Il quaderno delle voci
rubate
di Remo Bassini
La Sesia Editrice
Narrativa romanzo
Pagg. 172
Prezzo: € 9,30
Reduce dalla rilettura di un grande
classico, quale è La Certosa
di Parma, ho affrontato la prima opera di Remo Bassini
con un po' di titubanza, nel senso che temevo che, come per buona parte delle
opere di autori esordienti, non mi sarebbe piaciuto.
E invece è stata una piacevolissima
sorpresa.
Dire che l'ho letto è un eufemismo,
perché invece l'ho quasi fagocitato, pagina dopo pagina, arrivando all'ultima
con il rammarico che non ce ne fossero altre.
Il microcosmo di un paese con il suo
bar più conosciuto è descritto in modo mirabile, con i personaggi che si
alternano in perfetta sincronia, ognuno con una sua storia, gente anche di
umile estrazione, ma a cui lo scrittore ha saputo dare
una dignità tale che figure come il Carletti, il Bordin o Teresa la puttana restano indelebilmente impresse
nella memoria. E anche l'io narrante, il proprietario del bar, assurge a
protagonista, senza che per questo gli altri siano comparse.
Bassini descrive
la vita, i suoi personaggi destano simpatia perché sono veri, né eroi, né codardi, ma esseri umani, con tanto di pregi e difetti. Lo
stile è scarno, essenziale, ma di straordinaria efficacia; descrive senza grevità, lasciando ampi spazi alla fantasia del lettore per
immaginare l'ambiente e le figure che lo animano, di cui invece tratteggia alla
perfezione il carattere.
Non poche volte, chiudendo gli occhi
dopo una pagina, mi sono visto l'ambiente della locanda del Merlo e i suoi
avventori, aggiungendovi la mia persona; devo dire che questo volo di fantasia
non mi è riuscito per nulla difficile, anzi il desiderio di essere parte della
vicenda è la
prova più evidente dell'abilità di Bassini di saper
coinvolgere il lettore.
Non si creda, inoltre, che le 172
pagine siano solo di puro e semplice svago, perchè
dietro ogni personaggio c'è una vicenda da cui c'è da imparare e poco conta che
l'insegnate sia una prostituta come Teresa, quando dice “ La vita è bastarda,
scappa via mentre noi guardiamo le stelle cadenti “, oppure “ Ci vorrebbe che
Dio esistesse: darebbe senso a tutto”.
La frase, però, che più mi ha colpito
è riportata anche nell'ultima di copertina “ Il bar è come un cinema, solo che
il film è a sorpresa. E anche quando non c'è nulla, resta comunque l'atmosfera
dell'attesa: qualcosa, da un momento all'altro, può sempre capitare”. Ecco
penso che Bassini abbia voluto, metaforicamente,
riferirsi alla vita.
L'autore
Remo Bassini
nasce a Cortona il 23 settembre 1956, ma vive da
molti anni a Vercelli. Ha svolto molti lavori per poi approdare a quello di
giornalista, diventando direttore de La Sesia.
Ha di recente pubblicato due romanzi:
Dicono di Clelia (Edizioni Mursia) e Lo scommettitore
(Fernandel Editore).