Il venditore di Alfa Romeo si
spara
di Ferdinando
Camon
Quotidiani locali del Gruppo
"Espresso-Repubblica" 8 maggio 2014
Scrivo questo articolo angosciato da una città dove uno dei più bravi venditori
d'auto di tutta Italia, rappresentante di una marca prestigiosa, l'Alfa Romeo,
s'è sparato un colpo di pistola in testa. Non è morto, non ancora, io spero che
non muoia mai, ma il suo gesto, qualunque sia la causa, è la spia del disastro
italiano nel campo della produzione e della vendita di auto. Tutti abbiamo
bisogno di auto: il nostro sistema di trasporti ha puntato, fin dal dopoguerra,
sui mezzi privati, quindi non ha incrementato i bus, i tram, i treni, gli
aerei, settori nei quali siamo scarsamente serviti. Compravamo auto a un ritmo
alto. Specialmente auto fabbricate in Italia, Fiat, Alfa, Lancia. Così come
compravamo elettrodomestici costruiti in Italia. Auto ed elettrodomestici fatti
in Italia costavano poco, duravano molto, ed erano efficienti. Ed essendo nati
in loco, avevano in loco un'ottima rete di assistenza. La quota di mercato
interno, occupata dai nostri prodotti, era alta. E occupavamo una buona fetta
anche del mercato europeo. Avevamo i prodotti giusti per i consumatori attenti
al costo del nuovo e al costo del mantenimento: consumatori con pochi soldi,
che compravano a rate, non volevano e non potevano indebitarsi. Piantavamo
filiali delle nostre aziende in Russia, Jugoslavia, Tunisia, Grecia, Argentina,
Brasile… Poi è venuta la crisi. La profonda,
terribile, interminabile crisi. Mentre la crisi veniva, e tutto il mondo
s'impoveriva, c'era da aspettarsi un aumento delle quote proporzionali dei
nostri prodotti risparmiosi rispetto ai prodotti
costosi dei concorrenti. Ma non è andata così. Le nostre aziende crollavano, e
le aziende concorrenti calavano poco e ricrescevano presto. Adesso è in atto
una ripresina per noi, che è una ripresona per la
Germania, il mercato ricomincia a tirare, ma non per le nostre auto e i nostri
elettrodomestici, bensì per i concorrenti. Non siamo in grado di salire sul
treno, neanche sull'ultima carrozza. I modelli Fiat? Sempre e solo Panda e 500.
L'Alfa Romeo? Nel 2013 ha venduto 75mila auto, un terzo o un quarto della sua
media. L'Electrolux? Non si sa più se riapre e riparte. Qui voglio dire una
sola cosa: i lavoratori non c'entrano, sono bravi e impegnati come prima, e
quelli che soffrono di più la crisi, come il rappresentante dell'Alfa Romeo che
s'è sparato, sono fra i più bravi al mondo. Non meritano questo disastro. Lo
subiscono. Altri ne hanno le colpe. E gliele scaricano addosso. I dirigenti non
erano preparati ad affrontare l'arrivo della crisi. Non a gestirla. Non a
uscirne. Non sapevano fare quello che dovevano fare. Vedo che qualche esperto
di economia, settore nel quale confesso la mia ignoranza, si pone lo stesso
problema ma con l'attenzione centrata sui governi: perché Spagna, Portogallo e
Grecia, che stavano peggio di noi, adesso stanno molto meglio? Perché,
rispondono, hanno scelto l'aiuto dell'Europa, chiedendo e ottenendo prestiti,
puntando sulla produzione e l'esportazione, mentre i nostri governi han puntato
sul non-prestito, la restrizione delle spese, l'aumento delle tasse,
moltiplicando la disoccupazione. Sono i nostri dirigenti che perdono il
confronto con i rivali, non i lavoratori. E così per le nostre fabbriche di
auto ed elettrodomestici. Torniamo al rappresentante dell'Alfa Romeo: non ho
conosciuto un venditore d'auto più bravo di lui. Nel cortile della sua filiale
aveva costruito una pista, con rettilinei e zig-zag: chi compra un'Alfa vuol
prima provarla. Quando la compravi, ti faceva firmare un documento, nel quale
dichiaravi che ricevevi la vettura spalmata di cera, quindi protetta dalla
polvere, e coperta da un telo rosso. Aveva una carrozzeria per le riparazioni
dotata di un piano sotto-terra, lo scarico dei motori accesi al piano di sopra
veniva convogliato lì sotto, e da lì all'esterno: per la salute degli operai.
Quale Audi, Bmw, Mercedes, Volkswagen cura così le sue vetture? E perché i
venditori di Audi, Bmw, Mercedes, Volkswagen straguadagnano,
e questo venditore di Alfa Romeo s'è sparato? Perché i lavoratori del mondo
riprendono a respirare, e i nostri soffocano? Colpa dei nostri lavoratori o dei
loro dirigenti e governanti? L'Alfa Romeo aveva fans
dappertutto, anche in Francia, anche in Germania. I francesi dicevano “qu'elle tient bien
la route”, tien bene la
strada. I tedeschi avevan votato il motore della 166
come “miglior motore dell'anno”. Gli elettrodomestici Rex uscivano sui mercati
d'Oltralpe, adesso da Oltralpe ci vengono in casa i prodotti tedeschi. Avevamo
marchi d'eccellenza. Li abbiamo distrutti. Pare quasi che i nostri governanti
abbiano lavorato contro di noi.
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