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  Editoriali  »  Considerazioni sull'arte, di Piero Colonna Romano 07/06/2014
 

Considerazioni sull'arte

di Piero Colonna Romano

 

La domanda che sempre ricorre, davanti ad un opera d'arte di difficile interpretazione è cosa mai sia l'arte. 
E la risposta che spesso ci si da è:  se mi piace è arte altrimenti non lo è.
Ma l'arte è una forma di comunicazione, come la lingua, i gesti, gli ammiccamenti. Non è necessario che piaccia, deve essere capita. Come la lingua, i gesti, gli ammiccamenti.
E come questi deve suscitare emozioni, non necessariamente positive.


E come la lingua si evolve. Oggi non parliamo la lingua di Giotto né quella di D'Annunzio. Parliamo un'altra lingua contaminata da altre lingue. La tecnologia ha mutato il nostro modo d'esprimerci (pensiamo agli sms). 
I contesti sociali hanno mutato il modo d'intendere la vita e l'arte (pensiamo agli impressionisti che volevano portare al grande pubblico la comprensione dei loro dipinti, in contrapposizione alla pittura accademica d'allora, pensiamo ai futuristi che in un epoca di forte sviluppo dei trasporti -treni, aerei,automobili- avevano fatto della velocità il soggetto delle loro opere).

In pittura il figurativismo (quello che normalmente piace) oltre ad essere stato soppiantato dalla fotografia, entra in crisi nel momento in cui i pittori cominciano a chiedersi se rappresentare la realtà così quale è, serva ad esprimere concetti, a dare emozioni. 
E la scelta che fecero fu rappresentare l'anima, i pensieri, i desideri. L'astrazione appunto.

Nella musica (l'arte più astratta perché nasce da sentimenti astratti - amore, gioia, dolore, generosità, egoismi ecc-) il percorso è lo stesso della pittura e dalla perfezione universale di Mozart si arriva alla dodecafonia, all'avanguardia.

Nella poesia il percorso evolutivo da Dante a Ungaretti dirà pure qualcosa sulla realtà dell'arte!

In definitiva artista è chi vuole comunicare, con mezzi diversi dalla parola, un suo sentimento. 
Il risultato d'un opera d'arte può piacere o no ma ciò che conta è la conoscenza del suo artefice, della sua storia e del periodo storico e sociale nel quale ha operato, se si vuole capire.

Fontana ha stracciato le sue tele intendendo dire che la pittura non poteva limitarsi alla visione bidimensionale. Quei tagli invitano ad andare oltre la tela. Cercandovi emozioni che sono dentro noi dando, quindi, allo spettatore, libertà interpretativa. Per trovarvi la propria arte, i propri sentimenti, forse, la propria anima.

 

 
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