Il
Piccolo Principe
di
Antoine de Saint-Exupéry
Giunti
Editore
Narrativa
Pagg.
128
ISBN
9788809795839
Prezzo
Euro 7,50
Il
bambino che è in noi
Ci
si può chiedere che senso abbia leggere oggi, o meglio rileggere,
una favola a cui mi sono avvicinato, se la memoria non m´inganna,
che avrò avuto all´incirca undici-dodici anni anni, e quindi più
di una sessantina di anni fa. I motivi possono essere i più vari,
quali ritrovare un sogno di giovinezza, ma credo soprattutto che si
sia trattato di verificare se quest´opera - che non avevo
disprezzato, ma che neppure mi aveva entusiasmato - alla luce di
un´abbondante maturità potesse confermare il lontano giudizio,
oppure se dovesse esserci una variazione, in positivo o in negativo,
dello stesso.
In
questa rilettura pesa non poco l´esperienza maturata, il disincanto
che è proprio dei vecchi, la difficoltà di vedere con gli occhi di
un bambino. Eppure, non posso nascondere che la favoletta ha un suo
fascino, rammentando che nella vita sono importanti valori come
l´amicizia, l´amore, l´altruismo, senza dimenticare che in noi
c´è un bene inestimabile, quell´innocenza propria dei bambini
che dobbiamo cercare di conservare nonostante il trascorrere del
tempo, le gioie e soprattutto i dolori che accompagneranno la nostra
esistenza. In questo senso Il piccolo principe, più
che una favola, è un sogno a occhi aperti fatto da un uomo maturo
negli anni, ma fanciullo nell´animo, un uomo che ha trovato nel
volo quella libertà che ha sempre cercato e che gli ha consentito
quella saggezza che è propria di quell´omino, il piccolo principe,
giunto sulla terra, guarda caso, dal cielo, su un asteroide. Chi
viene da lontano, chi non è inserito in un sistema, può vedere
meglio le storture dello stesso ed è quello che fa questo essere
spaziale, con una lezione di civiltà di rara efficacia. E´ il
mondo degli adulti oggetto delle critiche, adulti che hanno persa la
purezza dei bambini, ed ecco allora l´importanza di conservare
dentro di sé l´innocenza primitiva.
Certo
è che viene spontaneo il raffronto con Il fanciullino di
Giovanni Pascoli, perché entrambi gli autori, in epoche certamente
diverse, hanno saputo cogliere il segreto per un mondo migliore, un
mondo in cui ci si possa ancora stupire delle piccole cose, dove
l´affetto non deve avere interessi e in cui sia possibile ritrovare
noi stessi quali eravamo prima dell´età adulta, spesso immemori
dei sogni e dei desideri di quando eravamo bambini.
In
pratica con Il
piccolo principe
Antoine de Saint-Exupery ci insegna che dobbiamo vedere con il cuore,
perché quello che conta, l´essenziale, è invisibile ai nostri
occhi.
E´
una grande messaggio, scritto da un uomo che con il tempo è
diventato un mito e come tutti i miti è pure immortale, perché
nulla si sa della sua fine, del perché non sia ritornato durante la
guerra da una missione, ma soprattutto perché immortale è il
messaggio che ci ha lasciato con Il
Piccolo Principe.
Se
avevo delle riserve quando espressi il mio giudizio una sessantina di
anni fa, queste sono sciolte e il risultato è che mi ha talmente
soddisfatto da raccomandarne la lettura ai bambini, ma anche ai
grandi, perché, cercando dentro di noi, è sempre possibile trovare
almeno una traccia di quel bimbo che eravamo.
Antoine
de Saint Exupéry,
scrittore
francese (n. Lione 1900 - m. nel Mar Tirreno 1944). Traspose nei suoi
scritti la propria esperienza di pilota militare e civile,
sublimandola in una meditazione sulla vita che si configurò come
un'etica eroica fondata sull'ascesi e sul sentimento dell'onore e
della fraternità. Il suo nome è legato soprattutto alla favola
allegorica Le petit prince (1943;
trad. it. 1949): giunto sulla Terra da un pianeta lontano, il piccolo
principe - immagine metaforica del fanciullo che sopravvive nell'uomo
- soccorre l'aviatore e ne è a sua volta soccorso, condividendo con
lui le stesse esperienze.
Di
famiglia aristocratica e cattolica, attratto dal volo fin dall'età
di 12 anni, fu pilota militare durante il primo dopoguerra, quindi
pilota civile di grandi linee e protagonista di varî raid.
Mobilitato allo scoppio della seconda guerra mondiale, dopo
l'occupazione della Francia si trasferì a New York, e negli anni
1943-44 compì varie missioni belliche: il 31 luglio 1944 decollò
dalla Corsica, ma non fece più ritorno.
OPERE
Esordì
con le novelle di L'aviateur (1925), ma si affermò
come romanziere con Courrier sud (1928; trad. it.
1959), ambientato in Africa. Tra le sue altre opere si
segnalano Vol de nuit (1931; trad. it. 1959), vero e
proprio dramma della responsabilità ispirato alla sua esperienza in
America del Sud; Terres des hommes (1939; trad. it.
1942), sorta di saggio autobiografico intriso di misticismo, scritto
dopo un raid New York-Terra del Fuoco; Pilote de
guerre (1952; trad. it. 1959) e Lettres à un
otage (1943; trad. it. in Pilota di guerra,
1959), ispirati all'attualità politica; la delicata favola
allegorica Le petit prince (1943; trad. it. 1949).
Postumi apparvero Citadelle (1948; trad. it.
1978); Carnets (1953; trad. it. in Pilota di
guerra, 1959); Lettres de jeunesse à l'amie
inventée (1953); Lettres à sa mère (1955); Un
sens à la vie (1956; trad. it. 1967); Écrits de
guerre (1982). Nel 2007 è stato edito in Francia il
volume Manon, danseuse et autres textes inedits (trad.
it. 2008), in cui sono raccolti novelle, lettere e frammenti scritti
da S.-E. tra il 1925 e il 1943.
(da
Enciclopedia Treccani)
Renzo
Montagnoli