E noi
paghiamo
di Renzo Montagnoli
Credo
che sia giunto il momento per gridare, per urlare alla nostra classe politica
la nostra profonda insoddisfazione e l'altrettanto nostro profondo
sdegno.
Ci sono
notizie, ogni giorno, che sarebbe meglio non leggere,
per non arrabbiarsi, per non sentirsi presi di continuo per i fondelli. Sono
come infiniti rivoli di lordume che vanno ad alimentare un fiume che si ingrossa sempre di più, un fiume che si può benissimo
definire del disonore.
Ci sono
stati in passato tempi in cui la gente viveva in ristrettezze, ma la guerra era
da poco finita e mancava tutto, perché c'era da ricostruire un paese; non
mancava, però, la speranza.
Questa
classe politica ha provocato e sta provocando più
danni di un conflitto mondiale, ma soprattutto sarà in eterno riconosciuta
colpevole di aver tolto la speranza a un popolo, e levare la speranza
nell'avvenire, il sognare un futuro migliore per i nostri figli, equivale a un
vero e proprio genocidio generazionale.
Sul Corriere della Sera é apparso
un articolo di Gian Antonio Stella dal titolo “ I devoti alla dea tangente rubano ogni anno sessanta miliardi al Paese”. Sessanta
miliardi, una somma colossale, il cui conteggio è della Corte dei Conti, e
probabilmente per difetto. Sessanta miliardi che poi diventano di più se si considera che le opere pubbliche viziate da tangenti vengono
realizzate al peggio, e così si spiega di ponti già vecchi e pericolanti dopo
un paio di anni o di asfaltature che si sbriciolano nel giro di un paio di
mesi.
E in cambio c'è gente che cerca
disperatamente lavoro, ci sono pensionati che quasi mendicano per sopravvivere,
e oltre all'aumentata povertà si assiste all'incredibile pratica di tassare
sempre e solo quelli che hanno sempre pagato.
Non è possibile pensare a una incapacità di vedere lo stato delle cose! Questi
politici vedono anche troppo bene i soldi con cui li manteniamo e altrettanto
bravi sono nell'integrarli, più famelici dei lupi, più delinquenti senz'altro
di quelli che sono rinchiusi nelle carceri.
Tutti i politici? No, non tutti,
ma la stragrande maggioranza e mi chiedo come i pochi onesti possano restare
assieme a questi ladri e cialtroni.
Non è finita, perché ai sessanta
miliardi della corruzione, sono da aggiungere non meno di 120 miliardi di
evasione fiscale, un vero e proprio record, con gente che paga un nonnulla di
tasse e ha ville
con piscina, panfili e aerei privati, una vergogna che non può che invocare una
sacrosanta vendetta.
Sempre facendo dei conti, la
malavita organizzata ha giri d'affari dell'ordine di almeno trecento miliardi.
Ora, come sia possibile che in uno stato esista un
antistato è cosa che può accadere solo in Italia, e nonostante le lotte alla
mafia, questa è più forte che mai, segno che al serpente si fa solo il
solletico e non gli si mozza il capo.
Da ultimo, ci sono le spese per
il mantenimento del carrozzone dei politici, di cui, guarda caso, non si
conosce l'esatta entità, ma, se dico quattro-cinque miliardi penso sia un importo del tutto prudenziale, perché
a considerare tutte le prebende dirette e indirette saranno senz'altro assai di
più.
Ora tiro il totale: 485
miliardi! È una somma stratosferica, con cui comodamente si potrebbe incentivare l'economia, adeguare le pensioni a livelli più
dignitosi, ridurre il cuneo fiscale e infine dare un bel taglio ogni anno al
nostro ingente debito pubblico.
Sentiamo spesso dire dai nostri
politici che i soldi non ci sono per ridurre le tasse e per impedire di
metterne altre, ma invece ci sono, e tanti, basta
andarli a prendere, ed è qui che non c'è la minima volontà.
Al riguardo, basti pensare alle
irrisorie condanne per i reati di corruzione e di frode fiscale, oppure al
fatto che non venga avviata una vera e propria guerra
alla mafia.
Da ciò si desume che il problema
non è la crisi economica, bensì la nostra classe politica, che merita solo di
essere presa a calci e rimandata a casa o, meglio
ancora, in caso di reati, a un carcere, ma non d'oro, anzi duro, con tanto di
lavori forzati.
E intanto noi paghiamo e loro
invece scialano e continueranno a farla, finché ci sarà qualche cosa da
spolpare, a meno che le vittime non trovino il
coraggio per rialzare la testa.