La casa della serva
di Nino Montanari
Prefazione di Giuseppe Prosperi
Postazione di Stefano Martello
Copertina di Elvira Palgiuca
Fara Editore
www.faraeditore.it
Narrativa – romanzo
Pagg. 285
ISBN: 9788895139240
Prezzo: € 13,00
Dopo aver letto la prefazione, non si
può non emozionarsi già dalla prima pagina di questo romanzo della memoria,
soprattutto per uno come me che ha vissuto un certo
periodo.
Si potrà obiettare che la vicenda non
ha nulla di trascendentale, che non ci sono messaggi di grande portata, ma La casa della serva è un prezioso
scrigno di ricordi di un'epoca che sembra ormai lontana mille
e più anni.
In un paese sconvolto dalla guerra,
dove la miseria è l'elemento dominante, la storia di Zvanin,
questo bimbetto che è affetto da balbuzie e che non ama la scuola, è dipinta
con un pennello d'artista, un susseguirsi di quadri che ben rendono l'atmosfera
di un'Italia che cerca di risorgere.
L'analisi psicologica del
protagonista principale è sapientemente intrecciata con quella dei comprimari,
in una ricerca di identità che offre dignità a tutti, dal babbo Carlone al Barone, un povero scemo di guerra.
E di quel periodo c'è tutta
l'atmosfera, con i comizi per le prime elezioni, l'evidente parzialità al riguardo
della chiesa cattolica, la solidarietà tipica della povera gente, il
paternalismo dei ricchi, la vecchia vaporiera che assurge a simbolo di
rinascita.
Zvanin è un
personaggio che non è possibile dimenticare, perché è vivo, quasi da toccarlo
con mano; i suoi silenzi, le sue riflessioni, le sue paure, il suo modo di
percepire la realtà sono un po' parte di noi, di quando
avevamo quell'età, ma, soprattutto, vivevamo in quell'epoca.
In Montanari è evidente la nostalgia
che sale pari passo con il ricordo e poco a poco dalla nebbia emergono le
immagini che pure io ho visto: i banchi di scuola con il legno intriso
d'inchiostro, la maestra che non aveva ancora perso il concetto di educazione
dell'epoca fascista, le aule fredde, la sagra di paese.
Un mondo in cui ho vissuto e che è
stato spazzato via da un altro di cui non vorrei aver ricordi.
Può sembrare una frase fatta dire che
si stava meglio, quando si stava peggio, ma allora Zvanin
aveva una sua dignità di essere umano, con tante speranze, sogni e illusioni,
mentre oggi non sarebbe altro che il risultato di un
copia-incolla di un bambino standard.
Questo romanzo di Nino Montanari è
scritto in modo delizioso e merita tanto di essere letto.
Nino Montanari è nato a
Villa Verucchio (RN) il 6 dicembre 1941 e vive a
Rimini. Per lunghi anni ha svolto il lavoro di operaio, per approdare, poi, ad
attività che più di altre
ha amato: insegnante nella scuola statale, animatore nell'extra scuola e,
successivamente, dirigente scolastico fino a tempi recenti. Ama la lettura e il
cinema. Coltiva, a livello amatoriale, il teatro e la musica. Ha collaborato a
lungo con il Centro Educativo Italo Svizzero
di Rimini.
È attualmente membro della Fondazione “Margherita Zoebeli”,
del gruppo di musica etnica della Romagna Uva Grisa
e di altre associazioni culturali.