L'ultima
partita a carte
di Mario
Rigoni Stern
Edizioni Einaudi
Narrativa romanzo
Pagg. 107
ISBN: 9788806156305
Prezzo: € 9,80
“Quando
arrivai al Discorso della Montagna tutto mi apparve chiaro, mi sembrava di capire
senza alcuna ombra. Era la fame che mi aveva portato na
questa chiarezza di pensiero? Capii che gli uomini liberi non erano quelli che
ci custodivano, tanto meno quelli che combattevano per la Germania di Hitler. Che
noi lì rinchiusi eravamo uomini liberi.”
Questo piccolo volume (sono 107
pagine) ha una sua precisa valenza, non solo nell'ambito della produzione
letteraria di Mario Rigoni Stern, ma anche per comprendere che cosa
effettivamente avvenne nella seconda guerra mondiale, quale doloroso e infinito
calvario dovettero compiere gli italiani per le follie
di un regime già morente ancor prima dello scoppio del conflitto.
E' la storia vista e scritta da chi
l'ha vissuta, una testimonianza che nella narrazione prende corpo, partendo da
singoli episodi, per giungere, grazie alle riflessioni equilibrate effettuate a
distanza di tempo, a una visione globale di rara efficacia.
E' il lavoro di un umile, di un
protagonista suo malgrado che cerca di capire, che
vuole che non si dimentichi.
Ci sono dei passi illuminanti,
metafore migliori di qualsiasi trattato o saggio storico, come questo, un breve
discorsetto durante il commiato dallo zio di Torino:
“zio,-gli dissi,- vedrai che finirà presto. Quando noi
arriveremo in Russia sarà già tutto finito. Mi guardò in silenzio. Sussurrò: -
ragazzo, tu parti perché sei un soldato. Ti auguro solo di tornare. Queste
ultime parole scesero pesanti e riprendemmo la partita. Loro, quelli cui andavo a combattere,
avevano il settebello, gli ori, gli assi, noi le scartine. Le
nostre figure erano già giocate.”
Dai preparativi, con la vile aggressione alla
Francia, alla campagna di Albania, a quella di Russia, alla dura prigionia nei
lager tedeschi, è un susseguirsi di passi dolorosi, di un progressivo sordo
rancore che s'impossessa dello scrittore, che comprende quanto il ventennio
fosse stato solo un palcoscenico di menzogne, di false verità, e come l'onore e
la patria, così frequenti nei discorsi fascisti, fossero parole buttate lì,
tanto per riempire le orecchie di ignari cittadini, ora vittime di un inutile
sacrificio.
Da leggere, per riflettere, per diffidare di chi
parla di grandezze, di chi si ciba di retorica, di chi ambisce a essere un uomo
della provvidenza.
Mario
Rigoni Stern (Asiago, 1921 - 2008).
Ha scritto Il sergente nella neve (1953), Il
bosco degli urogalli (1962), Quota
Albania (1971), Ritorno sul Don
(1973), Storia di Tonle (1978)
(Premio Campiello e premio Bagutta), Uomini, boschi e api (1980), L'anno
della vittoria (1985), Amore di confine (1986), Il libro degli
animali (1990), Arboreto salvatico (1991),
Le stagioni di Giacomo (1995) (Premio Grinzane
Cavour), Sentieri sotto la neve (1998), Inverni lontani (1999), Tra
due guerre e altre storie (2000), L'ultima partita a carte (2002), Aspettando
l'alba e altri racconti (2004), I racconti di guerra (2006), Stagioni
(2006).