Prigioniere del
silenzio
di Maria Carmen Lama
Prefazione di Valentino Vitali
Aletti Editore
www.alettieditore.it
Poesia silloge
Collana “Gli Emersi – Poesia”
Pagg. 204
ISBN 978-88-6498-368-4
Prezzo
€ 14,00
Una silloge
scrosciante di parole e di lacrime
Se devo essere sincero non ho mai pensato alla sofferenza delle
donne, soprattutto per quanto concerne i loro rapporti con gli uomini. La
domanda, o meglio le domande, sono sorte spontanee leggendo questa silloge di
Maria Carmen Lama e sono stato indotto a fare un esame di coscienza, dal quale sono uscito assolto (ma il giudice sono io). Un
senso di colpa, però, mi è venuto poiché mai avrei immaginato che questo
fenomeno avesse caratteristiche così ampie.
Quindi, se uno degli scopi di Prigioniere del silenzio era quello
di allertare, di denunciare una situazione, questo è stato senz'altro
raggiunto.
Non sono teneri, questi versi, nei confronti dei maschi, visti
come egoisti ed egocentrici (Tu, maschio,
/ che vivi solo di te stesso – ( Non uomo, / solo maschio! / Assente, / nella
tua presenza. / Debole, nella tua arroganza / che credi forza. /…).
E lirica dopo lirica la dose si rincara ( Sai scorticare / le ali di una farfalla, / sai calpestare / senza
neppure vederlo / un bel fiore rosso, / dai morbidi / e delicati petali / come
il papavero, / sai colorare di nero / la luna piena, /…).
Insomma, c'è di che restare basiti e, francamente, ogni tanto, fra
un verso e l'altro, sono assalito dal timore di non essere io stesso immune da
simili comportamenti, insomma, magari inconsciamente, di essere succube di un Dna
che caratterizza il maschio.
Mi chiedo allora se più che un odio degli uomini nei confronti
delle donne sia presente invece un senso di rivalsa delle stesse nei confronti
dei maschi per quell'atavica sottomissione che, a dispetto di leggi e
costituzioni, permane e serpeggia magari travestita da malcelato buonismo.
(…/ Griderei forte /
soltanto / per far svanire / d'un colpo / quel battito d'ali / / che ti condusse
/ a me.).
In questi versi si mescolano un rigetto improvviso con la
sensazione di aver sbagliato in passato, magari di aver creduto in buona fede.
Vero è che le situazioni non sono tutte uguali e che quindi sarebbe ingiusto
generalizzare, ma sono dell'opinione che questo grido di dolore, se pur così
ben delineato, più che aiutare a risolvere il problema lo enfatizzi.
Comunque, meglio alzare i toni, magari anche tanto, piuttosto che
il silenzio, che potrebbe essere scambiato per accettazione di una condizione
che non deve esistere.
C'è indubbiamente una distanza fra l'uomo, inteso come essere
umano, e il maschio, ed è giusto che esista; il problema sorge quando l'aspetto
istintivo, la radice bestiale prendono il sopravvento, determinando così un
individuo sostanzialmente immaturo perché più maschio che
uomo.
Non si deve, in verità, generalizzare, ma, purtroppo, non è infrequente
ed è di questi bambini mai diventati adulti che parla questa silloge,
interessante, incalzante, senza accidia, scrosciante di parole e di lacrime.
Da leggere, senz'altro, e per il tema trattato e per come,
egregiamente, è stato svolto.
Maria Carmen Lama è nata in provincia di Messina il 20.11.'49. Vissuta a Capo
d'Orlando fino all'età di vent'anni, nel 1970 si è trasferita per lavoro a
Milano, dove si è laureata in Filosofia, e dal '77 vive in provincia di
Lecco.
Ha svolto attività di insegnamento e
poi di Dirigente scolastica in Istituti comprensivi e al Liceo Artistico
lecchese.
Ha tenuto corsi di formazione per docenti
e genitori e ha pubblicato articoli di carattere pedagogico e culturale su
riviste professionali per docenti e dirigenti, con gli editori Maggioli, Fabbri, Edizioni
Didattiche Gulliver.
Ha prevalenti interessi letterari e in
ambito filosofico e psicologico. Scrive recensioni, che pubblica su diversi
siti web, relative a testi di vario genere, a romanzi coinvolgenti a livello
emotivo e a libri di poesie. Scrive anche poesie e ama approfondire la
conoscenza delle produzioni poetiche dei grandi del passato. Ha iniziato da
pochi anni a entrare nel mondo poetico attuale, anche attraverso la
consultazione di siti web dove le scelte risultano essere traboccanti, ma non
sempre adeguate all'idea di poesia come vera e propria arte destinata a pochi ed
eletti adepti.
e-mail: carmen@giandgi.eu
Renzo
Montagnoli