Vita
di una donna
di
Carla Malerba
La
Vita Felice Edizioni
Poesia
Pagg.
71
ISBN
9788877997630
Prezzo
Euro 10,00
Ricordando
Dite
la verità, chi a una certa età non si è voltato
per ripensare al tempo trascorso, a quella che è stata, fino a
quel momento, la propria vita? Che si tratti di un poeta, oppure di
un uomo che non ha velleità artistiche, tutti, dico tutti,
sono passati per questa porta, spalancata sul passato a portare
testimonianza della propria esistenza. E così è stato
anche per Carla Malerba che, scrivendo poesie, ha voluto poi mettere
in versi le sensazioni e le emozioni che ha provato nel volgersi
indietro. E’ nata così Vita di una donna,
una raccolta tematica che incuriosisce, poiché la vita di
ognuno di noi è unica e irripetibile. Si va indietro nel
tempo, si vanno a cogliere quegli eventi che più di altri sono
rimasti indelebili, se non nella precisa memoria, almeno in quelle
sono state le impressioni, o addirittura i turbamenti provati, come
nel caso dell’amore giovanile (Ricordo quegli anni
tumultuosi / dove tutto pareva avesse le ali, / correvano le mie
gambe / come puledre al vento dell’estate. / I portici un po’
oscuri / aprivano varchi inaspettati / e i pensieri ad ogni angolo /
incrociavano riverberi di sole. / Irragionevole amore che ti inganna
/ e ti fa compiere imprese straordinarie, / radere a volo d’angelo
scarpate, / sfidare tempeste in mare aperto, / irragionevole amore
dei vent’anni. ). Mi trovo in sintonia con questi versi,
capaci di esprimere con una vena di pudore un sentimento che nasce
all’improvviso, irragionevole appunto, salvo poi domandarsi il
perché un essere umano possa attrarre così tanto.
Tuttavia, nella vita c’è sempre un’alternanza di
gioia e di dolore, quest’ultimo quando si patisce la perdita di
un proprio caro, come in Tu, padre mio (Tu, padre mio, /
eri un uomo di poche parole, / di una mitezza ferma / trattenuta
nello sguardo. / Nominavi spesso il Padreterno:/ poi il silenzio dei
giorni ultimi / precipitati nel dolore / e nella chiaroveggenza del
rifiuto, / nella parola invocata, / l’ultima tua notte sulla
terra.). Poi ci sono le nascite, i figli, di cui si cercano di
serbare ricordi che evochino il loro percorso, come per esempio, il
famoso dentino da latte, per non parlare di oggetti di uso comune, ma
che hanno l’immediatezza di richiamare un periodo e alcune
caratteristiche di questo (Che assurde cose / tiene una madre /
in un cassetto:/ un fiocco azzurro / di prima elementare, / un mazzo
di carte ingiallite / di partite col nonno /nei pomeriggi invernali,
/ un paio di guanti / lasciati in un’aula di università
/ e restituiti poi /ad un piccolo alunno / confuso tra i dottori, /
buono e tutto preso / per un giorno / da un ruolo diverso,
importante. ). Sono tanti i ricordi che emergono dall’oblio,
che pretendono quasi di essere ascoltati, in questo giorno che è
tutta una vita, amori, dolori, profumi, sensazioni, nulla è
lasciato al caso, perché sono la testimonianza che abbiamo
vissuto e non mancano i sogni, i desideri irrealizzati che fino a
quando non sono rimpianti fanno bene all’anima (Mi
piacerebbe abitare / in un porto di mare / con tre bambini che
conosco / forse in altura / per vedere brillare le lampare / di
notte, e di giorno / le isole sfumate di foschia. / E vivrei qui /
soltanto / di pane e di poesia. ). Non è ancora rimpianto,
ma è una lacrima pescata nel profondo del cuore per un
desiderio che si sa irrealizzabile, ma che finisce con il
rappresentare un preciso punto di riferimento nell’arco degli
anni, tanto che è rammentato in versi, e non potrebbe essere
diversamente per una donna che vorrebbe vivere lì solo di
pane e di poesia.
Anche
questa, come le due precedenti raccolte (Di terre straniere e
Poesie future), mi è piaciuta per la capacità di
esporre sentimenti ed emozioni con immediatezza, per la ricerca di
argomenti che sappiano toccare il cuore senza squarciarlo, e infine
per la serenità che riviene dalla lettura.
Carla
Malerba è
nata in Nord Africa, ma dal 1970 risiede in Italia. A Tripoli, sua
città natale, pubblica giovanissima i suoi primi versi. Si
laurea nel 1986 presso l’Università degli Studi di Siena
con una tesi sulla poesia per l’infanzia. Ha insegnato Lettere
ad Arezzo, città nella quale vive tuttora.
Nel
1999 pubblica a Cortona la sua prima raccolta “Luci e ombre “,
seguita nel 2001 da “Creatura d’acqua e di foglie (Ed.
Calosci, Cortona). In esse i temi della perdita e del dolore si fanno
pressanti anche se, a tratti, la memoria assume una funzione
salvifica. Con le raccolte “Di terre straniere” e “Vita
di una donna” (entrambe pubblicate con La vita felice, Milano
2010 e 2015) la poetessa riprende i temi del viaggio esistenziale e
degli affetti.
“Poesie
future” (Puntoacapo editrice, giugno 2020) è la sua
ultima raccolta
Alcune
sue liriche sono presenti nell’antologia Novecento non
più-Verso il Realismo terminale, (La Vita Felice, 2016), in
Pioggia Obliqua Scritture d’arte (Nuovo poesia proposta) in
Fiordalisi-Menti sommerse, in Tanti pensieri, in Alma poesia, in
Poetrydream. Scrive anche racconti brevi alcuni dei quali sono stati
pubblicati su Essere, periodico del Centro di solidarietà di
Arezzo.
Ha
ricevuto diversi riconoscimenti per la poesia inedita in concorsi
nazionali tra cui un Premio speciale della Giuria al Premio Ossi di
seppia 2020; primo premio al concorso Territori della parola, IV
edizione 2018-2019 per la poesia inedita; nel 2020 il Gran Premio
della giuria al Concorso Le occasioni C19 per le sezioni A e B; nel
2021 il Premio speciale Fondazione Giovanni Pascoli per la raccolta
“Poesie future”; al Premio internazionale Le occasioni
2021 secondo Premio per la sezione B.
Renzo
Montagnoli
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