Le corna del diavolo
e altri racconti
di Piero Chiara
a cura di Mauro Novelli
introduzione di Giansiro Ferrara
Arnoldo Mondadori Editore
Narrativa raccolta di racconti
Collana Oscar scrittori moderni
Pagg. XXXV - 160
ISBN 9788804492856
Prezzo € 9,00
Non è solo una questione di corna
Nel 1976 a Piero Chiara venne
l'idea di riunire in un unico volume dei racconti brevi scritti anni prima,
alcuni dei quali già noti in quanto pubblicati sul Corriere della Sera.
Trovò anche il titolo, un po' bizzarro
in verita, “ O soffio dell'april “,
che ha origine dal brano del Werther di Massenet intonato da un tenore che
aveva perso la voce e la ritrova con un innamoramento, racconto questo inedito,
in cui la consueta ironia dell'autore luinese appare stemperata dalla
malinconia legata all'avanzare degli anni a cui più di un essere umano crede di
porre rimedio con l'amore per donne assai giovani, un autentico pezzo di bravura che da
solo vale l'intera raccolta. In esso si combinano il consueto stile sciolto e una
ricchezza di fraseggio, un'opulenza letteraria che conferiscono allo scritto
una patina dorata.
Tuttavia, molto probabilmente per
esigenze commerciali, al titolo proposto da Chiara fu preferito quello di un
altro racconto, pure facente parte della raccolta, in quanto Le corna del diavolo richiamano l'idea
di chissà quali avventure boccacesche, che in effetti
sono quasi sempre presenti nelle opere dell'autore, ma che poi, con il
trascorrere del tempo, si sono molto affinate, lasciando immaginare al lettore,
più che imponendogliele, scene erotiche, peraltro sempre descritte con
invidiabile mano leggera e con un brio che muove più al sorriso che alla
risata.
E infatti in Le corna del diavolo ci sono tradimenti,
ma niente di particolare o che comunque faccia supporre le gesta di un grande
amatore, ma non dirò altro per rispetto dei lettori.
In tutto si tratta di ventidue
racconti, in genere di buona qualità, e di cui almeno quattro raggiungono
vertici di eccellenza, fra i quali appunto O soffio dell'april.
Sono tutte narrazioni in parte di vita
vissuta, pur se vista come proiezione della propria fantasia, e abbracciano uno
spazio temporale piuttosto ampio, partendo dalla fine della prima guerra
mondiale a un'epoca non esattamente definota, ma che si può intuire come i
primi anni '70.
In questo contesto spiccano tre
racconti, fra i quali Una cattiva scelta non
ha solo per tema una cornificazione, ma è un ritratto, particolarmente ironico,
di come la fortuna sia cieca e di come si possa passare da una temuta sfortuna
a una situazione di favorevole privilegio. Di notevole rilievo, come anche
testimonianza storica, è La spagnola,
quella febbre malsana che al termine del primo conflitto falcidiò l'Europa,
nella descrizione qui di un Chiara che all'epoca non
era di più di un bambino. In questo caso non si ride, si prende solo atto della
testimonianza di uno che c'era e che non ne cancellò mai il ricordo.
E infine non posso non segnalare Il fico sull'incudine, una storia
d'amore d'altri tempi, vissuta nel rispetto di chi potrebbe averne a soffrire,
una prova di grande abilità dell'autore, perché lì non era per niente difficile
cadere nella trappola della facile commozione e lui invece è riuscito a starne
bene alla larga.
I protagonisti sono sempre figure con
una spiccata personalità, personaggi che tuttavia la loro scomparsa avrebbe
relegato nell'oblio e che invece Piero Chiara ha immortalato affinchè non se ne
perdesse la memoria.
Nel complesso si tratta di una lettura
assai piacevole e quindi senz'altro raccomandabile.
Piero Chiara nacque a Luino nel 1913 e morì a
Varese nel 1986. Scrittore tra i più amati e popolari del dopoguerra, esordì in
narrativa piuttosto tardi, quasi cinquantenne, su
suggerimento di Vittorio Sereni, suo coetaneo, conterraneo e grande amico, che
lo invitò a scrivere una delle tante storie che Chiara amava raccontare a voce.
Da Il piatto piange (Mondadori, 1962), che segna il suo esordio vero e
proprio, fino alla morte, Chiara scrisse con eccezionale prolificità,
inanellando un successo dopo l'altro.
E' stato
autore particolarmente fecondo e fra le sue numerose pubblicazioni figurano Il piatto piange (1962), La spartizione (1964), Il balordo (1967), L'uovo al cianuro e altre storie (1969), I giovedì della signora Giulia (1970), Il pretore di Cuvio (1973), La
stanza del Vescovo (1976), Il vero
Casanova (1977), Il cappotto di
Astrakan (1978), Una spina nel cuore (1979),
Vedrò Singapore? (1981),
Il capostazione di Casalino e altri 15
racconti (1986).
Renzo
Montagnoli