassibile e muto,
forse si riesce a trovare il bandolo della matassa. E del resto, nel
leggere le poesie di questa raccolta, si ritrae l’impressione
di un autore dedito a osservare silenziosamente il mondo che lo
circonda e di cui è parte, rapportando la visione, le
sensazioni che percepisce con il suo metro di paragone, insomma con
quello che spesso non sempre propriamente definiamo il proprio “Io”.
Un esempio di questo concetto è dato dai versi di
Sull’adulazione ( Resta sempre il sospetto / che
vogliate mortificare / il mio intelletto. / Sono abile e allenata / a
riconoscere / simile rima baciata. / Non si esalta alla luna / quanto
compete al sole. / Non occorre giocare / con la ritrosia delle viole.
/ Quoque tu Brutus filii mii. / L'ho sempre saputo / ho solo finto /
di averci creduto. / Sono disposta a prendervi per mano. / Chi mi ha
seguito è arrivato lontano. / Ma vi prego non ingannatemi con
penna adulatrice. / Usate inchiostro grezzo / che la stima non ha un
prezzo.). Per quanto
ci siano affermazioni enigmatiche, peraltro esposte ricorrendo alla
rima, è chiaro che quello che può sembrare uno sfogo è
solo una semplice constatazione, rivolta alla frequente mancanza di
sincerità che alberga negli adulatori.
Si
può così ben comprendere come questa raccolta sia ben
diversa da La nota
irriverente, dove
predominava quello che io definisco il sentimento primordiale,
l’amore, mentre in questa Claudia si avventura in una foresta
di considerazioni non sempre espresse in modo chiaro, e del resto la
stessa sfinge è di per se stessa un enigma; questo impone a
chi legge frequenti pause per le inevitabili riflessioni volte a
comprendere il significato dei versi, il che però non è
un male, anzi è un bene perché solo in questo modo si
riesce a entrare in simbiosi con l’autore. E’ indubbio
che questo comporta una certa difficoltà, ma a certi livelli
questa è la norma e quindi non c’è da stupirsi.
Non
è che voglia fare paragoni a tutti i costi, ma mi sembra
opportuno evidenziare che se in La
nota irriverente era
concettualmente e figurativamente presente un caleidoscopio di
immagini, qui vi è un caleidoscopio di pensieri. Si tratta di
tutta una serie di riflessioni sugli aspetti del mondo con il
precipuo scopo di cercare gli autentici valori della vita, nobile
scopo che impreziosisce l’opera e che la rende più che
degna di essere letta. Da ultimo sottolineo come questa edizione sia
bilingue, cioè in italiano e in inglese; che ci sia il
recondito desiderio che il libro voli più delle parole oltre
l’oceano, fino all’America? Non ho nulla da obiettare
sulla versione in inglese, visto che le mie conoscenze di questa
lingua sono senz’altro inferiori a quelle di Claudia Piccinno;
mi basta, e avanza, quella in italiano, lessicalmente e
concettualmente più che valida.
Claudia
Piccinnonasce
a Lecce nel 1970, ma si trasferisce giovanissima in Lombardia e poi
in Emilia Romagna dove attualmente vive. Presente in oltre sessanta
raccolte antologiche, già membro di giuria in vari premi
letterari a carattere nazionale e internazionale.
Insegnante
di ruolo nella scuola primaria, Laurea in Lingue e Letterature
straniere.
Per
ulteriori informazioni e per quanto concerne il corposo numero di
opere pubblicate è opportuno un rimando al sito
personale http://claudiapiccinno.weebly.com/
Renzo
Montagnoli
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