Opera settima
-
L'Equinozio del tempo –
di Davide
Vaccino
Prefazione
dell'autore
A cura
di Enigma Divì
Collana
Autori contemporanei Poesia
Pagg.
116
Prezzo
€ 12,00
Opera edita in sole 77 copie, i cui
proventi saranno destinati alla Lotta contro i tumori.
Per
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La poesia di Davide Vaccino è permeata da un profondo pessimismo,
che muove da una visione malinconica della vita, come se l'autore si chiedesse
continuamente che logica c'è nel condurre l'esistenza fra le poche gioie e i
molti dolori per concluderla poi inderogabilmente con il passaggio di quella
porta oscura oltre la quale non vi sono certezze, ma al più
speranze.
Già in Presenze e Assenze, edito dal Foglio Letterario, avevo
riscontrato questa caratteristica, che trova conferma ulteriore in questa Opera
Settima – L'equinozio del tempo - , come del
resto precisa Vaccino nella prefazione da lui stesso stilata.
Il problema esistenziale, che è di tutti, in questo poeta assume
una veste di particolare drammaticità al punto che vive proprio solo di esso e
questo fa sì che a volte possa apparire anche un po' cinico, ma è solo una
parvenza, perché quel flusso di angoscia sottile che, racchiusa nel suo animo,
permea i versi non è frutto di uno sguardo disincantato, bensì di un deluso
che, nonostante tutto, cerca ancora la sua illusione (…/ ché il Paradiso / può aprirsi a
chiunque, / si dice, / e, dunque, io, mi ergo / a Cristo in Croce.). E
il pessimismo si accompagna a momenti di scoramento, come se la visione di un
buio incipiente venisse stretta nella morsa delle tenebre (…/ Il mio albero, ora, / è un
frutice spoglio.) .
Eppure, fondamentalmente, il poeta è legato alla vita, certamente
insoddisfacente, pessima, incongruente, irreale nella sua realtà, non
rispondente al suo anelito, ma per lui è motivo di confronto, è occasione per
analisi interiore, è passaggio nel deserto, ma è ciò che si trova per le mani e
che se non riesce ad assaporare, è comunque tutto ciò che possiede, unico bene,
unico dolore (…/si capisce d'essere vivi / quando viene la Sera.) (…/Seppellitemi con
una poesia / scritta in momenti gioiosi / che narri di giorni felici / che
narri di giorni felici /…).
Non a caso poi le liriche sono precedute dall'aforisma di un altro
autore, che dalla vita ebbe ben poco se non la
soddisfazioni di esprimersi in poesia a livelli eccelsi; sono dell'opinione che queste poche parole
siano idonee, molto di più delle mie, a
delineare, in breve e con precisione, la poetica di Vaccino. Giovanni Pascoli,
uno dei miei poeti preferiti, infatti scrive: Confessa,
/ che è mai la vita? / E' l'ombra / d'un sogno fuggente.
Opera settima non è un ombra, ma raccoglie la penombra
di un animo, lo sfogo di un poeta in cerca di sé.
Da leggere, senz'altro.
Davide
Vaccino, Cavaliere della Poesia, Cavajer ëd le Tradission,
nonché Medaglia d'Argento e di Bronzo conferitegli dal Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, è nato a Vercelli l'otto settembre del
1970.
Nella sua carriera artistica, iniziata nei primi
anni Ottanta, a soli 9 anni e concretizzatasi professionalmente intorno alla
metà dei Novanta, l'Autore piemontese ha conseguito 95 Onorificenze, Premi e
Riconoscimenti.
Un referendum promosso nel 1998 dal quotidiano “La
Stampa” ha indicato Vaccino fra i quattro personaggi vercellesi più apprezzati.
Numerose sue liriche sono state tradotte in inglese, francese,
spagnolo, tedesco e in vari dialetti nazionali, diventando oggetto di studio in
diverse scuole ed università europee, venendo anche pubblicate su almeno 20
antologie italiane e straniere; inoltre, dal 1999 ad oggi Davide Vaccino è
organizzatore, insieme a tre Amministrazioni comunali, del prestigioso Premio
di Poesia “Albano Greggio Oldenico”, di cui è mente e
Presidente di Giuria.
Ha pubblicatole sillogi:
1996:
-
Frammenti di Pazzia.
1999:
-
Benvenuti nel Crepuscolo.
2001:
-
Passaggi: Canti di Demoni e di
Dei.
2004:
-
Alba Priméva.
2006:
-
Le Catacombe dell'Anima.
2008:
-
Presenze e Assenze.
2010:
-
Opera Settima – L'Equinozio del
Tempo
Renzo
Montagnoli