Connessioni interrotte
Ovvero l'ossessione della mosca
di Gian Paolo Ivaldi
Presentazione di Marco Lagazzi
Copertina di Ludovica Ivaldi
Edizioni Tabula Fati
www.edizionitabulafati.it
Narrativa raccolta di racconti
Collana Nuove scritture
Pagg. 120
ISBN 978-88-7475-223-2
Prezzo €
10,00
Il sottile male di
vivere
Nell'ambito della narrativa il racconto in Italia è un po'
negletto, nel senso che soprattutto nell'ultimo mezzo secolo ha avuto ben poca
fortuna, fatta eccezione per alcuni autori, di indubbio elevato spessore, quali Leonardo Sciascia e Mario Rigoni Stern. Al riguardo vi è da dire
che non è facile scrivere in breve opere di senso compiuto, cioè che svolgano
un concetto e una trama con un inizio e una fine, come un vero e proprio
romanzo limitato a un numero notevolmente inferiore di pagine. Mi è capitato infatti, anche recentemente, di leggere raccolte di
racconti di modesta qualità, fatta eccezione per alcuni di genere fantastico.
Così, quando ho avuto per le mani questo libro, mi sono predisposto quasi
naturalmente a una lettura insoddisfacente per qualità e gradevolezza, e
invece, per fortuna, mi ero sbagliato. Non che Connessioni interrotte sia un capolavoro, ma è un'opera riuscita,
piacevole e scritta come si deve, insomma, nella sua rappresentazione della
realtà attuale, riesce benissimo a fornire un quadro interessante e
coinvolgente.
Sono otto racconti, alcuni di genere noir, che vanno dalla seduta
psicoanalitica alla fine di un rapporto coniugale, dalla proprietà in comune di
un'auto sportiva a un omicidio per gelosia con una conclusione del tutto
inaspettata, anche se logica.
Ivaldi ha buona mano, non scrive nulla di più di quanto è
necessario, riesce a mantenere il ritmo e, soprattutto, fa sì che le sue storie
abbiano un senso compiuto nel quadro generale di una rappresentazione
dell'attuale società che testimonia di un profondo disagio di vivere, di
un'esistenza trascinata senza un senso che sia autenticamente appagante.
Soprattutto, però, si avverte la capacità di dare autonomia a
personaggi non stereotipati, senza che sia presente in modo marcato la figura
dell'autore, come in un teatro dei pupi in cui gli attori si muovono senza che
si riescano a scorgere i fili che li tengono avvinti al burattinaio. E questo è
un altro dei pregi di quest'opera, che non vuol essere né didascalica, né
moralizzatrice, limitandosi solo a raffigurare situazioni e fatti abbastanza
frequenti nella nostra società e lasciando al lettore, così stimolato, il
compito di riflettere, trarre conclusioni, guardarsi intorno e poi dentro.
Da leggere, perché merita.
Gian
Paolo Ivaldi è nato a
Genova nel 1957.
Dopo il liceo, ha lavorato per un periodo nella gioielleria di
famiglia, ma a ventitrè anni, seguendo una passione coltivata dall'infanzia, si
è iscritto alla facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato e lavora in
Ospedale dal 1987.
Ha prestato la sua opera come medico missionario in India, a Capo
Verde e in Bosnia, in collaborazione con Smile Mission, una ONLUS
con obiettivi umanitari nel campo medico e odontoiatrico.
A cinquanta anni si è cimentato nella pubblicazione di un romanzo
di formazione, intitolato Lessico dell'Alba (Italian University Press, Pavia 2009),
che ha dedicato alla figlia ventenne Ludovica, giunto in finale al Premio
Osiride di Taranto 2010, per la letteratura storico-filosofica.
Renzo Montagnoli