L'orologio
di Carlo Levi
Edizioni Einaudi
Narrativa romanzo
Collana ET Scrittori
Pagg. VII – 314
ISBN 9788806181635
Prezzo € 11,50
Per comprendere meglio
il presente
Come in Cristo si è fermato
a Eboli e Le parole sono pietre
anche questo libro è a tutti gli effetti una commistione fra romanzo e saggio,
per quanto, nel caso specifico, l'analisi storica prenda il sopravvento,
fornendo un quadro altamente esauriente di come lo spirito originario della
Resistenza fu ben presto soffocato dalla caratteristica tipica di noi italiani,
vale a dire un radicato conformismo che fa di ogni occasione di rinnovamento un
semplice paravento, dietro il quale si cela sempre un
immobilismo, una difesa ottusa del privilegio che sarà ben delineata in seguito
da Tomasi di Lampedusa con Il Gattopardo. E così tutto cambia per
restare poi uguale, una verità sacrosanta che possiamo verificare
qutidianamente. Del resto Levi aveva ben individuato i mali insanabili di
questo paese, dominato da una burocrazia del tutto ottusa e da una classe
politica avulsa dalle reali esigenze dei cittadini, una vera e propria casta
che negli anni si è di fatto impadronita del potere,
delegato da un popolo ancora lontano dalla consapevolezza dei suoi diritti e
incapace di concretizzare un'autentica democrazia.
Nel libro risuonano così del tutto retoriche parole come libertà,
potere al popolo, democrazia. Esse sono semplicemente degli specchi messi ad
arte per non riflettere ciò che nascondono e così l'ideale di profondo
rinnovamento della Resistenza si è perso assai velocemente per strada
nell'Italia derelitta del dopoguerra; venuto meno l'impulso della guerra di
liberazione, tutto si è afflosciato e così si è ancora una volta gettata al
vento un'opportunità storica, ma forse perché le rivoluzioni abbiano successo
non devono avere mai fine.
Curiosamente, l'epoca presenta analogie con l'attuale, con il
desiderio di alcuni di tornare al particolare e di altri, invece, di sperare in
un'Europa veramente unita, la sola che forse avrebbe potuto liberarci
dall'imperante parassitismo.
Sono frequenti le osservazioni, le riflessioni, comuni nelle opere
di Levi, e che si innestano nel tessuto quotidiano, interagendo con fatti
apparentemente insignificanti, ma rivelatori della
situazione del periodo. Così ci sono l'esperienza di direttore di un giornale
di sinistra, le difficoltà finanziarie dello stesso, l'abulia dei redattori, le
cui descrizioni sono un'ulteriore prova delle eccelse qualità di questo
scrittore, e poi c'è Roma, tanto amata quanto odiata, una città insolita, con
il suo respiro notturno quasi di belva ferita, rilucente di sole nelle piazze,
tetra nelle scale buie delle case.
La mano del pittore emerge allora prepotente e si materializzano
quadri fatti di parole, appassionanti, capaci non solo di mostrare, ma anche di
palpitare di atmosfere.
L'orologio è senz'altro un libro eccellente che, se non ha il pathos proprio
di Cristo si è fermato a Eboli, è
tuttavia una testimonianza storica unica e del tutto indipendente.
Da leggere, senz'altro, per meglio comprendere il presente.
Carlo
Levi (Torino, 29
novembre1902 – Roma, 4 gennaio 1975). E' stato un grande scrittore e un non
meno grande pittore. Ha scritto, fra l'altro, Cristo si è fermato a Eboli, L'orologio,
Le parole sono pietre.
Renzo Montagnoli