Il sole dei lupi
Un sopravvissuto ai Gulag di Stalin
di Pietro Zerella
Prefazione dell'autore
Copertina di Alessio Zuzolo
Opera stampata in proprio
Per acquisti:
pzerella@libero.it
Narrativa romanzo
Pagg. 223
Prezzo € 14,00
La storia di un “uomo
qualunque”.
Dei gulag di Stalin, i famigerati campi di prigionia situati in
Siberia, abbiamo più di una testimonianza letteraria, dal noto Ho scelto la libertà, di Viktor
Andrijovyč Kravčenko al
più conosciuto Arcipelago Gulag,
di Aleksandr Isaevič Solženicyn. Sono opere
di denuncia, di chi vi è stato rinchiuso e che ha inteso così testimoniare la
brutalità di un regime totalitario che si reggeva esclusivamente sul terrore.
Si tratta però di oppositori, anche se blandi, di un sistema, rinchiusi per
aver espresso una semplice opinione e danno un quadro di un'epoca e di un folle
dittatore quale fu Stalin che parrebbe irripetibile.
Il sole dei lupi, scritto da
Pietro Zerella, è una storia vera, magari un po'
romanzata, della vita di Anatolio Molinari, italiano,
nato a Odessa, certamente non un oppositore e nemmeno uno che si lasciava
andare a facili commenti. In effetti bastavano
semplici sospetti, anche delazioni non verificate, per segnare la sorte di un
uomo e questo è il caso del protagonista, non un politico, né un
rivoluzionario, nemmeno un eroe, ma un semplice uomo qualunque, uno come la
maggior parte di noi.
Se la narrazione di Zerella
si fermasse a questa fase dell'arresto, del processo farsa, dei lunghi anni
trascorsi in un gulag fino alla liberazione, Il sole dei lupi sarebbe un libro che avrebbe il senso del déjà
vue, non raccontando sostanzialmente nulla di nuovo
rispetto a quanto già non sia a nostra conoscenza grazie al lavoro letterario
di Solženicyn.
Invece, il romanzo assume inaspettate
valenze con il ritorno in Italia del protagonista, in piena epoca fascista, con
quell'inevitabile raffronto fra due regimi sostanzialmente analoghi, fatta
eccezione per la più blanda repressione di quello mussoliniano. Però è la
stessa aria che si respira, c'è l'identica paura di esprimere un'opinione, e
nemmeno vi sono differenze sul concetto di cittadino, da considerarsi al
servizio dello stato e non viceversa.
Zerella però va
ancora più in là, a un dopoguerra di speranze, di libertà, di eguaglianza, in
cui tuttavia ci sono i germi, sempre presenti, di un tentativo di
prevaricazione, come se fosse nel codice genetico dell'umanità. L'autore campano scrive, a proposito della competizione elettorale
all'epoca del Fronte popolare: “ Tutti
parlavano di libertà, progresso, pane e lavoro. Tutti erano bravi ad illustrare i loro programmi. Ognuno era il
migliore, il più bravo, il più capace. Gli altri erano chi
servi dei russi e chi dell'America.”.
Insomma, non avversari,
ma nemici, per quanto in politica si debba rimanere sorpresi di quanto i
programmi siano analoghi, pur in fazioni nettamente contrapposte.
Quel definire il contendente o servo dei
russi o dell'America non era una semplice risorsa elettorale, ma nascondeva la
realtà e cioè che il Fronte popolare era foraggiato dai sovietici e che la Democrazia cristiana
esisteva solo grazie ai fondi americani.
In pratica erano tutti servi di qualcuno
e l'essere tali comportava anche la supina accettazione degli ordini o delle
immagini di comodo predisposte dai padroni, il terreno ideale per coltivare
nuove dittature.
Anatolio è un
personaggio che desta subito simpatia, è l'umile che entra nella storia non per
sua scelta e lotta strenuamente per conservare la sua silenziosa dignità. Non
crede a nessuno, riflette, pensa e parla solo il necessario. Tuttavia dentro di
lui c'è una fierezza che lo porta a essere il naturale oppositore di qualsiasi
regime che soffochi la naturale personalità. Zerella
sembra volerci dire che qualsiasi dittatura può privarci della libertà, tranne
quella che conserviamo dentro di noi, a patto che lo vogliamo e che siamo
disposti a non cavalcare l'onda, ma a farci portare passivamente da essa.
Il sole dei lupi, per la sua originalità
e il suo messaggio, è un libro che merita sicuramente di essere letto, da
tutti, ma soprattutto dai giovani, affinché sappiano che la libertà si deve
conquistare e poi difendere ogni giorno.
Pietro Zerella, nato a Beltiglio di Ceppaloni (BN) il
1938, vive a San Leucio del Sannio
(BN), Dott. in Scienze Politiche e Sociali. Promotore culturale.
E' inserito in tre Edizioni (1996 – 2001 - 2006) del “Dizionario
Autori Italiani Contemporanei” Ed. Guido Miani,
Milano ed in altre antologie.
Ha vinto premi letterari e di poesia (Città di Telese,
Apice…) Negli ultimi anni si è dedicato con particolare passione alla ricerca
storica.
Ha pubblicato:
- “Frammenti di vita”, Raccolta di poesie Ed. Ibiskos.
Empoli 1994;
- San Leucio del Sannio –
Frammenti di Storia, Poligrafica S. Giorgio del Sannio
(BN) 1994;
- San Leucio del Sannio –
Viaggio nel tempo, tipografia A.G.M. Ceppaloni /BN) 1996;
- Ho conosciuto il nonno del mio bisnonno, tipografia A.G.M.
Cepppaloni (BN), 1997; (Menzione speciale Comune di
Montecelio Romano Ed. 1998-1999, Roma;
- Il Clero Sannita nella crisi dell'Unificazione (1860-1862) saggio pubblicato
nella Rivista Storica del Sannio, 3^ Serei, Anno IV, Arte tipografica Napoli, 1997;
- San Leucio del Sannio-
Ieri e Oggi in Bianco e Nero - Tipogr. A.G.M. Ceppaloni (BN) 1998;
- Preti Contadini e Briganti nell'Unità d'Italia (1860-1862) Ed. La Scarna, Benevento, 2000. ( Premio Speciale 2001 alla 7^ Edizione del Premio
letterario “Giuseppe D'Alessandro”, Benevento;
- Arturo Bocchini e il mito della sicurezza (1926 – 1940) Ed. Il Chiostro,
Benevento, 2002;
- Il Sole dei Lupi, Ed. Il Chiostro, Benevento , 2006;
Ristampa nel 2007. A:G:M: Cdeppaloni,
(BN) 2007. (Vincitore Premio di Merito al concorso
letterario di Anquillara Sabazia.
VI Edizione).
- Fondatore e organizzatore Premio Letterario “Città di San Leucio
del S.”
- Collabora con il periodico Specchio del Sannio;
- Il quotidiano “Il Sannio Quotidiano”.
Renzo
Montagnoli