Georgiche
di Publio Virgilio Marone
Testo latino a fronte
Introduzione, traduzione e note
di Mario Ramous
Garzanti Libri
Poema
Collana I Grandi Libri
Pagg. XX-268
ISBN 9788811582724
Prezzo €
9,00
Il valore del lavoro per uno scopo comune
Virgilio si è ormai imposto come autore di grande pregio con le
Bucoliche e ha l'opportunità di conoscere Mecenate, di origine etrusca, ricco,
ascoltato consigliere di Augusto, aperto alle arti e alle idee, protettore di
numerosi artisti di rango. Entra subito nel suo giro e ha così modo di
conoscere Ottaviano, che solo dopo la battaglia di Azio,
sconfitto Antonio, potrà formalmente concretizzare l'idea di uno stato con Roma
imperiale.
Le guerre civili hanno lasciato pesanti strascichi di carattere
economico, con le campagne abbandonate, anche perché l'incertezza che ha
dominato sovrana per anni incuteva, giustamente, grossi timori negli
agricoltori, poco propensi a coltivare una terra che poteva loro essere
strappata da un momento all'altro.
La riorganizzazione dello stato non può prescindere dalla
soluzione, ormai indifferibile, degli approvvigionamenti alimentari e quindi
Augusto deve ridare fiducia a chi coltiva la terra, avviando una vasta
campagna, che si potrebbe definire pubblicitaria, imperniata soprattutto sul
valore del lavoro dei campi, non disgiunto dall'apprendimento di tecniche di
coltura, quasi dimenticate in quegli anni di sangue, paure e incertezze.
E' così che Mecenate propone a Virgilio di scrivere un poema
didattico e il poeta mantovano accetta alle condizioni che non gli vengano
posti inderogabili limiti di tempo e che possa mantenere una certa
indipendenza, di modo che l'opera non sia esclusivamente didascalica, ma anche
letteraria.
Nascono così le Georgiche, un lavoro in 4 libri per complessivi 2.183
esametri, forma metrica idonea a un poema epico-didascalico.
Il risultato è stupefacente e Virgilio, grazie al suo genio,
travalica i suggerimenti di Mecenate, con una visione dell'umanità
indubbiamente asservita al potere imperante, ma comunque del tutto universale,
una comunità dagli stretti legami, laboriosa, rivolta solo al bene comune,
proprio come le api dell'alveare.
Ottaviano ne fu addirittura estasiato, perché il poeta mantovano aveva
scritto un'opera perfetta, non solo sotto l'aspetto stilistico, ma anche perché
aveva capito perfettamente l'essenza della politica del primo imperatore ed era
riuscito a tradurla in lettere in modo del tutto accattivante e comprensibile.
Del resto le Georgiche, a differenza delle Bucoliche in cui la
vita è di pura fantasia, parlano di un mondo reale, e benché la creatività
dell'autore lo abbia aiutato nella stupenda descrizione dei paesaggi, si
avverte in modo incontrovertibile che questa era frutto di un'osservazione
diretta degli stessi.
La circostanza non è strana, se consideriamo l'origine celtica di
Virgilio, con tutti gli influssi che ne derivano e con una visione di animali e
di piante, considerati del tutto simili all'uomo, con sentimenti analoghi.
Le Georgiche sono un altro capolavoro e quindi la lettura è
vivamente raccomandata.
Publio
Virgilio Marone (Andes, 15 ottobre 70 a.C – Brindisi, 21 settembre 19 a.C.).
Opere principali: Bucoliche, Georgiche, Eneide.
Renzo
Montagnoli