Considerazioni sul razzismo
di Piero Colonna
Romano
Nel 1854 un aristocratico francese, tale J. A. De Gobineau,
scrisse il "Saggio sulle diseguaglianze umane".
Aristocratico ma poco colto in verità e molto distratto, nulla sapeva di Voltaire,
di Montesquieu, di Rousseau e non si era accorto che,
nel 1789, era avvenuto un evento che avrebbe modificato per sempre la cultura
del mondo. Nessuno gli aveva parlato della Rivoluzione Francese, quella che,
per motto sintetico, aveva "Libertè, Egalitè, Fraternitè".
Ma tale saggio, che ebbe inizialmente rilevanza scientifica, assunse poi
connotazione politica (giustificando nei "forti" il diritto
d'opprimere e sfruttare i "deboli inferiori") e divenne l'alibi con
cui si legittimò ogni sorta di prevaricazione e violenza verso chi fosse di
diverso colore, religione, etnia. Ma, soprattutto, più debole.
La massima espressione di tale interpretazione fu il nazismo.
La scienza moderna ci ha dimostrato che, biologicamente, tutti i componenti la
specie dell'Homo sapiens costituiscono un unico insieme omogeneo. Gli stessi
cromosomi ed in eguale quantità e disposizione nel DNA, sono presenti in
qualsiasi individuo.
E le diversità estetiche dipendono dall'adattamento all'ambiente nel quale si
vive.
Tutti discendiamo da un limitato numero di antenati che, nel tempo, si sono
mescolati fra loro più volte nel corso della storia.
Ed il termine "razza" dovrebbe
essere usato soltanto in zootecnia ed applicato soltanto agli animali
domestici.
Il razzismo, di tali verità scientifiche, non tiene conto anzi propugna la
"superiorità" di una "razza" rispetto ad un'altra giudicata
inferiore.
In America si arrivò a negare persino le caratteristiche "umane" di
alcune "razze". I negri ed i pellerossa non erano "umani"
e, pertanto, non andavano trattati umanamente.
Furono gli ideali del grande Abramo Lincoln che posero fine a tanta bestialità
con la sua "Proclamazione dell'Emancipazione" (1863) e, soprattutto,
con il "XIII emendamento alla costituzione americana" (1865) col
quale si eliminava la schiavitù.
Il XVIII ed il XIX secolo videro, con l'assunzione dei principi del Gobineau, un forte sviluppo delle colonizzazioni che
portarono all'espropriazione ed all'impoverimento di quei territori abitati da
"razze" ritenute inferiori.
L'attuale fenomeno dell'immigrazione, che coinvolge tutto il mondo, è
nient'altro che l'inevitabile nemesi storica di quei comportamenti.
Questo riequilibrio, voluto dalla natura e dallo sviluppo delle tecnologie
della comunicazione, ci impone, piaccia o no, di convivere e gestire questo
esodo biblico.
In nome dell'umanità, dei principi della Rivoluzione Francese, e
dell'ineluttabile.
Gli errori (pensiamo alle crociate ad esempio) prima o poi, si pagano
duramente.
Ma duro è adeguarsi. Dentro molti di noi restano, nel DNA, quei principi
ispiratori del razzismo.
E si arriva ad assistere a paradossali situazioni.
Tempo fa una donna che aveva avuto una lunga convivenza matrimoniale con un
individuo che, lungo il corso di tutto il matrimonio, l'aveva trattata con
violenza verbale e psicologica, arrivando fino allo stupro, giustificava il
consorte affermando che quel “bravo ragazzo” si comportava in quel modo grazie
all'influenza che, su lui (ufficiale superiore presso un'organizzazione militare
internazionale) avevano avuto colleghi
di lavoro. Tra questi, tutti extracomunitari, v'erano negri e persino un turco.
E come poteva quel sant'uomo restare tale ?
La stessa donna affermò, con grande convinzione, che gli stupri praticati da
nostri connazionali, sono nient'altro che imitazioni di quelli compiuti dagli
extracomunitari, responsabili della corruzione della nostra onesta società.
Peccato che le statistiche giudiziarie ci dicano che il 40% degli atti
d'aggressione a sfondo sessuale sono compiuti da immigrati ed il 60% dai nostri
candidi (ma corrotti dagli esempi) fratelli italici.
Naturalmente, per quella donna, la perdita di valori che ci è derivata dalla
società edonistica nella quale viviamo, conta nulla, è una variabile
indipendente.
Acqua fresca per una mente chiusa e priva di visione storica ed
umanitaria.
L'appagamento dei propri bisogni egoistici, a qualsiasi costo, è
primario.
Prima veniamo noi, dopo, molto dopo, vengono i diversi da noi, i negri, gli
zingari, gli ebrei, gli extra comunitari, gli islamici ecc.
Siamo superiori a tutti. Siamo l'eletta razza ariana. Prosit.