Cuore di pietra
di Sebastiano Vassalli
Edizioni Einaudi
Narrativa romanzo
Collana ET Scrittori
Pagg. 286
ISBN 9788806184254
Prezzo €
11,50
La vita di una casa
dall'Unità d'Italia
“Gli uomini continuavano a
nascere e morire, come dappertutto, e come dappertutto impiegavano la maggior
parte del tempo che intercorre tra le due date fondamentali e forse uniche
della loro esistenza, per trafficare tra di loro e per infastidirsi a vicenda;
ma questa attività è assolutamente normale, in ogni epoca, e non ha mai fatto
notizia”.
Di Sebastiano Vassalli ho già letto La chimera e Le due chiese, splendidi romanzi in
cui l'autore a suo modo ripercorre la storia con l'occhio attento a un
microcosmo, come a voler dire che i fatti eclatanti, gli avvenimenti, i
personaggi di primo piano di determinati periodi sono il frutto esclusivo dei
tempi e delle genti che vivono in quell'epoca. Ma su ogni cosa appare evidente
che questi piccoli esseri fragili che si agitano, gli uomini, sono appena un
soffio di vita che come si leva si spegne. Per gli uomini esiste il tempo, per
gli dei no, che anzi si divertono a osservarci nei nostri inutili tentativi di
dare scacco proprio a quel tempo che scorre inesorabilmente e che dimostra, una
volta per tutte, che per noi non c'è speranza.
Anche in Cuore di pietra è presente, forse in modo più marcato, questo
pessimismo esistenziale, ma non incide sulla piacevolezza della lettura di
un'opera che alcuni considerano minore nella produzione di Vassalli, ma che,
secondo la mia opinione, è invece una delle migliori.
Il ritratto storico del nostro paese dall'unità fino quasi ai
giorni nostri, per quanto affastellato di personaggi e di vicende, è quanto di
meglio abbia letto sull'argomento in questi ultimi anni e il tutto parte da un
punto fisso, da una cosa inanimata, quale è una casa, un palazzo signorile,
eretto in una città della pianura, che non è difficile identificare in Novara,
località di residenza dell'autore.
In questa abitazione si succedono proprietari e inquilini, appunto
dall'unità d'italia fino quasi ai giorni nostri; è un palazzo gentilizio e come
certa nobiltà con il tempo va decadendo e piano piano giunge a un limite di
estremo degrado, tanto che si ha la sensazione che da un momento all'altro
possa crollare, e invece è ancora lì, gli intonaci disfatti, il tetto che
lascia passare acqua, gli infissi pressoché distrutti. Anche la casa, così ben
descritta, ha un legame ben preciso con lo scrittore, perché si tratta di Villa
Bossi, in cui ha vissuto a lungo, ora purtroppo mal ridotta,
decrepita, ma che muove a tenerezza in chi lì ha maturato un periodo di
esistenza, in un gioco della memoria che si intreccia con la Storia. Ed è
appunto la Storia la vera protagonista, la Storia che non sconfigge il tempo,
ma attrae nel ricordo i fatti, riporta l'eterna disfatta degli uomini nella
loro illusoria lotta con il tempo, in cui le idee, gli sforzi, le passioni sono
la rappresentazione di un'opera allestita sul palcoscenico della vita, per
vincere la morte, inutile battaglia perché la commedia, pur variando i
personaggi e le scene, ha sempre quella inevitabile conclusione. Il pessimismo,
quindi, regna sovrano e viene spontaneo associarlo, soprattutto come fonte
dello stesso, a quello leopardiano. E' giusto, però, tener presente che non ci
troviamo di fronte a un romanzo deprimente, perché è presente in Vassalli
un'autoironia che snellisce il racconto, lo rende più facilmente assimilabile,
quasi nascondendo quella malinconia di fondo che invece lo sorregge e lo anima.
Ci si accorge di ciò lentamente, pagina dopo pagina, con indotte riflessioni
sui numerosi protagonisti, fuochi fatui che si perdono nel turbine del tempo e
che solo la parola scritta di un grande autore riesce a far uscire dal buio in
cui sono precipitati.
Ma il romanzo ha anche un altro valore, per nulla indifferente,
perché Vassalli ha saputo raccontare il Novecento con una straordinaria levità
e con saggezza, così che alla fine del libro ci si accorge che ha scritto di
noi italiani, di come eravamo, di come abbiamo percorso gli anni di questa
nazione ancora giovane e di come siamo diventati, un autentico gioiello per
comprendere l'attuale situazione, perché nella storia nulla appare
d'improvviso, tutto ha un'origine, ogni cosa ha un suo motivo.
Cuore di pietra è un romanzo di grande bellezza e pertanto la lettura è
senz'altro raccomandabile.
Sebastiano Vassalli è nato a
Genova e vive in provincia di Novara. Presso Einaudi, dopo le prime prove
sperimentali, ha pubblicato La notte della cometa, Sangue e suolo,
L'alcova elettrica, L'oro del mondo, La chimera, Marco
e Mattio, Il Cigno, 3012, Cuore di pietra, Un
infinito numero, Archeologia del presente, Dux, Stella
avvelenata, Amore lontano, La morte di Marx e altri racconti,
L'Italiano, Dio il Diavolo e la Mosca nel grande caldo dei prossimi
mille anni e Le due chiese.
Renzo Montagnoli