Vita da jinetera
di Alejandro Torreguitart Ruiz
Traduzione di Gordiano Lupi
Copertina di Oscar Celestini
Edizioni Il Foglio
http://www.ilfoglioletterario.it/
lupi@infol.it
Narrativa – romanzo
Pagg. 133
ISBN: 88-7606-069-3
Prezzo: € 10,00
Juliana è una
bella ragazza che vive con la madre e con il figlio Daglis,
avuto da un marito tanto desiderato prima, quanto odiato poi per la sua
violenza e da cui è fuggita.
Una situazione, quindi, quasi
normale, se non fosse per il fatto che, per vivere, fa la jinetera,
né più né meno che la nostra prostituta.
Ovviamente, non è una vocazione, ma
una necessità quella di esercitare il mestiere più vecchio del mondo per poter
mantenere la famiglia, per crescere il figlio, per farlo studiare nella
speranza che un giorno, lui, si trovi in una Cuba diversa dall'attuale, dove un
popolo è costretto ad arrangiarsi per mettere qualche cosa in tavola.
In pratica il romanzo è costituito dal
racconto che fa Juliana della sua vita, fra episodi
passati e presenti, ed è lei a parlare in prima persona, a narrare fatti e
vicende all'autore che si è messo in testa di scrivere la sua storia.
L'escamotage dell'io narrante del
protagonista e della presenza dello scrittore quale personaggio non è nuovo, ma
nel caso specifico è reso con straordinaria abilità, conferendo alla vicenda un
realismo quasi palpabile.
Juliana non è
una figura negativa e non è nemmeno un'eroina, ma rappresenta la tragedia di un
normale essere umano costretto a fare una vita che sicuramente, se i
presupposti fossero stati diversi, non avrebbe nemmeno immaginato.
E così ci sono racconti di amplessi
senza amore, di incontri occasionali che si rivelano poi delle colossali
fregature, ma in un'atmosfera stanca, senza palpiti, perchè in assenza di
speranze per l'avvenire Juliana accetta, accetta
tutto come i normali incerti del mestiere.
Eppure è una donna viva, che ama il
figlio, che saprebbe anche amare un uomo che non c'è, che sa accontentarsi di
quelle piccole gioie che la vita, quella vita, può dare.
Fra queste ci sono anche i colloqui
con Alejandro, lo scrittore, quasi una sorta di
confessione liberatoria, perché lei ama parlare, ma soprattutto ama essere
ascoltata, desidera che le sue parole assumano il significato di una piccola
ribellione a un potere che la sovrasta e che solo pretende da lei, sia che si
tratti del regime, sia che siano gli uomini dei suoi incontri, perché ha ancora
una dignità, svilita certamente, ma non tanto da non riuscire a comprendere che gli
inermi, gli indifesi sono sempre in balia dei più forti.
In questo senso penso che l'autore
sia ben riuscito a rendere la rassegnata desolazione di un popolo che, perdendo
l'oggi, non vede il domani.
Alejandro Torreguitart Ruiz (L'Avana, 1979) scrive poesie e racconti per la rivista El Barrio, è poeta repentista e cantautore. Suona in un gruppo rock
chiamato Esperanza. Ha esordito in Italia con il romanzo breve Machi di carta - confessioni di un omosessuale (Stampa Alternativa, 2003) che ha avuto un buon successo di
critica e di pubblico. A gennaio 2004 ha pubblicato il
romanzo breve La
Marina del
mio passato (Edizioni Nonsoloparole - Napoli), a maggio
2005 il romanzo di ampio respiro Vita da jinetera (Il Foglio - Piombino) sul mondo
della prostituzione, nel 2007 Cuba particular (Stampa Alternativa). Alcuni suoi racconti di impronta politico-esistenziale
sono stati pubblicati da quotidiani e riviste. Tra questi: Il Tirreno, Il
Messaggero, La Comune, Container, Progetto
Babele, Il Filo, L'Ostile, Happy Boys. Gordiano Lupi è il traduttore e il
titolare per lo sfruttamento dei diritti sulle sue opere in Italia e per
l'Europa.