Il viaggiatore di Agartha
di Abel Posse
Edizioni Tre Editori
www.treditori.com
Narrativa romanzo
Pagg. 260
ISBN: 9788886755696
Prezzo:
€ 16,00
<Chiameremo Vril l'energia cosmica, primaria, che risiede in ogni uomo.
L'atrofizzata forza dei geni, degli eroi. La forza che alita sotto la nostra
necrosi>.
<E' incredibile la
quantità di vita che possiede ancora il defunto Wood. La vive in me.>
Al movimento
nazionalsocialista si sono volute forzatamente attribuire origini filosofiche,
prendendo a pretesto il famoso Superuomo teorizzato da Friedrich Wilhelm
Nietzsche. Indubbiamente, nella visione pessimistica del filosofo tedesco, che
vede concettualmente il mondo occidentale e, soprattutto, l'Europa come una
colossale messinscena, considerando che i suoi valori come la scienza, il
progresso e la religione siano privi di fondamento e abbiano una natura
esclusiva di finzione, il nazismo trovò la base per la definizione di un uomo
nuovo, depurato dai vizi borghesi d'origine e quindi di razza pura, senza
mescolanze che ne possano minare l'identità.
In realtà le
origini di questa ideologia si trovano nella Società di Thule,
di carattere segreto, fondata nel 1910 da Felix Niedner,
sotto l'influenza degli scritti di Lanz von Liebenfels, un miscuglio di paganesimo nordico, di
antisemitismo, di teosofia. Questa setta si ispirò al buddismo tibetano,
deformandolo ed adattandolo alle sue esigenze di potere, nonché alle teorie esoteriche
di Helena Petrovna Blavatsky,
celebre medium, che asseriva di essere in rapporto telepatico con gli antichi
“Maestri sconosciuti”, i superstiti di una razza eletta, che sarebbe vissuta in
Asia Centrale, fra il Tibet e il Nepal, e che si sarebbero rifugiati a causa di
un'immane catastrofe in una zona desertica, fondando una civiltà sotterranea,
la mitica Agartha.
Ora i seguaci di Thule miravano, attraverso contatti extrasensoriali, a
collegarsi con questa sorta di superuomini, al fine di ricreare la razza
superiore.
Tutto questo
preambolo è indispensabile per la comprensione del libro di Posse,
un autentico capolavoro,
in parte romanzo, anche storico, in parte fine analisi
dell'identità dell'autentico nazista.
In un anno, il 1943, in cui le sorti della
guerra già si avviano alla sconfitta per il Reich, Hitler affida una missione
difficile e disperata a un giovane delle SS: trovare la mitica Agartha e con i poteri dei suoi superuomini ribaltare le
sorti del conflitto.
E' un'avventura nel
mistero, un lungo viaggio per strada e all'interno di sé in cui il protagonista
vedrà cadere una a una le certezze dell'ideologia e Agartha in un certo senso rivelerà il magico potere di far
riacquistare all'uomo la consapevolezza dei suoi limiti, l'impotenza di fronte a
fatti ed eventi più grandi di lui.
Altro motivo di
interesse è la progressiva immedesimazione del personaggio principale con un
agente inglese, Wood, di cui ha preso l'identità, dopo che questi, catturato in
Francia, è stato ucciso dai nazisti.
Prima le
osservazioni, poi i dubbi e infine i raffronti fra il tedesco e l'inglese,
finiscono per incrinare la monoliticità del primo, il
tutto narrato con una finezza psicologica di grande effetto.
La vicenda si
svolge in un territorio in cui il tempo non ha senso, ci sono sì albe e
tramonti, ma non esistono giorni della settimana, né mesi, né ore, tutto appare
avulso dai concetti dell'uomo per così dire evoluto, in un'unione cielo, terra
e anima che porta piano piano a un'infinita
beatitudine e anche l'aspetto sessuale appare sfrondato da relazioni complesse
e caotiche, in una naturalezza completa che finisce per costituire un altro
mezzo per giungere all'equilibrio perfetto.
Per chi teme di
trovarsi di fronte a qualche cosa di fantastico senza alcun fondamento dico
solo che c'era chi credeva, c'era chi basava i suoi concetti distorti su un
esoterismo a tratti raffinato, a tratti volgare.
Invece, per coloro
che possono paventare una certa pesantezza, evidenzio che la struttura
narrativa è agile e snella e si avvale di un ritmo e di una serie di cambi di
scena propri dei libri di avventura.
Non posso
dimenticare, poi, la straordinaria capacità dell'autore nel rappresentarci un
mondo sospeso fra sogno e realtà, con immagini di deserti, di alte montagne, di
riti tibetani che
sembrano scorrere davanti ai nostri occhi stupiti e ammirati.
E sta proprio in
questo la grandezza del libro di Posse: l'aver
parlato di un tema così difficile come l'esoterismo nazista attraverso una
struttura narrativa propria del romanzo, rendendolo così gradevole e
maggiormente accessibile, senza che con questo si sia corso il rischio di
esaltare Hitler e i suoi seguaci, visti come i protagonisti di un delirio
immane in un crepuscolo di
pretesi dei.
Termino dicendo
solo che questo libro è imperdibile e che dopo averlo letto nasce magicamente
il desiderio di intraprendere questo viaggio.
Abel Posse è nato a Cordoba, Argentina, nel
1934. Diplomatico di carriera, studioso di politica internazionale e scrittore,
è autore di numerosi romanzi di successo tradotti in molte lingue tra cui I cani del Paradiso,
La Passione secondo Eva,
Diari di Praga,
L'inquietante
giorno della vita.
Con Il
Viaggiatore di Agartha ha ottenuto
diversi premi e il libro si è trasformato in un vero e proprio oggetto di culto.
Renzo
Montagnoli