La condanna del sangue
La primavera del commissario Ricciardi
di Maurizio de Giovanni
Fandango Libri
Narrativa romanzo
Pagg. 374
ISBN: 9788860440532
Prezzo: € 12,50
La
primavera arrivò a Napoli il quattordici aprile millenovecentotrentuno, poco dopo
le due del mattino.
Arrivò
in ritardo e come al solito, con un colpo di vento nuovo dal sud, dopo un
acquazzone.
Dopo l'inverno del Senso del dolore arriva per il
commissario Ricciardi la primavera de La condanna del sangue, una stagione di
risvegli, di nuovi amori che sbocciano, ma anche di delitti, fra i quali
quello, particolarmente efferato, che vede come vittima una cartomante e usuraia.
Come per il precedente la vicenda
gialla, pur se apprezzabile, costituisce solo l'ossatura intorno alla quale è
costruito il romanzo vero e proprio e qui de Giovanni mostra l'indubbia
capacità di non ripetersi, creando nuovi personaggi di contorno e colorando più
intensamente, scendendo ancor di più dentro l'anima, quelli che già si
conoscono: il tormentato e malinconico commissario Ricciardi,
il pratico, ma umano, brigadiere Maione,
il Dr. Modo, medico legale pragmatico e antifascista,
e lei, Enrica, la dirimpettaia, un amore silenzioso e mai dichiarato.
Il romanzo procede a ritmo costante
con lo svolgimento razionale della trama principale, accompagnata da altre solo
in apparenza minori e che si
ricollegano come in un mosaico a dar vita all'immagine di un'umanità dolente,
in cui la passione, la gelosia, i sentimenti e perfino
il delitto sono l'espressione di un'esistenza in cui la felicità è solo una
chimera.
Così accanto al feroce delitto della
cartomante ci sono le vicende di Filomena, la più bella di Napoli, e perciò desiderata dagli uomini e
odiata dalle donne, oppure quella di un
sogno infranto di un povero pizzaiolo che si era illuso di poter guadagnare di
più.
Su tutte, però, domina il sempre
presente senso del dolore di Ricciardi, quell'intima
pietà che in un mondo di fame e di morte riesce ad aver ragione del più gretto
materialismo, conferendo dignità non solo alle vittime, ma anche ai colpevoli.
In questo contesto di grande effetto,
dove l'ambientazione e l'atmosfera sono resi in modo veramente pregevole, di
tanto in tanto c'è lo spazio anche per osservazioni illuminanti, come questa:
L'usura
è vile, pensava Ricciardi: tra i delitti più tristi,
perché prende la fiducia e la rivolta contro chi la dà. E succhia lavoro,
speranze, aspettative, succhia via il futuro.
Non mancano, inoltre, tutte le
menzogne di un regime (il romanzo è ambientato in epoca fascista) dove tutto
deve essere bello e ordinato, dove la gente deve essere ricca, parole vuote che
stridono con l'opprimente realtà.
Scritto in punta di piedi, con un
lessico semplice, ma assai efficace, La
condanna del sangue mi ha avvinto già dall'inizio e, quando alla fine Ricciardi scorge nuovamente attraverso i vetri della
finestra la dirimpettaia che ricama pensando a lui, mi sono messo a piangere,
perché quel ritrovato timido silenzioso amore è la conclusione logica di un
romanzo stupendo, che è maturato dentro di me pagina dopo pagina, mettendo
radici profonde.
E poi mi vengono le lacrime solo
quando arrivo all'ultima pagina di un capolavoro.
Maurizio
de Giovanni è nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Con il Senso
del dolore (Fandango Libri, 2007) di prossima pubblicazione in Francia e in
Germania dà inizio alle stagioni del commissario Ricciardi.
Dopo La condanna del sangue sono previsti altri due titoli.