Quattro stracci, una
rupia e una bambola di cartapesta
di Felice Muolo
Introduzione di Antonella Calzolari
Fermenti Editrice
www.fermenti-editrice.it
Letteratura per l'infanzia
Collana Garrula
Pagg. 78
ISBN 978-88-89934-78-4
Prezzo € 11,00
La
letteratura per l'infanzia vanta una tradizione che si perde quasi nella notte
dei tempi, dalle favole di Esopo alle fiabe di Perrault
e dei fratelli Grimm. Non pochi autori si sono cimentati in questo non facile
genere e non è raro il caso che si sia trattato di scrittori la cui normale
produzione era dedicata maggiormente a tematiche care agli adulti, come per
esempio Wilde e Molnar.
Questa
premessa è necessaria perché Felice Muolo normalmente
si occupa d'altro, se non vado errato di noir, ma ciò non toglie che abbia
voluto cimentarsi con un racconto lungo nel delicato genere della letteratura
per l'infanzia. Il passaggio dalla narrativa per adulti a quella per bimbi e
ragazzi non consiste solo nel cambiamento del tema, ma comporta anche una
radicale modifica dello stile espressivo in modo che l'opera possa risultare
leggibile e comprensibile da menti che hanno ancora un'istruzione incompleta e
difettano di esperienza. Devo dire che Muolo è
riuscito perfettamente in questo compito, dando luogo a un lavoro intellegibile
ai minori, ma anche appetibile per gli adulti. Come è nella logica delle cose,
dalla lettura i bimbi trarranno una loro interpretazione, più semplicistica, ma
comunque non nebulosa, mentre i grandi troveranno motivi di riflessione per la
fine analisi psicologica
di una condizione particolare, derivante dall'adozione.
In
pratica si racconta di Pragasi, bambina indiana
adottata da genitori italiani e al riguardo credo di poter dire con quasi
certezza che Felice Muolo è il padre non biologico,
considerando la dedica iniziale: A Rupa, il tizzone di papà.
E'
la stessa Pragasi che narra, ricorrendo a una sorta
di diario infantile diviso in tre parti, di cui la prima è propedeutica, con
l'arrivo in Italia e la conoscenza dei nuovi genitori. La seconda è quella che,
specialmente per noi adulti, riveste più interesse, con un sogno della bimba,
che ormai da tempo nel nostro paese si interroga sulle sue origini, nel dilemma
se restare o ritornare da dove è venuta. E' un comportamento del tutto naturale
in chi sa di non essere stato generato da quelli che in quel momento figurano
come genitori e l'abilità di Muolo è di aver posto il
problema ricorrendo a un linguaggio semplice e pregno di fantasia,
caratteristiche tipiche di un infante. La capacità di costruzione mentale di un
bimbo deve trovare per forza supporto nell'immaginazione e in questo sogno
presente e passato si mescolano, così che laddove prevale l'uno, subito dopo
l'altro si prende la rivincita. Potremmo dire che è un calcolo razionale dei
pro e dei contro della nuova condizione, ma soprattutto, e qui entra in gioco
la terza parte, è la base per una decisione sul significato da dare alla
propria vita. Pragasi resterà, sognando un futuro con
i nuovi genitori, ma senza recidere i legami con il passato, e così i quattro
stracci, cioè i vestiti, la rupia e la bambola di cartapesta con cui era
arrivata dall'India non verranno gettati, ma conservati gelosamente.
L'insegnamento
di Pragasi è importantissimo e vale non solo nel caso
specifico o per le adozioni: per vivere bene il presente e pensare al futuro
non possiamo, né dobbiamo ignorare il nostro passato.
La
lettura è senz'altro raccomandata.
Felice Muolo è
nato e vive a Monopoli (BA). Da ragazzo ha viaggiato per l'Europa con
l'autostop e lavorato nei campi di lavoro del Servizio Civile Internazionale.
Divenuto direttore d'albergo e giornalista pubblicista, ha abbandonato entrambe
le attività per dedicarsi completamente a scrivere romanzi. Ne ha pubblicati
sei: Magda, Angelo, Complanare putta, Cristo non si corica, Il ruolo dei gatti e il presente.
Renzo
Montagnoli