I
pugnalatori
di Leonardo Sciascia
Nota finale dell'autore
Adelphi Edizioni
Collana Piccola
Biblioteca Adelphi
Narrativa romanzo storico
Pagg. 108
ISBN: 9788845917516
Prezzo: € 8,00
Il 1° ottobre 1862 la
città di Palermo è funestata da una terribile azione criminale; infatti, alla
stessa ora, e in luoghi diversi tredici persone, in nessuna relazione fra loro,
vengono pugnalate da sconosciuti. A investigare sul grave fatto di sangue, che
appare subito come il frutto di una sordida macchinazione, è il procuratore
Guido Giacosa, piemontese e da poco dimorante in
Sicilia. Riuscirà, con non poche difficoltà, a scoprire i colpevoli e anche i
mandanti, ma questi ultimi sono personaggi di elevato livello e il povero
magistrato ne uscirà distrutto.
Da un fatto veramente
accaduto, Leonardo Sciascia costruisce qualche cosa di più di un romanzo
storico, ma un'indagine nell'indagine, una serrata e logica dissezione del
potere che, nelle sue faide, richiama comportamenti che saranno motivo di lutti
più di un secolo dopo.
E' veramente rilevante la
lucidità con la quale lo scrittore siciliano descrive l'atmosfera dell'epoca, di una Sicilia da poco parte del Regno d'Italia, con
i nobili locali che proseguono nel loro assurdo gioco di abbracciare la causa
del nuovo governante, per poi immancabilmente chiedere il ritorno del
precedente, tutti tesi a speculare vantaggi spesso risibili.
In un complotto di grande
portata solo l'opera di Giacosa, onesto e ligio
funzionario di giustizia, riesce a impedirne la prosecuzione, volta a creare
destabilizzazione, sfiducia, paura nei cittadini per stragi inspiegabili che
purtroppo ricorrono nella storia del nostro paese. Gli indizi, le prove sono
tali da consentire la condanna degli esecutori e dei mandanti, ma nelle mani
del boia finiranno solo quei pugnalatori che per una modesta somma hanno sparso
il terrore in città. La testa del serpente, nobili ed ecclesiastici, non viene
nemmeno scalfita, nella logica aberrante che i poteri e i contropoteri sono
composti da individui della stessa pasta, una specie di confraternita che gioca
a una guerra le cui vittime sono solo i cittadini.
I pugnalatori è
indubbiamente un'opera minore, ma il pensiero di Sciascia la permea dalla prima
all'ultima riga. E infatti il romanzo termina con una
frase che abbiamo già sentito troppe volte:
Ad un certo punto del suo intervento sull'interpellanza La Porta, Francesco Crispi aveva detto:- Penso che il mistero continuerà e che
giammai conosceremo le cose come veramente sono avvenute.
Sciascia laconicamente
aggiunge: Si preparava così a governare
l'Italia.
La lettura è più che
consigliata.
Leonardo
Sciascia (Racalmuto,
8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989). E' stato autore di saggi e
romanzi, fra cui: Il giorno della civetta
(Einaudi, 1961), A ciascuno il suo
(Einaudi, 1966), Todo modo (Einaudi, 1974), La scomparsa di Majorana
(Einaudi, 1975), I pugnalatori
(Einaudi, 1976), Candido, ovvero un sogno
fatto in Sicilia (Einaudi, 1977), Il
cavaliere e la morte (Adelphi, 1988), Una storia semplice (Adelphi,
1989).
Renzo
Montagnoli