Lettere al Presidente
di Franco Ferrarotti
Edizioni Solfanelli
www.edizionisolfanelli.it
Saggistica
Pagg. 160
ISBN: 978-88-89756-67-6
Prezzo: € 12,00
Che Franco Ferrarotti, nella sua prefazione, parli di una fase di
stagnazione culturale e di onnipervasiva politica
mediatica, in cui l'identità personale tende a scambiarsi con la notorietà
televisiva, mi è di grande conforto, perché è quanto osservo da anni e anche ne
scrivo. Se un sociologo del suo calibro è pervenuto a una simile conclusione,
vuol dire che non è un problema avvertito solo da me, o magari supposto, ma è
realtà, è concretezza di una situazione che peggiora di giorno in giorno.
Il prof. Ferrarotti fornisce una spiegazione di questo libro alla
luce dell'interesse, ormai pluriennale, in ordine a una revisione della Carta
Costituzionale, con particolare riguardo alla seconda parte, cioè a quella
successiva ai Principi Fondamentali su cui si regge, o dovrebbe reggersi, il
nostro Stato.
Il titolo,
peraltro, prende spunto da una Lettera aperta al Presidente (all'epoca Cossiga)
pubblicata sull'Unità del 24 luglio 1990.
Considero
questa indicazione di finalità un forte richiamo, poiché si ricomprendono nel
libro numerosi editoriali, pubblicati soprattutto sull'Unità, nel periodo 1975
– 2004, sui quali dovrebbero non poco riflettere i tre ex Presidenti della
Repubblica, onde poter esprimere la loro saggezza in un'epoca, quale l'attuale,
in cui la politica ha raggiunto il suo apice congiunturale.
Oltre la
succitata lettera, ci sono numerosi articoli, anche con critiche all'allora Partito
Comunista, con escursioni in campo letterario o proprie della materia di Ferrarotti, insomma un insieme di pezzi di tematiche diverse
che, secondo me, non sono stati inseriti a caso, tanto per riempire le pagine,
ma che sono un po' la storia del nostro paese, per dimostrare che situazioni e
problemi non nascono mai di colpo, ma hanno gestazioni di non breve durata.
Significativo
in questo senso è l'editoriale dell'Unità del 18 dicembre 1990 intitolato La
Sicilia sola. C'è da vergognarsi ad ogni terremoto. L'abbandono, o
meglio la mancata partecipazione di membri dell'esecutivo alle esequie delle
vittime e la generale indifferenza per la sorte dei superstiti offre la misura
del progressivo scollamento della classe politica italiana dalla realtà del
paese.
Già però
l'articolo comparso su L'Unità il 30 ottobre dello stesso anno, con il quale Ferrarotti ammette di aver sbagliato polemizzando con Pier
Paolo Pasolini in ordine all'appassionata denuncia del poeta di “questo
paese orrendamente sporco”, è sintomatico di una presa di coscienza in
chi si accorge dell'intollerabilità del marciume che regna sovrano in Italia.
Soprattutto, c'è la dolorosa conclusione di un'impossibilità di salvezza alla
luce di una dilagante corruzione a tutti i livelli e riguardante ogni partito
politico. Si parla dello scandalo della ricostruzione in Irpinia dopo il
terremoto e sul fatto che probabili accordi - come poi è accaduto - fra
governanti e le altri parti politiche, possa mettere
tutto a tacere. Già allora l'opposizione non era tale, già allora si poteva
individuare un'oligarchia che soffoca ogni regime democratico, già allora, in
buona sostanza, era prevedibile l'oggi.
Lettere al
Presidente diventa quindi un'analisi spietata della struttura del nostro paese,
della sua classe politica, ma anche dell'accondiscendenza di tutti gli
italiani, e i mali non si guariscono se non c'è la volontà almeno di tentare di
curarli.
Un saggio
sicuramente da leggere.
Franco Ferrarotti è professore emerito di sociologia
nell'università di Roma "La
Sapienza"; vincitore del primo concorso bandito in
Italia per questa materia; già responsabile della divisione "Facteurs sociaux" all'OECE, ora OCSE, a Parigi;
fondatore, con Nicola Abbagnano,
dei Quaderni di sociologia nel 1951; dal 1967 dirige La Critica
sociologica; nel 1978 nominato "directeur
d'études" alla Maison
des Sciences de l'Homme
a Parigi; insignito del premio per la carriera dall'Accademia nazionale dei
Lincei il 20 giugno 2001. Numerose sue
pubblicazioni sono state tradotte all'estero. Ha insegnato e condotto ricerche presso molte università straniere.
Renzo
Montagnoli