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  Editoriali  »  I disastri della vita, quali incentivi evolutivi per l'uomo, di Lorenzo Russo 14/06/2012
 

I disastri della vita, quali incentivi evolutivi per l'uomo

di Lorenzo Russo

 

 

 

La terra trema, le scosse sembrano non finire, le gambe vacillano sul pavimento diventato instabile, una nuova condizione di vita subentra a quella abituale di ogni giorno.

Babbo! Dove andiamo? Afferma il piccolo, mentre in fretta viene portato in braccio all'aperto. Potrò oggi giocare al pallone? 

Le bambine invece cercano frettolosamente la loro bambola preferita, già imitando la premurosità delle loro mamme, proprio in tempo per ubbidire alle loro urgenti sollecitazioni di seguirle verso la via della salvezza.

Altre ancor più tragiche situazioni si susseguono: anziani che, non riuscendo a salvarsi senza l'aiuto di terzi, rimangono intrappolati tra le macerie e non resta loro che sperare in un pronto soccorso degli specialisti del volontariato, vittime che schiacciate dai muri cedenti affidano la loro salvezza al Dio misericordioso, altri che sottostanti a una situazione di totale sgomento si buttano giù dalla finestra quale ultima speranza di salvezza.

Se non fosse che le scosse sono sorte improvvisamente, da non lasciare all'uomo il tempo di prepararsi, per poterla affrontare senza perdere il suo stato d'animo, dettato prima dalla normalità.

Qua e là visi sgomenti, tesi dallo spavento per l'inaspettato evento disastroso, che determinerà d'ora in poi il corso della vita dei superstiti.

L'abituale non ha più senso e il nuovo, ancora da elaborare, richiede dall'uomo il meglio che egli possa possedere: forza d'animo, energie nuove per la ripresa che vanno messe subito in atto prima ancora che la consapevolezza di aver perso tutto, il freddo della notte a venire e la pioggia battente, mai mancante proprio in queste situazioni, abbiano il sopravvento e lo rendano inerte, sconfitto.

La natura non è più la madre che protegge i suoi figli, anch'essa trema e si dà a ricomporsi in un assetto che è solo in apparenza più stabile di prima.

Chi incolpare? S'incomincia a temere che anche l'uomo ne sia, almeno in parte, colpevole attraverso le sue attività che spremono e deformano sempre di più il suolo sovrastante e sottostante senza cognizioni esatte delle ripercussioni che potrebbero causare.

Eppure tutti sanno che i terremoti succedono, giacché il suolo italico é per sua naturale formazione fragile e sovrastante due masse continentali da sempre in collisione tra di loro.

Con queste cognizioni si poteva costruire meglio, così come viene fatto in altri paesi presi dagli stessi rischi e dove i maggiori costi non sono il problema di primo grado.

Ma qui in Italia, il paese dei truffatori per eccellenza, la vita umana non conta tanto quanto il guadagno che ha priorità assoluta. Allora ben vengano le scosse e siano ben forti.

No, l'uomo non ne ha colpa.

Questa é l'opinione degli interessati agli sconvolgimenti di questa sorte, nemmeno se facesse esplodere, istantaneamente, mille e più bombe atomiche.

La colpa è allora del suo destino, di dover sopportare tutto ciò che accade e ancora succederà.

È così, tra l'innocenza e la condanna, prosegue la sua vita pari al corso della natura, anch'essa sottostante a un continuo modificarsi, senza che se ne possa comprendere il senso e lo scopo.

Se non fosse che proprio in questi avvenimenti disastrosi, l'uomo ha sempre dimostrato di possedere eccellenti qualità di soccorso, tali da renderlo degno figlio di un Dio benigno e per questo capace di mutare il suo destino nel tempo dovuto.

Lo spirito umano, innestato in un fisico debole e limitato, se non già peccaminoso, per creare questa sua esistenza, risorgerà a nuova vita proprio per ricompensa dei sacrifici e delle sofferenze sopportate.

Mi sembra quindi opportuno notare che gli eventi disastrosi abbiano un buono scopo formativo per l'uomo: quello di educarlo alla misura delle sue pretese, minori sono le attese avanzate, maggiori sono gli effetti benigni che rilasciano nel suo carattere e personalità, fino alla formazione di una coscienza matura e istruita.

La storia dell'uomo è ricca di avvenimenti addirittura maggiormente disastrosi di un terremoto, da poter intravedere un seppur minimo miglioramento della coscienza umana.

Considerando che il corso della storia umana non è arrivato alla sua fine, sono nuovi avvenimenti tragici prevedibili, ma un giorno il tutto troverà il suo senso e stato giusto e il processo evolutivo proseguirà altrove, in condizioni, come io spero, migliori.

 

 
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