Il
sangue sotto la neve
di
Stefano Ardito
Rizzoli
Editore
Narrativa
Pagg.
288
ISBN
9788817158916
Prezzo
Euro 16,00
Un
gran bel romanzo storico
Il
sangue sotto la neve è il primo romanzo scritto da
Stefano Ardito, dopo numerosissime guide, diversi articoli pubblicati
su quotidiani e periodici, alcuni saggi storici, lavori tutti che
hanno come comune denominatore la montagna, ambiente che è
particolarmente amato da un autore nato a Roma e quindi non
tipicamente un montanaro. Di suo avevo già letto Alpi di
guerra, Alpi di pace, un saggio storico che parla della Grande
Guerra, in particolare di eventi interessanti per ciò che
accadde sulla linea del fronte che andava dal massiccio dell’Ortles
al territorio poco più a nord della foce del Tagliamento.
L’impostazione data all’opera, lo stile particolarmente
efficace e una innata capacità di avvincere mi hanno fatto
apprezzare questo libro, tutti elementi positivi che ho trovato anche
qui, cioè in Il sangue sotto la neve, sulla cui
copertina, ad anticipazione dei suoi contenuti, si legge: “Il
romanzo degli alpini nella Grande Guerra”, “Dall’Adamello
alle Dolomiti a Caporetto, una grande storia di coraggio, amore,
amicizia.”. In effetti il libro parla dell’Arma degli
Alpini nel corso della Grande Guerra, narrando dei fatti salienti,
quali la battaglia al Passo della Sentinella, la mina del
Castelletto, la triste e tragica vicenda di Cesare Battisti, lo
scontro del Corno di Cavento, la ritirata di Caporetto, la presa e la
successiva perdita del Pizzo San Matteo, ecc.; si potrebbe pensare a
un testo esclusivamente storico, a un saggio, ma intelligentemente
Ardito ha inserito nella narrazione un personaggio sempre presente,
nella sua veste di osservatore dell’Ufficio Informazioni, il
capitano Antonio Renzi. I fatti raccontati e alcuni dei protagonisti
rispondono a realtà, mentre il personaggio sempre presente,
questo ufficiale fiorentino, è frutto di fantasia, di
creatività. Dico subito che è una persona di qualità,
ma non un eroe, il che non guasta, anzi dà tono e realtà
a quanto viene raccontato, costituisce un tratto comune che collega
bene i fatti veri di quella guerra. Si è trattato di una
scelta indovinata, perché la freddezza dell’evento
storico viene a essere stemperata dalla presenza di un personaggio
che rappresenta un’indubbia attrattiva. In questo modo, grazie
anche allo stile dell’autore, capace di avvincere con grande
efficacia, le pagine scorrono velocemente, perché, pur magari
già conoscendo i fatti narrati, viene naturale chiedersi che
ruolo avrà il capitano Renzi, come si comporterà, se ne
uscirà indenne; inoltre per evitare un’abbuffata di
guerra Ardito ha inserito anche pagine su una storia d’amore
fra l’ufficiale fiorentino e una bella crocerossina lombarda,
una parentesi di tenerezza in mezzo alla durezza e all’orrore
di un conflitto.
Penso
che si capisca che Il sangue sotto la neve mi è
piaciuto molto e pertanto non mi resta che consigliarvene la lettura.
Stefano
Ardito
(1954, Roma) regista di documentari, autore di numerosi libri sulle
montagne d’Italia e del mondo, escursionista, alpinista,
viaggiatore (ha percorso i sentieri delle montagne di tutto il mondo
tra cui Himalaya, Karakorum, Borneo, montagne dell'Africa, Messico,
Aconcagua, Patagonia, parchi degli USA e del Canada, massicci del
Mediterraneo ecc.). È una delle firme più note del
giornalismo di montagna e di viaggi italiano; i suoi reportage e le
sue inchieste sono stati pubblicati da «Airone»,
«Repubblica», «Il Venerdì», «Alp»,
«Meridiani» e «Specchio», settimanale de «La
Stampa». Scrive per «Il Messaggero», «Meridiani
Montagne», «Qui Touring», «Plein Air» e
altre testate. Ha collaborato come autore a vari programmi Rai (tra
questi Wilderness
- La nostra Terra,
presentato da Reinhold Messner), ha partecipato come ospite o
consulente a Linea
Verde, Tesori
di famiglia e Senti
la montagna e i
suoi documentari sono andati in onda per vent’anni nel
programma quotidiano Geo&Geo. In
seguito all'esperienza di presentatore, si è dedicato alla
realizzazione di documentari, prima come consulente e co-autore, e
poi come regista.
Tra
le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Il
gigante sconosciuto. Storie e segreti del Kangchenjunga, il terzo
Ottomila (Corbaccio,
2016),
Alpi di guerra, Alpi di pace (Corbaccio,
2015), vincitore del Premio Cortina Montagna 2015, Le
grandi scalate che hanno cambiato la storia della montagna (Newton
Compton, 2014), La grande avventura (Corbaccio,
2013), 101
luoghi archeologici d’Italia dove andare almeno una volta nella
vita (Newton
Compton, 2013), 101
storie di montagna che non ti hanno mai raccontato (Newton
Compton, 2011) e Alpini,
una grande storia di guerra e pace (Corbaccio
2019).
Negli
anni ha ideato (o collaborato a ideare) numerosi itinerari di
trekking attraverso l’Italia come i quattro percorsi
commissionati e pubblicati da «Airone» (Siena-Argentario,
Conero-Sibillini, Pavia-Portofino e Roma-Circeo), il tratto laziale
del Sentiero Italia e il sentiero Firenze-Roma, inaugurato nel 1996.
È stato tra gli ideatori e i promotori del Sentiero
Italia, il percorso che attraversa le Alpi, l’Appennino e le
isole maggiori, ancora in parte incompiuto.
Renzo
Montagnoli
|