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  Recensioni  »  Vita da Jinetera, di Alejandro Torreguitart Ruiz . Edizioni Il Foglio 01/09/2007
 

Vita da jinetera

di Alejandro Torreguitart Ruiz

Traduzione di Gordiano Lupi

Copertina di Oscar Celestini

Edizioni Il Foglio

http://www.ilfoglioletterario.it/

lupi@infol.it

Narrativa – romanzo

Pagg. 133

ISBN: 88-7606-069-3

Prezzo: € 10,00

 

Juliana è una bella ragazza che vive con la madre e con il figlio Daglis, avuto da un marito tanto desiderato prima, quanto odiato poi per la sua violenza e da cui è fuggita.

Una situazione, quindi, quasi normale, se non fosse per il fatto che, per vivere, fa la jinetera, né più né meno che la nostra prostituta.

Ovviamente, non è una vocazione, ma una necessità quella di esercitare il mestiere più vecchio del mondo per poter mantenere la famiglia, per crescere il figlio, per farlo studiare nella speranza che un giorno, lui, si trovi in una Cuba diversa dall'attuale, dove un popolo è costretto ad arrangiarsi per mettere qualche cosa in tavola.

In pratica il romanzo è costituito dal racconto che fa Juliana della sua vita, fra episodi passati e presenti, ed è lei a parlare in prima persona, a narrare fatti e vicende all'autore che si è messo in testa di scrivere la sua storia.

L'escamotage dell'io narrante del protagonista e della presenza dello scrittore quale personaggio non è nuovo, ma nel caso specifico è reso con straordinaria abilità, conferendo alla vicenda un realismo quasi palpabile.

Juliana non è una figura negativa e non è nemmeno un'eroina, ma rappresenta la tragedia di un normale essere umano costretto a fare una vita che sicuramente, se i presupposti fossero stati diversi, non avrebbe nemmeno immaginato.

E così ci sono racconti di amplessi senza amore, di incontri occasionali che si rivelano poi delle colossali fregature, ma in un'atmosfera stanca, senza palpiti, perchè in assenza di speranze per l'avvenire Juliana accetta, accetta tutto come i normali incerti del mestiere.

Eppure è una donna viva, che ama il figlio, che saprebbe anche amare un uomo che non c'è, che sa accontentarsi di quelle piccole gioie che la vita, quella vita, può dare.

Fra queste ci sono anche i colloqui con Alejandro, lo scrittore, quasi una sorta di confessione liberatoria, perché lei ama parlare, ma soprattutto ama essere ascoltata, desidera che le sue parole assumano il significato di una piccola ribellione a un potere che la sovrasta e che solo pretende da lei, sia che si tratti del regime, sia che siano gli uomini dei suoi incontri, perché ha ancora una dignità, svilita certamente, ma non tanto da  non riuscire a comprendere che gli inermi, gli indifesi sono sempre in balia dei più forti.

In questo senso penso che l'autore sia ben riuscito a rendere la rassegnata desolazione di un popolo che, perdendo l'oggi, non vede il domani.    

 

Alejandro Torreguitart Ruiz (L'Avana, 1979) scrive poesie e racconti per la rivista El Barrio, è poeta repentista e cantautore. Suona in un gruppo rock chiamato Esperanza. Ha esordito in Italia con il romanzo breve Machi di carta - confessioni di un omosessuale (Stampa Alternativa, 2003) che ha avuto un buon successo di critica e di pubblico. A gennaio 2004 ha pubblicato il romanzo breve La Marina del mio passato (Edizioni Nonsoloparole - Napoli), a maggio 2005 il romanzo di ampio respiro Vita da jinetera (Il Foglio - Piombino) sul mondo della prostituzione, nel 2007 Cuba particular (Stampa Alternativa). Alcuni suoi racconti di impronta politico-esistenziale sono stati pubblicati da quotidiani e riviste. Tra questi: Il Tirreno, Il Messaggero, La Comune, Container, Progetto Babele, Il Filo, L'Ostile, Happy Boys. Gordiano Lupi è il traduttore e il titolare per lo sfruttamento dei diritti sulle sue opere in Italia e per l'Europa.

 

 
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