Il menu
di Sergio Sozi
Castelvecchi Editore
www.castelvecchieditore.com
Narrativa romanzo
Pagg. 106
ISBN: 9788876153303
Prezzo: € 13,00
Sergio Sozi ha innati il senso e il
sentimento dell'italianità, probabilmente ancor più vivo in quanto residente
all'estero, in una terra dove, peraltro, esistono nostri numerosi connazionali
che mai hanno perso la loro identità, e ciò nonostante guerre, spostamenti di
confini e finanche diaspore.
Non poteva pertanto rimanere indifferente alla situazione di
un'Italia i cui abitanti hanno abiurato inconsciamente le loro origini,
gettandosi, nel servilismo più totale e masochista, fra le braccia di altre
civiltà, in primis quella americana.
Siamo diventati così una colonia in cui scimmiottare gli usi di
altri, i padroni, che invece assorbono da noi, adattando alle loro esigenze, le
nostre ormai scomparse tradizioni culturali.
Sozi, che è un cultore dell'italianità,
della nostra lingua, della nostra letteratura non poteva restare indifferente a
questa abdicazione di coscienza collettiva e ha voluto parlarne a suo modo, con
la sottile ironia che gli è propria.
Ha ideato, così, e scritto un romanzo fantastico, in una versione distopica, immaginando il nostro paese nel non così lontano
futuro 2050.
La visione catastrofica, di una nazione che non è più nazione,
viene abilmente stemperata da un atteggiamento satirico, che muove anche al
riso per le nostre disgrazie, e proprio per questo resta l'amaro in bocca.
La scoperta di un diario del vecchio poeta Cesare Menicucci, ormai scomparso, offre all'io
narrante, tale Lukin Philipucci,
i resti archeologici di quella che fu una grande civiltà,
estintasi nel 2003 quando venne chiusa l'ultima biblioteca italiana.
Dopo quella data si entra in una nebbia letteraria, in cui
predominano strani linguaggi, tutto fuorché l'italiano, e cessa la memoria, non
tramandata alle nuove generazioni, con una perdita così dell'identità
nazionale, ma anche della personalità individuale. Il nostro paese è ormai
decaduto, spopolato, e nemmeno l'ombra di ciò che era.
E' forse superfluo che dica che la visione dell'Italia, effettuata
a ritroso, sulla scorta di questo diario, in cui i versi di Menicucci
scandiscono gli eventi, come fossero le portate di un vero e proprio menu, è
quella, pari pari, che
abbiamo sotto i nostri occhi, con una popolazione avulsa dalla realtà e che
vive di apparenza, in cui ritmi e comportamenti sono scanditi da mode sì
imposte, ma a cui ben volentieri ci si adegua, insomma una società di quasi decerebrati,
in preda alla perenne convinzione che l'uso della mente sia solo compito di chi
tiene le redini del paese.
La struttura nazionale così si disgrega, con edifici fatti di
cartapesta che crollano al primo sboffo d'aria, con un ricorso a una lingua
diventata del tutto incomprensibile, anzi atta a generare ancor più confusione
in gente non adusa a leggere testi di qualità, ma solo soporiferi romanzetti
atti alla conservazione di uno stato di perniciosa indifferenza.
E con l'incapacità di comunicare arriva l'impossibilità di
tramandare ad altri, così che le origini e le tradizioni, tutto ciò che è
cultura, viene ad essere dimenticato.
Ma come è potuto accadere uno scempio del genere?
Leggete questo “divertente” romanzo e lo saprete, con un'avvertenza,
però: è vero che si tratta di fantasia, ma è purtroppo ben ancorata alla
realtà. Quindi Il menù non è stato scritto solo per rallegrare, per far
trascorrere bene qualche ora di lettura, ma è un monito preciso, affinché ci
attiviamo per non ridurci come i futuri Lukin Philipucci.
Ah, un'ultima annotazione: state attenti alla lingua in uso nel 2050,
perché è una vera chicca.
Sergio Sozi
è vissuto in Umbria e in Slovenia. Giornalista culturale per testate italiane e
slovene, poeta e narratore, già Premio Scritture di
Frontiera di Trieste e Primorska Srecanja,
ha pubblicato colloqui con Dacia Maraini, Sebastiano Vassalli, Diego Marani e Claudio Magris.
Il suo primo libro fu la raccolta poetica ''Oggetti volanti''
(Perugia 2000, segnalato dal Premio Sandro Penna 1999), seguito da ''Il maniaco
e altri racconti'' (Roma 2007, racconto eponimo segnalato dal Concorso
Scritture di Frontiera).
Il racconto ''Ginnastica d'epoca fredda'', prima di essere
pubblicato nel 2009 in
Italia da Historica Edizioni, è stato segnalato e
antologizzato in Croazia nel 2008
a cura del Premio Fulvio Tomizza
– Lapis Histriae.
Renzo
Montagnoli