Cronache
dalle terre di Scarciafratta
di
Remo Rapino
Edizioni
Minimum Fax
Narrativa
Pagg.
298
ISBN
9788833893051
Prezzo
Euro 17,00
Rapino
non si ripete
Vita,
morte e miracoli di Bonfiglio Liborio,
premio Selezione Campiello nel 2020, mi era piaciuto moltissimo,
apprezzando in particolare questa straordinaria figura di un Candido
proletario, descritto con affetto, ma senza pietismi, in una trama
che all’epoca mi era sembrata molto coinvolgente. E’
ovvio quindi che le aspettative per l’ultimo romanzo di Remo
Rapino siano state notevoli e personalmente speravo di trovare una
conferma di quanto di buono era emerso dall’opera precedente
che, in un certo senso, è stata una sorpresa per tutti. Si è
accennato per questo Cronache dalle terre di
Scarciafratta a una
possibile analogia con la Maconda di Cent’anni
di solitudine, di
Gabriel Garcia Marquez, ma di questo presenta i difetti senza averne
i pregi. A dire che sono deluso è un eufemismo, perché
sembra tutta un’altra penna quella che ha scritto di questa
Maconda d’Abruzzo, con più di una voce narrante che non
è un pregio, ma un difetto, perché tende a
disorientare. Se poi aggiungo quella tendenza a mescolare la lingua
italiana con il dialetto sono dell’opinione che quest’ultimo
debba figurare se non in via eccezionale; già tanti italiani
non conoscono bene la loro lingua e se andiamo a mescolare questa con
degli idiomi locali si contribuisce a rendere difficoltosa e
scorretta sia l’esposizione orale che quella scritta. Posso
anche comprendere come le finalità del libro non siano
banalità, ma sta di fatto che la trasposizione dello scopo su
carta non è risultata delle migliori. Si può leggere,
ma francamente mi sento di dire che Rapino, dopo Vita,
morte e miracoli di Bonfiglio Liborio,
non si è ripetuto.
Remo
Rapino,
nato
nel 1951, è stato insegnante di filosofia nei licei. Ha
pubblicato i racconti Esercizi
di ribellione (Carabba
2012) e alcune raccolte di poesia, tra cui La profezia
di Kavafis (Moby-dick
2003) e Le
biciclette alle case di ringhiera (Tabula
Fati 2017). Nel 2020 ha scritto Vita,
morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (Minimum
Fax) con il quale ha vinto il Premio Campiello 2020.
Renzo
Montagnoli
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