IL LEONE ROSSO
Elisir di vita eterna
di Maria Szepes
Tre Editori
www.treditori.com
Narrativa romanzo
Pagg. 460
ISBN 88-86755-41-4
Prezzo € 19,80
La vita, qualunque
sia, potrebbe essere accettabile se non vi fosse la sua inevitabile
conclusione, quel vero e proprio salto nel buio che tutte le religioni hanno
cercato di addolcire con l'idea di una prosecuzione nel “dopo”, sia pure in
altra forma. Non ci sono però certezze al riguardo e quindi, soprattutto in
passato, in epoche in cui gli alchimisti inseguivano risultati miracolosi,
quali la fabbricazione dell'oro, non poteva mancare nelle loro ricerche quella
dell'Elisir di vita eterna. Ubbie di ciarlatani, si potrebbe obiettare, idee
strampalate che ancor oggi potrebbero prendere piede, soprattutto nel nostro
paese, guidato da un personaggio che non accetta non solo
la morte, ma anche la vecchiaia.
E' di questo
desiderio di immortalità che si parla nel Leone rosso, un romanzo che mi ha
profondamente avvinto, perché va ben oltre queste storie un po' strampalate di
gente che non muore, ma, pur restando nell'ampio campo dell'esoterismo, abbozza
un concetto di esistenza per nulla in contrasto con la religione cristiana e
che affascina in quanto potrebbe rispondere al vero. Queste reincarnazioni in
una serie di passaggi in cui l'individuo ascende a gradi sempre più alti di
trascendenza propone una visione non solo dell'umanità, ma dell'intero universo
in un crescendo quasi rossiniano che lascia ampi spazi per riflessioni su
avvenimenti realmente accaduti, come nel caso della rivoluzione francese.
L'abilità di Maria Szepes, l'autrice, è quella di
saper correre in equilibrio sul sottile confine fra ipotetico credibile e pura
astratta fantasia. In verità qualche volta incespica, il racconto si fa meno
convincente, ma poi, nel giro di un paio di pagine, riesce a ritrovare la
giusta via e a ricreare nel lettore la convinzione che quanto narrato sia
effettivamente avvenuto. In questo l'aiuta una notevole capacità di saper
comunicare imponendo un ritmo quasi da pellicola cinematografica in una serie
di sequenze, anche d'effetto, che non fanno mai venir meno l'attenzione che,
anzi, si acuisce nel legittimo desiderio di sapere come andrà a finire questa
storia così irreale, sebbene convincente. Se in ciò è aiutata dall'esperienza
maturata come sceneggiatrice, vi è anche da rilevare una profondità di pensiero
del tutto ragguardevole, una sicurezza di esposizione, pur nella complessità
del tema, che accresce la fiducia del fortunato lettore, consapevole ormai di
trovarsi fra le mani un libro straordinario.
Si assiste
così a una cavalcata attraverso i secoli, grazie alla quale questo formidabile
romanzo sull'immortalità riesce ad avvincere anche i più scettici, in forza delle
componenti psicologiche e filosofiche che emergono, splendidamente esposte, e
che non possono lasciare indifferenti. Si potrà non credere a tutte queste
reincarnazioni, ma alle dottrine concettuali sull'universo e sul destino
dell'umanità nulla si può eccepire, anzi solo prendere atto, magari anche
dissentendo, perché si tratta di interpretazioni, di teorie che, senza avere la
pretesa di essere dei dogmi, hanno una base logica tale da costituire oggetto
di discussione.
Il viaggio di
Hans Burgner, il personaggio principale, diventa così
una metafora del percorso sempre più complesso dentro di noi, alla ricerca di
un assoluto che possa dare un autentico senso alla nostra esistenza.
Non aggiungo
altro, se non il consiglio di leggerlo, perché anche chi non vorrà approfondire
rimarrà stregato da un libro di rara bellezza.
Maria Szepes (14 dicembre 1908 – 3 settembre 2007).
Attrice, poi
sceneggiatrice, questa signora ungherese, che si interessava di filosofia
ermetica, scrisse Il leone rosso nel corso della seconda guerra mondiale. Il
libro, pubblicato nel 1946, diventò subito un autentico best seller della
letteratura esoterica. Di grande successo a livello mondiale, in Italia fu
pubblicato per la prima volta nel 2001 dalla Tre Editori, che ora lo ripropone
con questa terza ristampa.
Renzo
Montagnoli