Il
bombardino del signor Camillo
di
Piero Chiara
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
Pagg.
170
ISBN
9788804383901
Prezzo
Euro 10,00
Un
autore che merita di essere riscoperto
Questa
raccolta di racconti è pressoché introvabile, come non
poche altre opere di Piero Chiara, un autore che meriterebbe una
maggiore attenzione, soprattutto da chi è nato in questo
secolo. Infatti, ci si accorgerebbe come sia esistito un mondo così
diverso dall’attuale e senza dover andare indietro di molti
anni, perché è di per sé già sufficiente
la seconda metà del ‘900. C’era un altro modo di
vivere, meno banale di quello odierno, in cui era diffusa una maggior
consapevolezza dell’importanza dei contatti umani, ora relegati
a un approccio virtuale. Chi legge oggi Piero Chiara ed è un
giovane del XXI secolo si accorgerà che è possibile
apprendere divertendosi, potrà deliziarsi delle
caratteristiche dei tanti personaggi frutto della creatività
dell’autore, anche se indubbiamente per ognuno c’è
un fondo di verità, così come per le vicende che li
caratterizzano, spesso boccaccesche, ma senza mai sconfinare nella
volgarità, e comunque permeate da una sana ironia, che
stempera anche le situazioni più scabrose.
Il
bombardino del Sig. Camillo è solo uno dei racconti di
questa raccolta, di cui alcuni già avevo letto in altre
sillogi di prose brevi sempre scritte da Chiara, ed è una
malinconica iniziazione sessuale dell’io narrante, con ogni
probabilità un Chiara molto giovane. Del resto sono poche le
occasioni per ridere con gusto, riservate in questo libro
malignamente al regime che caratterizzò il famoso ventennio,
detestato dall’autore, al punto che dovette riparare esule in
Svizzera per non essere incarcerato. In questo senso il racconto Il
povero Turati è esilarante, dove Turati è
quell’Augusto per un breve periodo Segretario del Partito
Nazionale Fascista che cercò, inutilmente, di ripulire dai
tanti profittatori, finendo tuttavia per essere emarginato. Chiara
coglie l’occasione di una visita ufficiale dell’alto
gerarca a Varese per descrivere un’adunata oceanica di
spettatori in una festa ridondante di retorica e che si conclude con
un incidente che ha il sapore di uno scherzo goliardico. Si ride, e
non poco, però si comprende benissimo la grande distanza che
anche allora c’era fra il popolo e i suoi rappresentanti,
sebbene il personaggio di Turati non sia del tutto negativo. Di buon
livello anche le prose in cui Chiara parla dalle sue “disavventure”
scolastiche, un vero discolo che di studiare proprio non aveva
voglia; si sorride soddisfatti leggendo Il mio paese e La
pagella, e si ride anche con il finale di Sulle onde del lago
Maggiore, con la sua breve esperienza di apprendista fotografo.
Mi
è piaciuto? Sì, mi è piaciuto come tutte le
altre opere di questo grande narratore, che meriterebbe di essere
riscoperto, perché i suoi scritti divertono, ma hanno
sostanza, a differenza di tanti altri di autori odierni, quasi sempre
banali e spesso noiosi.
Piero
Chiara nacque
a Luino nel 1913 e morì a Varese nel 1986. Scrittore tra i più
amati e popolari del dopoguerra, esordì in narrativa
piuttosto tardi, quasi cinquantenne, su suggerimento di Vittorio
Sereni, suo coetaneo, conterraneo e grande amico, che lo invitò
a scrivere una delle tante storie che Chiara amava raccontare a voce.
Da Il
piatto piange (Mondadori,
1962), che segna il suo esordio vero e proprio, fino alla morte,
Chiara scrisse con eccezionale prolificità, inanellando un
successo dopo l'altro.
E'
stato autore particolarmente fecondo e fra le sue numerose
pubblicazioni figurano Il
piatto piange (1962), La
spartizione (1964), Il
balordo (1967), L'uovo
al cianuro e altre storie (1969), I
giovedì della signora Giulia (1970), Il
pretore di Cuvio (1973), La
stanza del Vescovo (1976), Il
vero Casanova (1977), Il
cappotto di Astrakan (1978), Una
spina nel cuore (1979), Vedò
Singapore? (1981), Il
capostazione di Casalino e altri 15 racconti (1986).
Renzo
Montagnoli
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