Una terribile eredità
di Gordiano Lupi
Gruppo Perdisa
Editore
Narrativa romanzo
Pagg. 128
ISBN: 978
88 8372 376 6
Prezzo: € 12,00
Un incubo che si materializza in un uomo apparentemente normale, ma segnato da un'esperienza che ha fatto emergere
quegli istinti bestiali presenti in ogni individuo, confinati sul fondo della
coscienza, ma pronti a esplodere quando si verifichi un fatto, un evento che
funge da catalizzatore. Una terribile eredità, l'ultimo
romanzo di Gordiano Lupi, è un noir profondamente distopico,
in cui la realtà umana viene vista con un senso di profonda disillusione, una
presa di coscienza sull'imperscrutabile e ignoto che è dentro di noi, su quel
male che ci portiamo appresso senza saperlo.
La vicenda ha inizio in un'Angola insanguinata dalla guerra, a cui
il protagonista cubano partecipa non per vocazione, ma perché praticamente
obbligato. E' una parte, questa, del romanzo in cui l'autore piombinese ha
dovuto far leva molto sulla fantasia, poiché non conosce quei posti, così che
ne risulta uno stato abbastanza “sui generis”, ma proprio per questo
emblematico di qualsiasi conflitto. I bombardamenti, le imboscate, le
uccisioni, il cameratismo, lo sfogo con le puttane, la paura, la nostalgia sono
proprie di ogni ostilità e il solo fatto che questo avvenga in Africa, anziché
in Europa, nulla toglie alle sensazioni dei protagonisti, all'orrore dilagante,
all'angoscia, perché questo è caratteristica di ogni guerra.
Quando la morte è sempre al tuo fianco i freni inibitori si
allentano, si diventa capaci di tutto, anche, per necessità, di divorare i
propri simili.
Questo fatto, che ha segnato indelebilmente la mente del
personaggio principale, è stato dapprima dallo stesso oscurato, ma il non
poterne parlare, il non trovare sfogo a un tormento che scava in profondità fa
vacillare la personalità, fa prorompere quel che di male è sempre presente in
noi.
E così, nella seconda parte, che si svolge a Cuba e la cui
conoscenza all'autore giova in modo rimarchevole, ha inizio il vero e proprio
noir, una ripetizione del rito macabro del cannibalismo in Angola per un uomo
che, ritornato alla vita consueta, non ha più il supporto psicologico della
moglie, morta di parto nel dargli alla luce un figlio che conosce già cresciuto.
Avvilito per le esperienze della guerra, senza un preciso
riferimento affettivo, disgustato per la decadenza del regime – al riguardo è
molto riuscito il contrasto fra la bellezza della natura e lo
squallore di un'umanità senza speranza - , diventa facile preda di un mal
sottile a cui cerca invano di resistere e così inizia il suo percorso di
mostro, attirato da vittime innocenti quali i bambini.
Il suo racconto, iniziato con la guerra in Angola, si svolge
nell'intrico di una ragnatela sempre più fitta, di cui finisce con l'essere
carnefice e vittima.
E' un uomo solo con il suo male, con la sua disperazione, con il
suo dolore, immerso in un orrore a cui cerca invano di sfuggire.
Il percorso torbido della mente riesce a dare al protagonista una
visione umana, grazie al senso di pietà che emerge dalle righe.
E Cuba vive la sua grigia esistenza, descritta in modo ammirevole,
nell'impassibilità di un governo incapace di comprendere l'animo umano.
La lettura è, ovviamente, più che consigliata.
Gordiano Lupi (Piombino, 1960) ha tradotto i
romanzi del cubano Alejandro Torreguitart
Ruiz. I suoi lavori più
recenti sono: Cuba Magica - consersazioni
con un santèro (Mursia,
2003), Un'isola a passo di son - viagio
nel mondo della musica cubana (Bastogi,
2004), Orrori tropicali - storie di vudu,
santeria e palo mayombe (Il Foglio, 2006), Almeno
il pane Fidel - Cuba quotidiana (Stampa Alternativa, 2006), Avana Killing (Sered, 2008), Mi Cuba (Mediane, 2008). Cura
la versione italiana del blog "Generaciòn
Y" della scrittrice cubana Yoani
Sànchez e ha curato il suo
primo libro Cuba libre (Rizzoli, 2009).
Renzo
Montagnoli