Il prete giusto
di Nuto Revelli
Edizioni Einaudi
Storia biografia
Collana ET Scrittori
Pagg. 109
ISBN 9788806196981
Prezzo € 9,00
Un prete giusto e perciò scomodo
“ Era
l'estate del 1982 quando don Raimondo Viale, il prete ribelle di Borgo San
Dalmazzo, manifestò all'amico Mario Cestella il desiderio d'incontrarmi il più
presto possibile. Quale il motivo di tanta urgenza? Aveva appreso che intendevo
dedicarmi a una indagine sul clero della campagna
povera, e voleva inserirsi nel discorso, ma subito, come se temesse di perdere
l'ultima occasione di *consegnarmi* la sua storia di vita.”
Don Raimondo Viale (1907 – 1984) è
stato un sacerdote piemontese della zona di Cuneo. Partigiano durante la
seconda guerra mondiale, è stato insignito dell'onorificenza di Giusto
d'Israele per aver soccorso e assistito dopo l'8 settembre 1943 centinaia di
ebrei.
Si è sempre battuto contro le
ingiustizie, patendo anche un soggiorno al confino, in uno spirito cristiano
volto a soccorrere chi più ne avesse bisogno; uomo che non abbassava la testa
nemmeno a rischio della vita, sarebbe rimasto poco conosciuto se Nuto Revelli
non ne avesse scritto la biografia, frutto di diverse ore di registrazione,
durante le quali il vecchio prete ha raccontato la sua storia, dalla nascita fino
al dopoguerra.
Antifascista e anticomunista, in nome
di quella libertà a cui ha sempre aspirato fermamente, Don Viale è
indubbiamente un prete scomodo, uno che non sa tacere, né chinare la testa, e
in questo contesto subirà un vero e proprio oltraggio con la “sospensione a divinis”.
Soldato di Cristo e non della Chiesa,
scettico nei confronti del clero, tranne che nel caso di pochi sacerdoti, è
contro qualsiasi potere che
sovrasti gli uomini, uno spirito ribelle quindi, con
caratteristiche di anarchico, un anarchico di altri tempi, pronto a sacrificare
se stesso per portare avanti le sue idee e difendere i deboli.
La biografia è scritta in prima
persona, insomma è Don Viale che racconta e si avverte chiara la trepidazione,
o la commozione, quando ricorda l'infanzia, il seminario, la sua parrocchia, la
persecuzione fascista. E' un uomo anziano che parla, sconfitto e in preda a
scoramento, ma nelle sue parole non c'è mai odio, magari un po' di
risentimento, ma questo è temperato dall'amore per tutti, compresi gli
avversari e i nemici.
Non c'è discrasia fra il Don Viale
prete e il Raimondo Viale uomo, anzi sono fusi mirabilmente in un'immagine di
grande pathos. E così, come assiste spiritualmente tredici partigiani
condannati alla fucilazione, porta conforto anche a una spia fascista
condannata a morte dopo la Liberazione.
Ma quel suo non chinare mai la testa,
dire sempre ciò che pensa, criticare anche la Chiesa finirà per fargli patire
una condanna ben più grave del confino. Infatti, privato della sua parrocchia,
chiuderà la sua esistenza in un ospizio.
A Revelli va dato il merito di aver portato alla
luce un personaggio di così grande spessore, che altrimenti sarebbe rimasto
sconosciuto ai più, un altro Perlasca, un altro Schiendler, gente che in umiltà
ha dato prova di nobilitare l'umanità, in epoche in cui era più comodo e
salubre tacere.
La biografia non è tuttavia
completamente esauriente, poiché Don Viale va a memoria e molte cose si
confondono o si dimenticano. Quel che manca, soprattutto, è il periodo di
continui richiami, di reiterate diffide, che sfociarono nella “sospensione a divinis”. E' possibile
intuire il motivo, ma non è la stessa cosa che avere degli elementi certi, e
non è improbabile che non sia stata una dimenticanza di Revelli, bensì una naturale
ritrosia del prete a scavare in una ferita che non si sarebbe più rimarginata.
Il prete giusto è un libro intriso d'amarezza, ma è
anche un grido, il grido di un uomo vecchio, malato e stanco che chiede
giustizia, la prima volta per sé.
Da leggere, senza dubbio.
Nuto
Revelli (Cuneo, 1919-2004), ufficiale degli alpini in Russia e
protagonista della Resistenza nel cuneese, si è battuto per anni per dare voce
ai dimenticati di sempre: i soldati, i reduci, i contadini delle campagne piú
povere. Tra i suoi libri, tutti editi da Einaudi, La guerra dei poveri
(1962), La strada del davai (1966 e 2010), Mai tardi (1967 e
2008) , L'ultimo fronte (1971 e 2009) , Il
mondo dei vinti (1977), L'anello forte (1985) Il disperso di Marburg
(1994 e 2008), Il prete giusto (1998 e 2008), Le due guerre (2003
e 2005).
Renzo Montagnoli