Terre
di sangue.
L'Europa
nella morsa di Hitler e Stalin
di
Timothy Snyder
Rizzoli
Saggistica
storica
Pagg.
585
ISBN
9788817148443
Prezzo
Euro 15,00
Un
buon saggio storico
Leggi
una pagina, ne leggi un’altra e cominci a sentire una fitta
dentro, come se tutto il tuo corpo si ribellasse, come se tutto il
tuo essere non potesse sopportare quell’orrore che lì è
stampato, che è frutto del lavoro di uno storico americano, ma
che non è invenzione, è solo drammaticamente vero.
Le
terre di sangue sono esistite veramente, non con questo nome, perché
si tratta di territori dell’Europa centro-orientale, fra cui
l’Ucraina, la Bielorussia, la Polonia, gli stati baltici, dove
fra il 1940 e il 1943 sono divampate le scellerate politiche
sanguinarie di Hitler e di Stalin, sono le zone nelle quali questi
due regimi dittatoriali hanno maggiormente sfogato la loro innata
malvagità contro dissidenti, ma soprattutto contro inermi
popolazioni. A questo bagno di sangue aveva dato inizio già
negli anni 1932 – 1933 Stalin affamando i contadini ucraini che
si opponevano alla forzata collettivizzazione dell’agricoltura;
in questo caso non dovette nemmeno spendere per le munizioni, perché
fra gli abitanti dell’Ucraina, privi di ogni sostegno
alimentare, ci fu un numero altissimo di vittime, non esattamente
quantificabili, ma che studi condotti con raziocinio fanno ascendere
all’incirca a quattro milioni. In pratica morirono di inedia
intere famiglie, uomini, donne e bambini, molti impazzirono e non
furono rari i casi di cannibalismo. Con l’Holodomor, così
gli ucraini chiamarono questo genocidio, si aprì quella
mattanza che fece scomparire in quelle zone ben più di dieci
milioni di persone, come per esempio gli ufficiali polacchi
assassinati dai Sovietici, i corpi dei quali furono ritrovati nelle
fosse di Katyn. Da quel 1932 iniziò un flusso e riflusso di
sangue che accompagnava le avanzate e le ritirate di tedeschi e
russi. Lo studio di Snyder è stato condotto bene, non si può
non apprezzare la sua meticolosità, la sua completezza che
restituiscono un senso di angoscia nel leggere degli eventi, del
numero delle vittime, della ferocia di belve assetate. L’autore
è riuscito a dimostrare come i due regimi totalitari, quello
nazista e quello sovietico, abbiano compiuto la stessa tipologia di
reati, peraltro nello stesso periodo e negli stessi luoghi,
comportando così un numero di vittime assai superiore a quello
che sarebbe risultato se invece avessero proceduto singolarmente e in
epoche diverse. Se lo scopo del libro è stato raggiunto,
occorre tuttavia tener conto di alcuni elementi non proprio positivi,
fra i quali, soprattutto, la grevità dell’esposizione
che rischia di travolgere il lettore e la mancanza di indispensabili
approfondimenti per fatti di rilevante importanza, quali per esempio
la firma del famoso patto Molotov-Ribentropp, oppure la decisione di
Hitler di accelerare lo sterminio degli ebrei nel momento in cui capì
che non avrebbe potuto vincere la guerra con L’Unione
Sovietica.
Nel
complesso direi che Terre di sangue è un buon
saggio e porta avanti una tesi innovativa foriera di possibili
ulteriori approfondimenti; non posso però considerarla
un’opera fondamentale per i motivi che ho sopra esposto,
restando comunque un contributo non trascurabile per conoscere i
fatti di una determinata epoca.
Timothy
David Snyder,
nato il 18 agosto 1969, è uno storico, scrittore e accademico
specializzato nella storia dell'Europa orientale e delll'
Olocausto.
Tra
i suoi libri,
Il principe rosso (Rizzoli,
2009), Terre
di sangue. L'Europa nella morsa di Hitler e Stalin (Rizzoli,
2011), Novecento.
Il secolo degli intellettuali e della politica (Laterza,
2012), Terra
nera. L'Olocausto fra storia e presente (Rizzoli,
2015) e Venti
Lezioni (Rizzoli,
2017), La
paura e la ragione. Il collasso della democrazia in Russia, Europa e
America (Rizzoli
2018).
Renzo
Montagnoli
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