I disastri della
vita, quali incentivi evolutivi per l'uomo
di Lorenzo Russo
La terra trema, le
scosse sembrano non finire, le gambe vacillano sul pavimento diventato
instabile, una nuova condizione di vita subentra a quella abituale di ogni
giorno.
Babbo! Dove
andiamo? Afferma il piccolo, mentre in fretta viene
portato in braccio all'aperto. Potrò oggi giocare al pallone?
Le bambine invece
cercano frettolosamente la loro bambola preferita, già imitando la premurosità
delle loro mamme, proprio in tempo per ubbidire alle loro urgenti
sollecitazioni di seguirle verso la via della salvezza.
Altre ancor più
tragiche situazioni si susseguono: anziani che, non riuscendo a salvarsi senza
l'aiuto di terzi, rimangono intrappolati tra le macerie e non resta loro che sperare
in un pronto soccorso degli specialisti del volontariato, vittime che
schiacciate dai muri cedenti affidano la loro salvezza al Dio misericordioso,
altri che sottostanti a una situazione di totale sgomento si buttano giù dalla
finestra quale ultima speranza di salvezza.
Se non fosse che le scosse sono sorte improvvisamente, da non
lasciare all'uomo il tempo di prepararsi, per poterla affrontare senza perdere
il suo stato d'animo, dettato prima dalla normalità.
Qua e là visi
sgomenti, tesi dallo spavento per l'inaspettato evento disastroso, che
determinerà d'ora in poi il corso della vita dei superstiti.
L'abituale non ha
più senso e il nuovo, ancora da elaborare, richiede dall'uomo il meglio che
egli possa possedere: forza d'animo, energie nuove per la ripresa che vanno
messe subito in atto prima ancora che la consapevolezza di aver perso tutto, il
freddo della notte a venire e la pioggia battente, mai mancante proprio in
queste situazioni, abbiano il sopravvento e lo rendano inerte, sconfitto.
La natura non è
più la madre che protegge i suoi figli, anch'essa trema e si dà a ricomporsi in
un assetto che è solo in apparenza più stabile di prima.
Chi incolpare?
S'incomincia a temere che anche l'uomo ne sia, almeno in parte, colpevole
attraverso le sue attività che spremono e deformano sempre di più il suolo
sovrastante e sottostante senza cognizioni esatte delle ripercussioni che
potrebbero causare.
Eppure tutti sanno
che i terremoti succedono, giacché il suolo italico é per sua naturale
formazione fragile e sovrastante due masse continentali da sempre in collisione
tra di loro.
Con queste
cognizioni si poteva costruire meglio, così come viene
fatto in altri paesi presi dagli stessi rischi e dove i maggiori costi non sono
il problema di primo grado.
Ma qui in Italia, il paese dei truffatori per eccellenza, la vita umana non
conta tanto quanto il guadagno che ha priorità assoluta. Allora ben vengano le
scosse e siano ben forti.
No, l'uomo non ne
ha colpa.
Questa é
l'opinione degli interessati agli sconvolgimenti di questa sorte, nemmeno se
facesse esplodere, istantaneamente, mille e più bombe atomiche.
La colpa è allora
del suo destino, di dover sopportare tutto ciò che accade e ancora succederà.
È così, tra
l'innocenza e la condanna, prosegue la sua vita pari al corso della natura,
anch'essa sottostante a un continuo modificarsi, senza che se ne possa
comprendere il senso e lo scopo.
Se non fosse che proprio in questi avvenimenti disastrosi,
l'uomo ha sempre dimostrato di possedere eccellenti qualità di soccorso, tali
da renderlo degno figlio di un Dio benigno e per questo capace di mutare il suo
destino nel tempo dovuto.
Lo spirito umano,
innestato in un fisico debole e limitato, se non già peccaminoso, per creare
questa sua esistenza, risorgerà a nuova vita proprio per ricompensa dei
sacrifici e delle sofferenze sopportate.
Mi sembra quindi
opportuno notare che gli eventi disastrosi abbiano un buono scopo formativo per
l'uomo: quello di educarlo alla misura delle sue pretese, minori sono le attese
avanzate, maggiori sono gli effetti benigni che rilasciano nel suo carattere e
personalità, fino alla formazione di una coscienza matura e istruita.
La storia
dell'uomo è ricca di avvenimenti addirittura maggiormente disastrosi di un
terremoto, da poter intravedere un seppur minimo miglioramento della coscienza
umana.
Considerando che
il corso della storia umana non è arrivato alla sua fine, sono nuovi
avvenimenti tragici prevedibili, ma un giorno il tutto troverà il suo senso e
stato giusto e il processo evolutivo proseguirà altrove, in condizioni, come io
spero, migliori.