Per Erich Priebke nessuna
pietà, specifica o aspecifica
di Giuseppe
Iannozzi
Non è (semplicemente) una questione di buttargli della
terra addosso e morta lì.
Quell'essere… ma quale essere? Diciamo la verità,
senza mezzi termini e ipocrisie di comodo: quel boia pretendeva funerale
cristiano, in Chiesa. E' forse tollerabile ciò? Ed è tollerabile che un simile
mostro, un negazionista della peggior specie, trovi asilo in Italia, dopo tutto
il sangue innocente che è stato versato per sua mano?
L'Argentina non lo vuole e per una volta tanto la Chiesa, anzi il Vaticano ha
opposto un netto no a cerimonie pubbliche in chiesa; in altri tempi, senza papa Francesco, il boia delle SS sarebbe stato portato
a spalla in chiesa, con tutti gli onori. Oggi, in Vaticano sembrerebbe che
qualcosa stia cambiando, e così il
clero al seguito di Papa
Bergoglio, con coraggio, ha ribadito il suo no
ai funerali del mostro
delle Fosse Ardeatine: il diavolo infatti esiste ed ha forma umana, ma
soltanto la forma, perché la sostanza è invece diabolica e malata, punto e
basta.
A Erich Priebke è stato permesso di vivere in tutta
agiatezza per troppi anni, proprio qui in Italia, perché protetto da chi come
lui, non è altrimenti spiegabile il motivo per cui ancor oggi c'è chi ne
celebra la memoria esaltando e propugnando le pazzie d'un
simile mostro nazista.
L'ufficio Affari esteri del governo di
Berlino, Martin Schäfer,
si è così espresso: “Non spetta al governo tedesco decidere dove e in che modo
debba essere sepolto il signor Priebke. E' essenzialmente una decisione che spetta ai parenti. Inoltre il governo tedesco non ha ricevuto alcuna richiesta
ufficiale da parte delle autorità italiane per seppellire in Germania Priebke”.
Il Vicariato di
Roma ha chiuso al rito pubblico ribadendo
la proposta della preghiera in casa: “L'autorità ecclesiastica, considerate
tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il
suo affidamento alla misericordia di Dio, finalità proprie della celebrazione
delle esequie religiose, dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè
nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della
legge della Chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata
decisa una modalità diversa da quella abituale,
riservata e discreta”.
Ricevendo a Palazzo Chigi una delegazione di esponenti
della Comunità ebraica
e di ex deportati nei campi di
sterminio per le celebrazioni per il ricordo del 70° anniversario della deportazione
degli ebrei romani, l'attuale presidente del Consiglio Enrico Letta ha affermato che le
vicende di questi giorni sono “la dimostrazione che non è finita”
e che “dobbiamo essere tutti insieme baluardo al ritorno di sentimenti di odio
e morte”. La
delegazione ha poi commentato: “Sulla morte di Priebke abbiamo
preferito far calare il nostro silenzio non volendo fare del gerarca nazista un
martire. La nostra preoccupazione è adesso il testamento lasciato da Priebke
ai posteri. Deliri revisionisti e negazionisti che possono urtare la
sensibilità di chi, specie nelle nuove generazioni, non ha ancora gli strumenti
culturali pienamente affinati per distinguere i veleni dell'odio dalla falsità
storica. Ci opporremo con forza e determinazione alla sua
diffusione apologetica”.
Semplicemente Erich
Priebke non merita una
pietà specifica né una aspecifica, essendo
esso stato uno dei peggiori boia che l'umanità abbia mai avuto la sventura di
conoscere nel corso della Storia. Né è auspicabile una tomba che diventi mèta
di pellegrinaggio per i tanti spostati neonazifascisti che purtroppo infestano
ancora questo paese.
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