Quell’onda
che ti tiene lieve
di
Felice Serino
Libreria
Editrice Urso
Poesie
Pagg.
56
ISBN
978-88-6954-242-8
Prezzo
Euro 10,00
Fra
sogno e realtà
E
tre, verrebbe da dire, perché con questa sono tre le raccolte
di poesie di Felice Serino che ho avuto l’opportunità di
leggere. La prima, che mi ha fatto incontrare l’autore, è
stata Dalle stanze del
cuore e della mente, una
sublimazione della parola, la seconda è invece stata Sopra
il senso delle cose, una
silloge che, recensendola, ho ritenuto di definire frutto
dell’esperienza e della creatività. Del resto il poeta,
di origini napoletane, ma dimorante a Torino, è un artista di
lungo corso che via via negli anni ha affinato il proprio modo di
verseggiare, e ciò è facilmente riscontrabile leggendo
le sue composizioni in ordine temporale. Questa che ora ci occupa si
inserisce cronologicamente, almeno come epoca di pubblicazione, in
posizione intermedia, senza segnare una marcata evoluzione e fermo
restando quella ricerca introspettiva che è materia propria
dell’autore uso ad approfondire con progressività. Nel
contesto di ricerca di ciò che può rivelare il proprio
Io si nota particolarmente, apprezzando, una visione evanescente che
dona particolare fascino, ammantando il verbo di magia, all’intero
corpo come in Angelo della luce:
adagiati creatura del sogno / sulla curva del nostro
abbandono / la lontananza è ferita insanabile / un cielo
d'astri divelti / e tu balsamo sei / -tu orifiamma tu altezza /
sognato stargate - /dove voce insanguinata c'inchioda / dalla
caduta. Sono versi che tendono a
volare, a superare confini naturali per congiungersi a un mondo di
fantasia, la cui porta, lo stargate, è in attesa di essere
valicata. In questo universo che si potrebbe definire poetico Serino
s’invola, novello Ulisse verso un’Itaca che è la
propria dimensione interiore, un’avventura senza fine in cui
conta di più la conoscenza che si incontra nel percorso che il
raggiungimento della meta (da Sull’acqua: sul grande
mare del sogno / veleggiano i miei morti / gli occhi forti di luce /
con un cenno m'invitano / al loro banchetto sull'acqua / d'argento
striata / m'accorgo di non avere / l'abito adatto / cambiarmi
rivoltarmi / devo / vestire l'altro da sé .).
E tutto procede in una sorta di limbo, un sogno che porta ad altra
dimensione, e in cui con maggior chiarezza è possibile leggere
dentro di sé, in una visione che continua a essere
evanescente, una sorte di ectoplasma che avvince e respinge (da
L’elemento celeste: tornerò ad essere pensiero
espanso / quando dalla scena / sarò sparito / dove si curva
all'orizzonte il mare / sarò forse atomo / fiore o stella e /
in estasi / mi unificherò all'elemento che da sempre / mi
appartiene). Si resta attoniti,
anche sgomenti spettatori di una metamorfosi, di una trasformazione
che è un’implosione della persona stessa, e, comunque,
il tutto si riassume, si comprende con chiarezza in questi versi, con
cui vorrei chiudere la recensione di un’opera complessa, ma
dall’indubbio fascino: da In vaghezza di sogno “
ti rigiri e vedi -in vaghezza di sogno / un te estraneo vagare / per
strade buie e vuote / come un san sebastiano a trafiggerti / gli
strali della notte – senti / recalcitrare / in te l'uomo
vecchio - ah convivere / con gli umori di un corpo-zavorra / ti
avvedi d'aver perso le chiavi / di casa mentre un gallo / canta / in
lontananza ed è l'alba “.
Felice
Serino è
nato a Pozzuoli nel 1941 e vive a Torino. Autodidatta.
Copiosa
la sua produzione letteraria (raccolte di poesia: da “Il
dio-boomerang” del 1978 a “Dalle stanze del cuore e della
mente” del 2020); ha ottenuto importanti riconoscimenti e di
lui si sono interessati autorevoli critici. E’ stato tradotto
in nove lingue.
Intensa
anche la sua attività redazionale.
Gestisce
vari blog e tre siti.
Renzo
Montagnoli
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