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  Racconti  »  Narrativa generica  »  Best seller 09/06/2006
 

Carissimo editore,

è con animo affranto che ti mando la mia opera che tutti gli altri hanno rifiutato.

Non so perché tu sei l'ultimo che la riceverai, cioè non ti so dire perché nella classifica occupi l'ultima piazza, ma probabilmente è perché sei sfigato come me. Ho visto il tuo catalogo: nessun problema di scelta, visto che hai solo un romanzo di uno un po' meno sconosciuto di me. E allora mi sono detto: quel titolo da solo si annoia poverino e chissà come starebbe in compagnia con quello della mia fatica. Sì, fatica, non tanto a scrivere il romanzo, ma a trovare anche un cane disposto a pubblicarlo. In quelle pagine ho messo tutto me stesso, in quelle righe c'è ogni minuto della mia vita. La trama forse non è interessante, la sintassi lascia un po' a desiderare, ma è tutta roba mia, anche le pagine più scabrose, con la descrizione del primo rapporto, ovviamente andato buco (te l'ho detto che sono sfortunato).

C'è tutta la mia merda di vita, con il matrimonio fallito già durante la luna di miele, la ricerca di un lavoro che mi aiutasse a dimenticare la delusione amorosa e quando l'ho trovato alla fonderia la ricerca di una donna che mi facesse dimenticare il tedio del lavoro. Vedi, io ho sempre cercato qualche cosa nella vita e quando credevo d'averla trovata dovevo cercarne subito un'altra. Le ho provate tutte per cambiare, ho pensato perfino di farmi prete, ma quando credevo di aver trovato la vocazione per nostro signore Gesù Cristo ho sentito un crescente interesse per il buddismo. No, nessun timore di vedermi vestito di arancione, perché è un colore che detesto. Nel mio libro scrivo tutto questo, parlo di questa sfiga che mi perseguita in tutte le occasioni, anche le più semplici, come quando all'ultima lotteria di capodanno il numero del biglietto vincitore del primo premio era immediatamente precedente a quello del mio e quello che si è aggiudicato il secondo premio era immediatamente successivo.

Visto che con le donne andavo buco, ho provato anche con gli uomini, ma anche lì, o ci si nasce, o non ci si diventa: insomma ho provato una sola volta e ancora la parte mi duole.

Lo so che non sarà facile vendere il mio libro, ma qualche cosa nella vita la debbo fare per essere certo di esistere e allora ho avuto l'idea geniale che ne farà un successo senza precedenti. Legga il titolo. Letto? Il primo e l'ultimo, perché il suo autore in segno di protesta contro una vita da sfigato si toglierà la vita. Mi immagino già i titoli: il best seller dell'anno, un romanzo verità.

Ho fatto tutte le cose per bene: ho messo il francobollo sulla busta, l'indirizzo esatto e una volta terminata questa mia la piegherò ben bene, con il massimo della precisione; poi la metterò nella busta e la incollerò. Indi mi sparerò un solo colpo, una volta infilata la canna in bocca.

Mi sto esaltando, anche perché penso proprio di esser riuscito a dare un calcio alla sfiga.

Grazie infinite.

 

Suo….”

 

-         Maresciallo, ma ha letto questa lettera?

-         No, me la faccia vedere.

-         Più sfigato di così…

-         Perché?

-         Si è sparato prima di imbucare la lettera.    

 

 
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