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  Editoriali  »  Per Erich Priebke nessuna pietà, specifica o aspecifica, di Giuseppe Iannozzi 18/10/2013
 

Per Erich Priebke nessuna
pietà, specifica o aspecifica

di Giuseppe Iannozzi

 

 

Non è (semplicemente) una questione di buttargli della terra addosso e morta lì.
Quell'essere… ma quale essere? Diciamo la verità, senza mezzi termini e ipocrisie di comodo: quel boia pretendeva funerale cristiano, in Chiesa. E' forse tollerabile ciò? Ed è tollerabile che un simile mostro, un negazionista della peggior specie, trovi asilo in Italia, dopo tutto il sangue innocente che è stato versato per sua mano?
L'Argentina non lo vuole e per una volta tanto la Chiesa, anzi il Vaticano ha opposto un netto no a cerimonie pubbliche in chiesa; in altri tempi, senza papa Francesco, il boia delle SS sarebbe stato portato a spalla in chiesa, con tutti gli onori. Oggi, in Vaticano sembrerebbe che qualcosa stia cambiando, e così il clero al seguito di Papa Bergoglio, con coraggio, ha ribadito il suo no ai funerali del mostro delle Fosse Ardeatine: il diavolo infatti esiste ed ha forma umana, ma soltanto la forma, perché la sostanza è invece diabolica e malata, punto e basta.

A Erich Priebke è stato permesso di vivere in tutta agiatezza per troppi anni, proprio qui in Italia, perché protetto da chi come lui, non è altrimenti spiegabile il motivo per cui ancor oggi c'è chi ne celebra la memoria esaltando e propugnando le pazzie d'un simile mostro nazista.

L'ufficio Affari esteri del governo di Berlino, Martin Schäfer, si è così espresso: “Non spetta al governo tedesco decidere dove e in che modo debba essere sepolto il signor Priebke. E' essenzialmente una decisione che spetta ai parenti. Inoltre il governo tedesco non ha ricevuto alcuna richiesta ufficiale da parte delle autorità italiane per seppellire in Germania Priebke”.

Il Vicariato di Roma ha chiuso al rito pubblico ribadendo la proposta della preghiera in casa: “L'autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio, finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose, dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della Chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta”.

Ricevendo a Palazzo Chigi una delegazione di esponenti della Comunità ebraica e di ex deportati nei campi di sterminio per le celebrazioni per il ricordo del 70° anniversario della deportazione degli ebrei romani, l'attuale presidente del Consiglio Enrico Letta ha affermato che le vicende di questi giorni sono “la dimostrazione che non è finita” e che “dobbiamo essere tutti insieme baluardo al ritorno di sentimenti di odio e morte”. La delegazione ha poi commentato: “Sulla morte di Priebke abbiamo preferito far calare il nostro silenzio non volendo fare del gerarca nazista un martire. La nostra preoccupazione è adesso il testamento lasciato da Priebke ai posteri. Deliri revisionisti e negazionisti che possono urtare la sensibilità di chi, specie nelle nuove generazioni, non ha ancora gli strumenti culturali pienamente affinati per distinguere i veleni dell'odio dalla falsità storica. Ci opporremo con forza e determinazione alla sua diffusione apologetica”.

Semplicemente Erich Priebke non merita una pietà specifica né una aspecifica, essendo esso stato uno dei peggiori boia che l'umanità abbia mai avuto la sventura di conoscere nel corso della Storia. Né è auspicabile una tomba che diventi mèta di pellegrinaggio per i tanti spostati neonazifascisti che purtroppo infestano ancora questo paese.

 

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