In Nome del Padre
di Carlo Bordoni
In copertina Il sepolto vivo,
di Antoine Joseph Wietz
Mauro Baroni Editore
Narrativa romanzo
Collana Mediterranea
Pagg. 253
ISBN 9788882091767
Prezzo € 15,49
Morte apparente
E' indubbio che il tema della morte apparente abbia sempre
rivestito un particolare interesse, e non solo letterario, perché l'ipotetico
risveglio di un essere umano, costretto in una cassa posta sotto terra o in un
loculo, deve essere un'esperienza fra le più atroci, proprie del sepolto vivo.
All'eventualità si ovvia secondo norme di legge che, tuttavia, non
possono escludere, almeno in casi del tutto eccezionali, che il fatto possa
accadere.
Carlo Bordoni, autore anche di opere di genere fantastico, ha
affrontato questo tema con In Nome del
Padre, un romanzo che tuttavia esula dal genere, proponendo una storia, fra
passato e presente, che si alterna armoniosamente secondo un'impostazione per
capitoli e che, passo dopo passo, fa confluire il tutto in un unico grande
disegno di notevole effetto e che induce il lettore a proseguire speditamente
onde giungere alla conclusione con l'inevitabile chiarimento del mistero.
L'Io narrante è uno scrittore che si ritira
nella casa dei genitori, prossima al golfo di La Spezia, per scrivere un
romanzo; siamo in estate, c'è caldo e lui, nonostante la presenza della moglie,
è un essere solo, una condizione che si trascina dall'infanzia e che lo porta a
vivere una dimensione interiore estranea alla realtà.
In questo contesto il ricovero in ospedale di un vecchio in
pessime condizioni, con gli arti atrofizzati come se fosse stato costretto a
giacere per molti anni, e in possesso di una patente intestata al padre del
protagonista fa scattare una vicenda dai toni tenebrosi, di incroci fra
fantasia e realtà che finiscono con il renderla perfettamente credibile.
Si entra così nel genere horror, anche se un po' particolare,
vista la natura e la dimensione psicologica dello stesso.
Non vado oltre, per non pregiudicare all'eventuale lettore il
piacere di scendere con il personaggio principale in un turbine parossistico, a
cui poi verrà data una spiegazione più che logica, alla fine come si conviene,
ma un dubbio resta: sarà stato poi così?. Ed è questo
dubbio, insinuato abilmente nelle ultime righe, che toglie nuovamente certezze,
fa nascere ipotesi e ridona vigore a un'idea creata da una fantasia sì fertile,
ma non avulsa dalla realtà.
Bordoni si dimostra una volta di più un autore capace di tenere in
equilibrio una storia che di per sé potrebbe essere fragile, ma che in un
ambito comprendente la misteriosa fine di una presunta strega, alcuni riti
esoterici praticati da giovani in cerca di emozioni, simbolismi ricorrenti,
quali quelli dei tarocchi, un pizzico di erotismo, acquista una forza autonoma
che progressivamente avvince e stupisce.
Inoltre, le parentesi dei capitoli non di genere, peraltro
funzionali al racconto, evidenziano una capacità di approfondimento, anche
filosofico, non comune e forniscono un ritratto chiaro della solitudine di un
uomo, una condizione sempre più presente nella nostra epoca.
In Nome del Padre è un bel romanzo, che avvince e fa
riflettere, ed è un vero peccato che non sia più reperibile nelle librerie, né
presso l'editore, prematuramente scomparso.
Carlo Bordoni (Carrara, 1946) è docente di “Editing
e scrittura editoriale” all'Università di Pisa.
Si occupa di sociologia dei processi culturali e ha insegnato
nelle Università di Firenze, Milano e Napoli.
Per Solfanelli ha
pubblicato La paura il mistero l'orrore dal romanzo gotico a Stephen King
(1989), La fabula bella. Una lettura sociologica dei Promessi Sposi
(1991), l'antologia di racconti Cuori di tenebra (1993), La dismisura immaginata (2009) e Le scarpe di
Heidegger (2010). Tra le altre sue pubblicazioni: La pratica editoriale.
Testo contesto paratesto (Felici, Pisa 2010), Dal sublime ai nuovi media
(Felici, Pisa 2010), L'identità perduta. Moltitudini, consumismo e crisi del
lavoro (Liguori, Napoli 2010); Libera multitudo (Franco Angeli,
Milano 2008); Introduzione alla sociologia dell'arte (Liguori, Napoli
2008), Società digitali (Liguori, Napoli 2007), Il testo complesso
(Clueb, Bologna 2005).
Nella narrativa ha
esordito col romanzo L'ultima frontiera (Ponzoni, Milano 1965) e, negli
ultimi anni, si è riproposto con Il nome del padre (Baroni, Retignano
2001), Istanbul Bound (Tabula fati, Chieti 2006) e Il cuoco di
Mussolini (Bietti, Brescia 2008).
Collabora a “Prometeo” e dirige la rivista “IF”,
trimestrale dell'Insolito e del Fantastico.
Renzo Montagnoli