TESORETTO SICILIANO
Compendio storico-culturale regionale
di Ezio Biuso-Rizzo
Presentazione di Marco Solfanelli
Edizioni Solfanelli
www.edizionisolfanelli.it
Saggistica storica
Collana Faretra
Pagg. 208
ISBN 978-88-89756-73-7
Prezzo € 14,00
Non è
infrequente che si viva di impressioni, o che comunque non si possa prescindere
dalle stesse. A volte ci si azzecca, altre no, ed è quest'ultimo il caso di Tesoretto Siciliano che, prima di
accingermi a leggerlo, immaginavo come un volumetto a uso del turista che
intenda visitare la Sicilia e prima desideri avere un'infarinatura della sua
storia. E invece non è così, ma è molto di più e penso che possano trarre
giovamento dalla sua lettura gli stessi siciliani per sapere da dove sono
venuti, come si è evoluta la struttura sociale nel corso dei secoli e il perché
di una certa arretratezza economica che, dopo decenni di Cassa del Mezzogiorno,
non è ancora stata sanata. Quest'isola è sempre stata una terra di frontiera,
preda di diversi contendenti che ambivano a impossessarsene per la sua indubbia
posizione strategica. Biuso-Rizzo, l'autore, senza
approfondire troppo, riesce a condensarne la storia in modo tale che chi legge
può comprendere facilmente e senza la necessità di ricorrere a fonti
alternative, perché in quelle pagine c'è tutto quello che serve per farsi
un'idea, abbastanza completa, dell'isola.
Dalla
colonizzazione greca a quella romana, e poi a quella araba, soppiantata da
quella normanna, per approdare a quella spagnola, matura chiaramente l'opinione
della trascuratezza dei vari “padroni” per questa terra, mai considerata parte
integrante e indispensabile del loro dominio, fatta eccezione per i Normanni,
che lì posero le fondamenta di uno stato in una identità
geografica che dagli altri era considerata invece una lontana periferia. La
dominazione ispanica fece poi regredire la Sicilia a semplice territorio
coloniale e proseguì questo atteggiamento anche con i Borboni,
l'ultima dinastia prima dell'avvento dei Savoia e quindi dell'unità d'Italia.
Resta il fatto che l'averla sempre considerata solo come una terra oggetto di
scambio fra regnanti finì con il determinare non solo la mancanza di una forte
identità regionale, ma anche una struttura statale debole e spesso vacante. Dal
punto di vista economico è sempre stata vista come una zona agricola, ma il
fenomeno dei latifondi portò sempre a produzioni modeste, quasi di sussistenza,
di cui fece le spese un numeroso proletariato agricolo che, oppresso dalla miseria,
nutrì sempre sfiducia nei confronti dei padroni, visti come rappresentanti di
un potere feudale. Di conseguenza, l'assenza di un vero e proprio
concetto di stato, fenomeno che è presente tuttora, è stato ed è il terreno fertile per lo
sviluppo dell'attività mafiosa. A questa organizzazione criminale l'autore
dedica un intero capitolo con osservazioni e conclusioni che mi trovano per lo
più d'accordo e esprimono bene le difficoltà per debellare definitivamente un
fenomeno ormai ben radicato.
La storia,
però, non è fatta solo di dinastie e di eventi, ma anche di cultura ed ecco che
allora ci son ben tre capitoli dedicati all'arte, alla musica e alla
letteratura. Se, come mi sembra di aver compreso, le prime due non sono state
produttive di nomi prestigiosi – per quanto tuttavia non sia possibile
dimenticare il barocco siciliano e le opere di Vincenzo Bellini - , la terza è invece
di notevole rilievo, visto che vi sono autori che esulano ampiamente il
ristretto spazio regionale e che ormai sono considerati dei classici,
conosciuti in tutto il mondo. Capuana, Verga, Pirandello, Rapisardi,
Martoglio, Tomasi di
Lampedusa, Quasimodo, Sciascia, Bonaviri, Camilleri - per brevità ne ometto molti altri di rilievo
- hanno donato a quest'isola, ma soprattutto alla cultura opere che lasciano il
segno, romanzi e poesie indimenticabili. Questa terra, arretrata, emarginata,
quasi soffocata dalla mafia, ha nella letteratura degli autentici tesori e non
sembra stanca di produrne di nuovi, quasi si trattasse, e forse lo è, di una
scuola, in cui il rapporto fra uomo e natura, fra materia e spirito,
nell'impossibilità di una verità assoluta, segue una ferrea logica narrativa,
secondo un processo di elaborazione filosofica di altissimo livello.
Concludono
l'opera delle utili tavole sinottiche, a carattere informativo, affinché il
turista sappia
cos'altro visitare.
Tesoretto siciliano è un autentico scrigno di conoscenza e
quindi la lettura è senz'altro raccomandabile.
Ezio Biuso-Rizzo è nato a Adrano nel 1960 e ivi risiede.
Dopo la Laurea in storia e filosofia (1985) ha partecipato ai concorsi a
cattedra, ottenendo quattro abilitazioni all'insegnamento. Al lavoro scolastico
accompagna una intensa
attività di ricerca nel campo delle scienze sociali, della filosofia della scienza
e delle attività cinematografiche.
Questi interessi sono confluiti nella pubblicazione di
numerosi articoli su riviste specializzate e in alcune pubblicazioni tra le
quali: "Dalla fine dell'urbanistica alla civiltà della crisi" (Aesse Edizioni, Santa Maria di Licodia 1997), "Cultura e
società" (Aesse
Edizioni, Santa Maria di Licodia
1999), "Manuale ragionato del Mondialismo"
(Aesse Edizioni, Santa
Maria di Licodia 2006).
Renzo
Montagnoli