La
lunga notte
di
Leonardo Gori
Edizioni
TEA
Narrativa
Pagg.
272
ISBN
9788850261956
Prezzo
Euro 15,00
L’armistizio
dell’8 settembre 1943
Credo
che per Leonardo Gori Bruno Arcieri sia non solo il personaggio che
ha creato, ma anche un amico ideale in cui si riflettono le sue
sensazioni ed emozioni; del resto non potrebbe essere altrimenti,
perché con La lunga notte siamo arrivati al
tredicesimo episodio che, nella circostanza, vede impegnato
l’eccellente ufficiale dei carabinieri in una delicatissima
missione che si svolge, per lo più a Roma, dal 6 al 9
settembre 1943. Si tratta di quattro giorni fatidici, quelli che
precedono e seguono immediatamente l’8 settembre, allorché
il messaggio di Badoglio alla nazione, alquanto sibillino, annunciava
l’intervenuto armistizio con gli anglo americani. Si tratta,
ancor oggi, di un tema scottante, di cui non è facile parlare,
perché un atto così determinante comportò
l’abbandono dell’Italia e degli italiani al prevedibile
risentimento dei tedeschi, con la vergognosa fuga del re e della sua
corte con ogni probabilità mercanteggiata con i nazisti. E per
fortuna che Vittorio Emanuele III era soprannominato il re guerriero,
ma di certo gli si addiceva molto di più l’appellativo
di re sciaboletta, a causa della sua bassa statura, anche morale.
Alla
luce di questi fatti Gori ha dovuto procedere con particolare
attenzione riproducendo, sulla base della documentazione storica,
quanto effettivamente avvenne, inserendo il personaggio del Capitano
Arcieri con congruità rispetto agli avvenimenti. La sua
missione è quella di far da interprete, ma anche di spiare,
due alti ufficiali americani fatti venire a Roma per discutere dei
piani di difesa della capitale. In questa vicenda si inserisce poi
un’altra, nel non facile rapporto con la bella Elena Contini,
coinvolta addirittura in un caso di omicidio.
Leonardo
Gori si destreggia bene in una trama in cui sembrano maturare nuove
congiure, con gli alti comandi che conducono un doppio gioco, un tira
e molla che spazientisce gli americani che finiranno per rinunciare
alla difesa di Roma, così come preteso da Badoglio e che fu
probabilmente uno dei termini degli accordi con i tedeschi per
permette al re di fuggire. In questo guazzabuglio lo sfacelo di un
regime è reso splendidamente, tanto che sembra di respirare
un’aria marcescente, con personaggi di primo piano che hanno
perso completamente il senso dell’onore e che ignorano ciò
che vuol dire il termine dignità; così tutti pensano
solo all’interesse personale, a mettersi in salvo, tutti meno
il capitano Bruno Arcieri.
La
serie mi è piaciuta tutta nel complesso, magari con qualche
episodio che ho gradito meno, ma credo che il livello qualitativo si
sia mantenuto buono. Questo tredicesimo, tuttavia, anche per le
difficoltà che comportano la vicenda storica e per la capacità
dell’autore di attenersi strettamente ai fatti è
indubbiamente di notevole qualità, tanto che credo si possa
considerare come il capolavoro di Leonardo Gori.
Non
è un problema quindi consigliarne la lettura, anzi mi sento di
raccomandarla vivamente.
Leonardo
Gori è
uno scrittore italiano, autore del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri,
capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta. Il
primo romanzo, Nero
di maggio,
si svolge nella Firenze nel 1938; seguono Il
passaggio, La
finale, L’angelo
del fango (Premio
Scerbanenco 2005), Musica
nera, Lo
specchio nero e Il
fiore d’oro,
gli ultimi due scritti con Franco Cardini. La serie di romanzi è
in corso di riedizione in TEA. Ha scritto anche thriller storici ed è
stato co-autore di saggi sul fumetto e forme espressive correlate
(illustrazione, cinema, disegno animato).
Renzo
Montagnoli
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