Per mano mia
Il Natale del commissario Ricciardi
di Maurizio de Giovanni
Edizioni Einaudi
Narrativa romanzo
Collana Stile Libero Big
Pagg. 316
ISBN 9788806203429
Prezzo € 18,00
Un bellissimo Natale
“- Ma certo, commissario. Il presepe è una delle
più antiche e consolidate tradizioni del nostro popolo. Attraverso esso, nei
momenti vari della storia di questa città, sono state rappresentate situazioni
e personaggi entrati a far parte della fantasia popolare. Vedete, ogni presepe,
anche il più povero, è su tre livelli: in alto il castello di Erode, là, che
rappresenta il potere e la prevaricazione; in mezzo la campagna, col gregge, i
pastori e il resto; in basso, e davanti, la grotta con la Natività.”
Se le
stagioni del commissario Ricciardi sono terminate (l'ultima, l'autunno, è del
2010) possono forse bastare a perpetuarne l'esistenza le festività, a
cominciare appunto dal Natale, considerato che questo è ormai assai prossimo.
Probabilmente de Giovanni non si attendeva il successo dei suoi libri,
altrimenti non ne avrebbe limitato la serie a soli quattro, ma questo nuovo
escamotage dovrebbe consentire ai lettori di deliziarsi con altre successive
vicende.
Ora si può
dare per scontato che l'interesse di una serie vada scemando nel tempo, ma nel caso
dei romanzi con protagonista Ricciardi non è accaduto e anche questo Per
mano mia, sebbene un po' debole, come i precedenti del resto, sotto
l'aspetto della trama
puramente gialla, si può dire perfettamente riuscito, proprio perché l'aspetto
investigativo finisce solo con l'essere il pretesto per fornire un ritratto,
assai veritiero e puntuale, di un'epoca e soprattutto perché ciò che importa
sono le vicende private dei protagonisti.
E' un vero piacere ritrovare questo
commissario tutto dedito al lavoro, ma immensamente solo e triste per quel
segreto che si porta in cuore, il fatto,
cioè vedere le vittime e udirne le parole o leggerne i pensieri nel loro ultimo
istante di vita; poi ci sono i comprimari, da cui emerge prepotentemente il
brigadiere Maione, che, con la sua bontà e il dolore che si porta dentro per la
perdita di un figlio, è dotato di un'invidiabile carica umana che lo rende
sempre più protagonista e infine le presenze puntuali della tata Rosa, del
dottor Modo, di una Enrica che ritrova il suo essere
donna, di una femmina fatale come Livia, perfino di Bambinella, un travestito
dotato di una grande carica di simpatia.
I rapporti fra questi personaggi, che
esulano dalla trama gialla vera e propria, sono i pilastri portanti di tutte le
opere di de Giovanni, presenze che danno corpo e consistenza al romanzo con le
loro debolezze e le loro virtù. Non sono eroi, almeno nel concetto comune del termine, ma esseri umani non dissimili da noi e proprio per
questo ci attraggono, ci legano indissolubilmente all'autore, che credo che,
fra tutti, si ritrovi maggiormente, se non altro per la prestanza fisica, in
Maione.
Ho detto prima dell'epoca e in effetti il mondo del ventennio fascista è ben
rappresentato, con la sua atmosfera cupa in cui le opportunità di delazione
sono sempre in agguato, ma l'ambientazione è uno dei maggiori punti di forza di
de Giovanni.
La città di Napoli sotto il Natale, con
le vie centrali brulicanti di venditori e di luci, e appena più in là con i
quartieri miseri che vivono nel buio, è il soggetto di un quadro di grande
efficacia, di un impressionismo che ci fa rivivere un periodo storico, al pari
delle ballerine di can can di Toulouse Lautrec.
I ricchi restano per lo più anonimi,
mentre è fra i poveri che de Giovanni va a cogliere fiori di rara bellezza,
personaggi per cui ci sono storie da raccontare, soffocati dall'indigenza, ma
non privi di una scintilla di umanità che li rende avvincenti.
Del resto è inutile cercare sensibilità
in chi ha già tutto e l'ostenta, una classe di anonimi che le luci del Natale
non riescono a illuminare, mentre è in chi vive nel buio che de Giovanni porta
la sua luce, aprendo squarci su autentici umili eroi, perché è eroismo anche
tirare avanti nonostante tutto, mangiare poco e male e costruire un piccolo
povero presepe, affinchè anche la stella del Natale possa brillare in una
baracca, rinnovando una speranza di riscatto oltre ogni
situazione contingente.
Ed è la notte, con il buio che scende
sulla città, che fornisce di Napoli un quadro quasi fantastico, con le luci che
risagono dal porto fin sulla montagna, un incantevole presepe naturale che
palpita di vita, che dolcemente ci induce a sognare.
Per
mano mia è un romanzo
stupendo, da leggere sempre, ma soprattutto ora che il Natale si avvicina, per
ritrovarne il suo autentico messaggio.
Maurizio
de Giovanni (Napoli 1958) ha pubblicato con crescente fortuna da
Fandango Libri il primo ciclo del commissario Ricciardi, ambientato nella
Napoli del fascismo e composto da Il senso del dolore. L'inverno del
commissario Ricciardi (2007), La condanna del sangue. La primavera del
commissario Ricciardi (2008), Il posto di ognuno. L'estate del
commissario Ricciardi (2009), Il giorno dei morti. L'autunno del
commissario Ricciardi (2010).
La serie è tradotta con successo dalla
Suhrkamp in Germania, da Payot & Rivages in Francia, da Lumen e La Campana
in Spagna.
Per Einaudi, nel 2011, ha
pubblicato Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi (Stile
Libero Big), con cui inizia il ciclo delle festività, sempre ambientato a
Napoli.
Renzo
Montagnoli