Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Recensioni  »  Il colore del caffè, di Arturo Bernava, edito da Solfanelli 14/11/2009
 

Il colore del caffè

di Arturo Bernava

Copertina di Vincenzo Bosica

Edizioni Solfanelli

www.edizionisolfanelli.it

Narrativa romanzo

Pagg.: 199

ISBN: 9788889756775

Prezzo: € 12,00

 

Di un libro si devono leggere le pagine interne per poterlo valutare, ma mi permetto questa volta di iniziare parlando della copertina di Vincenzo Bosica, che introduce benissimo all'atmosfera del romanzo.

Quei tre personaggi d'altri tempi, fotografati lungo la via di un borgo, che si nota con le sue torri sullo sfondo, il militare che fa parte del terzetto e, più in alto, quasi a sbucare dal cielo, le immagini dei volti di un maresciallo dei carabinieri e di una donna sognante sono la miglior porta d'ingresso che potesse essere fatta per una vicenda che, al primo colpo, può sembrare scontata, ma che poi, evolvendo pagina dopo pagina, avvince il lettore costringendolo, beninteso volentieri, a vivere in un'epoca passata e in un mondo piccolo, popolato da piccoli grandi uomini.

Bernava è riuscito a ricreare l'atmosfera di un paesino abruzzese nel periodo che va dagli anni '30 alla fine della seconda guerra mondiale, una realtà chiusa solo in apparenza, perché nell'ambito ristretto fioriscono personaggi e idee forse più che in una grande città.

C'è tutta la solidarietà della povera gente, la dignità di quelli che sembrano vinti dalla vita, ma che invece hanno saputo conoscere il suo vero significato, il tutto raccontato con piccole storie che piano piano si concatenano, dando vita a un affresco corale di rara efficacia e peraltro assai gradevole.

Sì, il personaggio principale è il maresciallo Modiano, della locale stazione dei Regi Carabinieri, ma all'intorno si animano figure solo in apparenza minori, ognuna con un ruolo ben definito che recita al meglio.

Romanzo che agli inizi può apparire senza pretese, Il colore del caffè finisce con il diventare uno di quei piccoli gioielli della letteratura che sono delle vere e proprie icone non solo per il messaggio contenuto, ma anche per lo stile, non consueto, agile, mai ridondante e che consente all'autore anche delle divagazioni di prosa poetica senza che le stesse risultino fuori luogo e comunque tediose. Anzi, queste poche parentesi sono le riflessioni del narratore che forniscono spiegazioni, consuntivi dei fatti che si susseguono, spesso esposti con un tono velatamente ironico che stempera certe malinconie che prendono a leggere del cieco Alfredo, del trovatello Nennè e di Gerolamo, rinchiuso a lungo in manicomio perché non parlasse.

In questo romanzo, poi, troviamo la grande forza del libro, la sua capacità di raggiungere i cuori, di far pensare, di emozionare, e in questo senso è un omaggio alla scrittura, alla carta stampata che permette di farla conoscere a tanti, al suo profumo inconfondibile, come quello del caffè, che piace tanto al maresciallo Modiano.

Nelle pagine c'è già chi ha fatto delle scelte, mentre alla fine ci sarà chi finalmente e consapevolmente saprà fare la sua scelta, scoprendo il vero senso della vita.

Il colore del caffè è un romanzo d'esordio, eppure sembra scritto da un autore già esperto, che rifugge facilmente la retorica e la facile commozione per offrirci un lavoro di autentica eccellenza.

La lettura è vivamente raccomandata.

 

Arturo Bernava, nato a Chieti nel 1970, è sposato dal 1997 con Barbara, dalla quale ha avuto due figlie, Chiara e Maria Elena. Inizia a scrivere giovanissimo, vincendo il suo primo concorso letterario ad appena dodici anni. Poi, però, causa molteplici interessi tra cui la musica e lo sport, abbandona temporaneamente questa passione per riprenderla in età adulta.
Attualmente lavora a Roseto degli Abruzzi, dove dirige una filiale del Credito Cooperativo Adriatico Teramano.
Tra i risultati letterari più importanti spiccano i primi posti ottenuti ai concorsi:

Hombres Città di Pereto 2009 (Pereto - AQ), Premio alla cultura città di Tortoreto 2009 (Tortoreto - TE), Kriterion 2009 (Avellino), Racconta la solidarietà 2009 (Salerno), San Benedetto nel cuore 2009 (San Benedetto - AP), Tutti Scrittori 2008 (Coarezza - VA), Città di Tocco da Casauria 2008 (Tocco da Casauria - PE), Una terra di leggende - Parco castelli Romani 2008 (Roma), Giammario Sgattoni 2008 (Garrufo - TE), Città di Tocco da Casauria - Premio Giovani 2008 (Tocco da Casauria - PE), Città di Pescocostanzo 2008 (Pescocostanzo - AQ), Giammario Sgattoni - Premio giuria Giovani 2008 (Garrufo - TE), Arci Equinozio 2007 (Milano), Hombres  Città di Pereto 2007 (Pereto - AQ).
È risultato inoltre tra i primi posti in oltre quaranta premi letterari.

 

Renzo Montagnoli

 
©2006 ArteInsieme, « 014087793 »