Le tre morti di
Aloysius Sagredi
di Renato Pestriniero
Copertina di Vincenzo Bosica
Edizioni Solfanelli
www.edizionisolfanelli.it
Narrativa romanzo
Pagg. 240
ISBN 978-88-7497-718-5
Prezzo €
18,00
Una sinfonia
fantastica
“Aveva quasi completato il giro delle sale alla Scuola Granda di
San Rocco, a quell'ora praticamente deserte, quando si
trovò di fronte a un trittico di ignoto dal titolo Le tre morti di Aloysius Sagredi. Il dipinto centrale raffigurava
una morte per impiccagione, quello a sinistra per sbranamento da parte di
abominevoli animali di fantasia, quello a destra per annegamento. Nella
descrizione del trittico la guida parlava di una leggenda risalente al XVI
secolo secondo la quale un uomo era stato condannato attraverso un maleficio a
subire una triplice morte.”
Il fantastico è un genere in cui, più di ogni altro, è possibile dare
sfogo alla propria fantasia e Renato Pestriniero di creatività ne ha in misura
notevolissima, come lo dimostra in questo romanzo ambientato in una Venezia non
da cartolina quale conosciamo, ma da corpo pulsante, quasi un'entità autonoma a
sé, capace di incantare, ma anche di stordire, di far passare senza accorgersi
il limite apparentemente invalicabile fra realtà e sogno, in un coacervo di
sensazioni che lentamente avviluppano il lettore in una tela di ragno dalla
quale si cerca di fuggire, ma nella quale si è contenti di restare.
La vicenda, avvincente e coinvolgente, è di quelle che di certo
non ci si aspetta, ma se agli inizi è difficile, anche se non impossibile,
esserne attratti, pagina dopo pagina diventa quasi un'ossessione, alla ricerca
di una fine che poi ci si domanderà se è quella vera, o se anche noi, stregati
da calli e canali, siamo condizionati da un'irrealtà alla quale piacevolmente
ci siamo abbandonati.
In una eterna lotta fra il bene e il male
si combattono entità sconosciute, l'una tesa a riportare al khaos e l'altra al kosmos universali, e come pedine di un'immensa scacchiera vengono
mossi tre personaggi dai cognomi assai simili e che da lì a poco compirano i
medesimi anni lo stesso giorno. E' un combattimento titanico, senza esclusione
di colpi, e grondante di sangue, in una città con un fenomeno dell'acqua alta
superiore al consueto, in cui tutto sa di astratto pur nella concretezza di una
realtà vecchia di secoli.
Non tutto ciò che appare è quel che è, e quel che può sembrare
bene è invece il male e viceversa, due facce dello stesso foglio, in cui quella
in ombra, se girata, viene alla luce.
Pur se predominante l'aspetto gotico ci sono tuttavia ricorsi alla
fantascienza e anche all'horror, quest'ultimo che si trasforma da psicologico a
realistico con una moltitudine di ratti di fogna deliranti nel loro continuo
appetito e che invadono la città, una scena descritta talmente bene da avere
l'impressione di assistere a uno spettacolo cinematografico.
Su tutto, comunque, prevale l'aspetto onirico, con il continuo
ricorrere alla metafisica per cercare risposte, per disancorarsi da una realtà
troppo restrittiva per poter comprendere i fondamenti dell'esistenza, e questo
è l'elemento che più di altri, che pur sono di ragguardevole fattura,
impreziosisce e nobilita questo romanzo, che alla fine, a differenza di molti
altri di genere, non vuole solo stupire, ma invita, quasi perentoriamente, a
riflettere.
Devo ammettere che i primi capitoli non mi hanno attratto in modo
irresistibile, complice una certa verbosità nel rapporto fra uno dei
protagonisti e una ragazza, ma poi, quasi all'improvviso, ormai calato
evidentemente in questo lungo sogno, ne sono diventato parte e allora tutto è
cominciato a scorrere come un fiume in piena, rotto ogni indugio, superata ogni
apparente difficoltà; mi sono lasciato andare, ho amato quest'atmosfera fra il
torbido e l'irreale, e ho proseguito diritto, quasi con impeto, fino all'ultima
pagina, un finale che non chiude l'opera, ma che lascia spazio ad altre
interpretazioni, spiazzante quindi, ma che proprio per questo mi ritorna ogni
tanto, con un invito alle più svariate riflessioni nella infinita
ricerca di ciò che siamo.
E come tutti i sogni, il risveglio ce li fa rammentare in una
misura non ben definita, un ricordo degli aspetti salienti che si riaffaccia e
che invita a porsi domande, uno stimolo inconscio frutto di un'irrealtà che
nello scontrarsi con la concretezza di ogni giorno dimostra che l'esistenza non
è solo un continuo svolgersi di tempo da un'alba a un tramonto, ma che c'è ben
altro che possiamo cercare di scoprire liberandoci dall'arida essenzialità del
presente.
Le tre morti di Aloysius
Sagredi è un libro
stupendo, una perla preziosa che va ben oltre la sua impropria classificazione
di romanzo di genere fantastico.
Renato
Pestriniero, nato a
Venezia nel 1933, sposato, una figlia. Fino al 1988 capo reparto presso filiale
veneziana di multinazionale
svizzera per ispezioni tecniche, merceologiche e certificazioni.
Vive e lavora a Venezia.
Tra le sue opere pubblicate: Il
villaggio incantato (Bologna, 1982); Il
nido al di là dell'ombra ( Chieti, 1986); Di notte, lungo i canali… (Treviso, 1994); Una voce dal futuro (Milano, 1996); Accadimenti. Itinerari veneziani insoliti ( Rimini, 2000); L'osella misteriosa del doge Grimani (
Spinea, 2001); Settantacinque long tons
(Bologna, 2002); C'era una volta la Luna
(Bologna, 2005); Le Torri dell'Eden
(Bologna, 2008).
Renzo Montagnoli