Dante.
Il
romanzo della sua vita
di
Marco Santagata
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Biografia
Pagg.
476
ISBN
9788804671978
Prezzo
Euro 17,50
Il
grande esule
Dopo
la lettura di Dante, la biografia scritta do Alessandro Barbero, ho
ritenuto opportuno leggere quella frutto delle mani sapienti di Marco
Santagata, che più che storico è famoso quale esperto
della poesia italiana del XIII e del XIV secolo, in particolare di
quella di Petrarca e di Dante. Nonostante il sottotitolo sia “Il
romanzo della sua vita” non è assolutamente una
fiction, bensì è una biografia che riesce sapientemente
a integrare il periodo storico con l’attività letteraria
di Dante Alighieri. Qualcosa di simile aveva fatto anche Barbero,
privilegiando però l’aspetto storico, mentre invece
l’opera di Santagata è di carattere storico-letterario,
circostanza che, se da un lato rende meno facile e scorrevole la
lettura, dall’altro presenta una completezza di notevole
rilievo. Pagina dopo pagina, seguendo il corso della vita del poeta
fiorentino e delle vicende storiche dell’epoca, in particolare
di Firenze, si delinea la figura di un personaggio egocentrico, un
uomo di indubbie qualità, ma che è convinto di essere
un predestinato, un essere superiore agli altri in tutti i campi, ma
che purtroppo per lui lo era solo in campo letterario. Un “io”
così smisurato che lo faceva sentire come un inviato da Dio
per salvare l’umanità era facile che finisse con lo
scontrarsi con una realtà in cui diveniva vittima di se
stesso, giacché, se la politica non era certamente nelle sue
qualità, lui invece era convinto di essere un genio anche in
quel campo, con i risultati che comportarono il suo esilio perpetuo e
fecero di lui un esule alla disperata ricerca di un rifugio.
Santagata
riesce nell’arduo compito di scrivere una biografia congiunta a
un’analisi delle sue opere, così che risulta una
completezza della figura del Dante uomo e del Dante artista, in grado
di aiutarci a comprendere anche non pochi passi del suo lavoro
migliore, la Divina Commedia.
Quindi,
come ho sopra precisato, non ci troviamo di fronte a quel genere che
con un anglicismo viene chiamato fiction, bensì a un testo
scientifico elaborato però in modo da essere reso accessibile
ai più, insomma non un libro greve e di difficile
comprensione, bensì un discorso notevolmente approfondito, e
pur tuttavia scorrevole, che non stanca e avvince invece.
Se
la persona di un Dante egocentrico può a tratti apparire
irritante, il prezzo pagato, cioè quell’incertezza che
lo accompagnerà durante tutto l’esilio fino alla morte e
che gli farà scrivere nel
Paradiso (XVII 58 – 60) Tu
proverà sì come sa di sale / Il pane altrui, e com’è
duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.,
ci restituisce alla fine un uomo da ammirare per le sue grandi
qualità letterarie, ma anche da compiangere per un destino
così avverso che lo ha reso esule e alla mercé della
benevolenza di coloro presso cui temporaneamente si rifugiava e che
provvedevano al suo sostentamento.
C’è
anche dell’altro, però, e cioè il disegno di
un’epoca in cui imperano i comuni e che vede Firenze, fra
alterne vicende, in crescita, quella Firenze le cui ricchezze
artistiche sono oggi sotto gli occhi di tutti, ma che in quel tempo
erano appena abbozzate, ancora al di là da venire, e allora
viene da chiedersi che cosa avrebbe detto Dante se fosse potuto
rientrare nella sua città diventata uno scrigno d’arte.
Credo che avrebbe pensato che, come nella sua Commedia, dopo il
periodo dell’Inferno e del Purgatorio fosse arrivato per lui il
Paradiso.
Da
leggere e rileggere.
Marco
Santagata (Zocca,
28 aprile 1947 – Pisa, 9 novembre 2020).
Laureatosi alla
Scuola Normale, ha insegnato Letteratura italiana all’Università
di Pisa. Dal 1984 al 1988 ne ha diretto l’Istituto di
letteratura italiana, ed è stato poi direttore del
Dipartimento di Studi italianistici.
È stato visting
professor in
molti atenei prestigiosi come la Sorbona, l'Università di
Ginevra, la UNMA di Città del Messico e Harvard.
La sua
attività di studioso è stata rivolta soprattutto alla
poesia dei primi secoli, con una particolare attenzione a Dante e a
Petrarca.
Su Dante, di cui ha curato per i Meridiani Mondadori
l’edizione commentata delle Opere,
ha scritto il libro L’io
e il mondo. Un’interpretazione di Dante (il
Mulino, 2011) e la biografia Dante.
Il romanzo della sua vita
(Mondadori,
2012). Tra i lavori petrarcheschi si segnalano il commento
al Canzoniere (Mondadori,
2004) e il libro I
frammenti dell’anima (il
Mulino, 2011).
Si è inoltre occupato di Leopardi (Quella
celeste naturalezza. Le canzoni e gli idilli di Leopardi,
Il Mulino, 1994) e della poesia fra Otto e Novecento (Per
l’opposta balza. “La cavalla storna” e “Il
commiato” dell’”Alcyone”,
Garzanti, 2002). Accanto a quella scientifica ha svolto anche
l'attività di narratore: con il romanzo Il
Maestro dei santi pallidi (Guanda)
ha vinto il premio Campiello 2003. Suoi anche Papà
non era comunista (Guanda,
1996), L'amore
in sè (Guanda,
2006), Il
salto degli Orlandi (Sellerio,
2007), Voglio
una vita come la mia (Guanda,
2008), Come
donna innamorata (Guanda,
2015) grazie al quale entra nella cinquina dei finalisti del Premio
Strega, e Il
movente è sconosciuto (Guanda,
2018). Inoltre, ha scritto con Alberto Casadei il Manuale
di letteratura italiana medievale e moderna (Laterza,
2007) e il Manuale
di letteratura italiana contemporanea (Laterza,
2009). Per Mondadori esce inoltre il saggio a tema scientifico Un
meraviglioso accidente,
del quale è coautore insieme a Vincenzo Manca. Nel 2020
esce Il
copista (Guanda).
Lo stesso anno lo scrittore contrae il Covid-19, malato da lungo
tempo, questo gli risulterà fatale portandolo alla morte il 9
novembre 2020.
Renzo
Montagnoli
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