Il fuoco nel mare
di Leonardo Sciascia
a cura di Paolo Squillacioti
Adelphi Edizioni
www.adelphi.it
Narrativa racconti
Collana Biblioteca Adelphi
Pagg. 210
ISBN 9788845924804
Prezzo € 18,00
Contrasti insanabili
I libri di racconti non hanno mai avuto in Italia una particolare
fortuna, il che, soprattutto nell'epoca attuale, in cui il tempo è sempre
breve, appare alquanto illogico. Leggere poche pagine che avviano e concludono
un discorso è fattibile in ogni circostanza, durante un viaggio in treno o
anche fra un bagno e l'altro nel corso delle vacanze. Eppure il racconto, lo
scritto breve ha sue valenze particolari, ma richiede una capacità di sintesi
che non è propria di tutti gli autori. E poi è ancor più difficile coniugare lo
svago con la profondità del discorso, con quelle riflessioni imposte da un
angolo di visuale che potremmo definire a 360 gradi. Sciascia ci riesce
benissimo e questa raccolta di brani realizzati per lo più fra il 1956 e il
1970, oltre a essere godibilissima, ripropone in modo chiaro le ben note
qualità dello scrittore siciliano. La fine analisi psicologica, non disgiunta
da una attenta indagine sociologica, conducono per
mano il lettore a una rivisitazione della Sicilia, ma per estensione, soprattutto
dei difetti, dell'intera Italia.
Del resto, sono brani tutti percorsi dalla sottile ironia di
Sciascia, teso a evidenziare i contrasti di un'isola dove luce e buio riescono
a convivere, dove, appunto, è presente Il fuoco nel mare, il titolo dell'ultimo,
una straordinaria favola in cui la metafora appare lucida, pregnante, densa di
quel significato che è tanto caro all'autore.
Ma c'è posto anche per le miserie umane, come quella di Calcedonio
Fiumara, divenuto ricco nel tempo al pari del suo egoismo e che teme la morte
solo per la fine che possono fare le sue fortune, che non dovranno dare gioia a
chi le avrà, come gioia non ne ha provato mai nemmeno lui. E che dire poi di Una
storia vera, una di quelle cronachette che
nelle mani di Sciascia si dilatano fino a diventare l'emblema di un popolo che
crede ai marziani e non sa che cosa sia la mafia.
Nell'analizzare quel presente, nel ripercorrere comuni vizi, si
legge poi il futuro, cioè l'oggi, con una denuncia implacabile della classe
politica, in eterno contrasto fra l'apparire e l'essere, una nota ben presente
nella visione del mondo da parte di Sciascia e immancabile in tutte le sue
opere.
Sono racconti che sembrano non percorsi da un filo comune, ma
invece, letti tutti, apparirà in tutta la sua evidenza il perché possa esistere
il fuoco nel mare, il perché si possa essere tutto e il contrario di tutto, in
un'analisi attenta, per nulla greve, inconfondibilmente sciasciana.
Da leggere, senza alcun dubbio.
Leonardo
Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 –
Palermo, 20 novembre 1989). E' stato autore di saggi e romanzi, fra cui: Le parrocchie di Regalpietra
(Laterza, 1956), Il giorno della civetta (Einaudi, 1961),
Il consiglio d'Egitto (Einaudi,
1963), A ciascuno il suo (Einaudi,
1966), Il contesto (Einaudi, 1971), Atti relativi alla morte di Raymond Roussel
(Esse Editrice, 1971), Todo modo (Einaudi, 1974), La scomparsa di Majorana
(Einaudi, 1975), I pugnalatori
(Einaudi, 1976), Candido, ovvero Un sogno
fatto in Sicilia (Einaudi, 1977),
L'affaire Moro (Sellerio, 1978), Il
teatro della memoria (Einaudi, 1981), La
sentenza memorabile (Sellerio, 1982),
Il cavaliere e la morte
(Adelphi, 1988), Una storia semplice (Adelphi,
1989).
Renzo
Montagnoli