Occidente
Il diritto di strage
di Ferdinando Camon
Edizioni Garzanti
Collana Gli elefanti
Narrativa romanzo
Pagg. 210
ISBN: 8811677408
Prezzo: € 9,00
Perché fra i non pochi libri che ha scritto mi sono procurato e ho
letto Occidente? Camon ha la straordinaria
capacità di analizzare i fenomeni non superficialmente, ma cercando di capire i
motivi e questo considerando tutta una serie di variabili che vanno dalla situazione contingente in cui hanno iniziato a
manifestarsi alla psicologia degli uomini che insieme sono stati soggetti
attivi e passivi dell'accadimento.
Il nostro paese è stato travagliato da un lungo periodo di
terrore, di matrice di estrema destra e di estrema sinistra, che necessita di
una comprensione, per capire il perché, per trovare una giustificazione logica
a un qualche cosa di illogico, per sapere, onde
evitare che questi anni di piombo si possano ancora ripresentare.
Il romanzo di Camon, difficile
soprattutto perché in una persona normale certi comportamenti e alcune motivazioni
entrano in aperto e doloroso contrasto con la sua natura, è una discesa
all'inferno per cercare di comprendere i motivi di questo orrore.
E' un viaggio nell'incubo, nella follia di menti che, sconvolte,
hanno con le loro azioni sconvolto un paese e la vita dei suoi abitanti.
Se con La vita eterna il racconto dell'autore era improntato a un velo
di pietà per un mondo definitivamente sparito, qui a volte emerge la rabbia e
non c'è la minima assoluzione per questi terroristi, anzi la loro condanna è
nelle stesse parole che Camon ha fatto loro dire.
Non c'è nulla di più drammaticamente conclusivo dei concetti
espressi da Franco, il capo dei neri, un individuo che teme la morte, anzi il
solo pensiero che un giorno tutto dovrà finire gli rende impossibile la vita; e
allora si fa lui portatore di morte, indiscriminatamente la esporta verso
ignari cittadini, ritraendo il sottile piacere di liberarsi momentaneamente del
suo incubo concretizzandolo in altri.
Per far questo si costruisce anche un'idea che sia lo specchio
della coscienza, così da giustificare il suo odio e il suo crimine. In questo
mondo ci sono gli eletti e lui è uno di questi, mentre tutti gli altri sono
comparse inutili, o meglio sono utili quali vittime sacrificali per la
purificazione di un sistema in cui l'apoteosi è solo il senso di onnipotenza
del carnefice, in una convulsione di egocentrismo che prevede solo la sua
esistenza.
E' inutile dire che in simili individui non esistono né la pietà,
né la consapevolezza dei propri limiti; uccidere diventa così una necessità
quale respirare per vivere e le loro stragi non sono considerate
atti criminosi, trovando giustificazione in una contorta e aberrante
filosofia che non è alla base del loro comportamento, ma è stata adattata
appositamente per fornire una motivazione dello stesso.
In realtà gente come Franco è il ritratto dell'insoddisfazione per
ciò che realmente si è, rispetto a ciò che si vorrebbe essere, è la figura di
frustrati, pavidi e in rotta con se stessi, ma che trovano sfogo al rancore che
li pervade scaricandolo su altri, del tutto inermi ed incolpevoli, e proprio
per questo idonei capri espiatori.
Camon ci ha fornito un quadro, un'analisi
attenta e apolitica di un movimento, sondando gli aspetti psicologici dei
componenti e mettendo a nudo l'altra verità che è in noi, quella paura
ancestrale che a volte, come nel caso specifico, può portare a uno stato di
follia individuale e collettiva. L'onnipotenza bramata dall'uomo è quindi il
segno manifesto della sua debolezza, l'uccisione di altri, del tutto innocenti,
è rivelatrice di una sete di vendetta per la propria condizione di immaturità.
Ma il terrorismo è anche rosso ed ecco allora il narratore che ci
parla di Miro che, a differenza di Franco, non sogna di distruggere una
società, ma brama cambiare un sistema, un fine da raggiungere con qualsiasi
mezzo, anche con l'omicidio di coloro che rappresentano la struttura portante
dello stato.
E' una figura in apparenza solo migliore di quella di Franco, se
non altro perché non c'è una vocazione nichilista, ma anche qui esiste quel
diabolico potere, che si autoalimenta, di poter disporre della vita d'altri,
una frenesia che sconvolge e travolge.
Nel caso di Franco è la visione dell'individuo che prevale, in
quella di Miro invece è quella della massa, un fiume che avanza e che spezza
tutto.
Nel primo si potrebbe dire che i mezzi sono il fine, nel secondo i mezzi servono a raggiungere il fine, ma in
entrambi è presente un egocentrismo che li porta a considerarsi superiori a
tutti e quindi a decidere anche per gli altri. E non è un caso se in una
battaglia cittadina quasi si rendono gli onori delle armi.
Occidente è un romanzo sì difficile, ma è anche un capolavoro.
Ferdinando Camon (San Salvaro d'Urbana, 1935) è
romanziere, poeta e saggista.
Ha pubblicato:
Il mestiere di poeta (Garzanti, 1982), Il mestiere
di scrittore (Garzanti, 1973), Letteratura e classi subalterne (Marsilio,
1974), I miei lettori mi scrivono (Garzanti, 1987), Il Quinto Stato (Garzanti,
1970), La vita eterna (Garzanti, 1972), Liberare l'animale (Garzanti, 1973),
Occidente (Garzanti, 1975), Storia di Sirio (Garzanti, 1984), Un altare per la
madre (Garzanti, 1978), La malattia chiamata uomo (Garzanti, 1981), La donna
dei fili (Garzanti, 1986), Il canto delle balene (Garzanti, 1989), Il
Super-Baby (Rizzoli, 1991), Mai visti sole e luna (Garzanti, 1994), La terra è
di tutti (Garzanti, 1996), Dal silenzio delle campagne (Garzanti, 1998),
Conversazione con Primo Levi (Garzanti, 1991), La cavallina, la ragazza e il diavolo
(Garzanti, 2004), Tenebre su tenebre (Garzanti, 2006), Figli perduti La droga
discussa con i ragazzi (Garzanti, 2009).
Le sue opere hanno ricevuto numerosi premi, fra i quali uno Strega
(Un altare per la madre), due
Selezione Campiello (La donna dei fili
e Il canto delle balene) e un Viareggio per la poesia (Liberare l'animale).
Sito internet: www.ferdinandocamon.it
Renzo
Montagnoli