Considerazioni sull'arte
di Piero Colonna
Romano
La domanda che
sempre ricorre, davanti ad un opera d'arte di difficile interpretazione è cosa
mai sia l'arte.
E la risposta che spesso ci si da è: se
mi piace è arte altrimenti non lo è.
Ma l'arte è una forma di comunicazione, come la lingua, i gesti, gli
ammiccamenti. Non è necessario che piaccia, deve essere capita. Come la lingua,
i gesti, gli ammiccamenti.
E come questi deve suscitare emozioni, non necessariamente positive.
E come la lingua si evolve. Oggi non parliamo la lingua di Giotto né quella di
D'Annunzio. Parliamo un'altra lingua contaminata da altre lingue. La tecnologia
ha mutato il nostro modo d'esprimerci (pensiamo agli sms).
I contesti sociali hanno mutato il modo d'intendere la vita e l'arte (pensiamo
agli impressionisti che volevano portare al grande pubblico la comprensione dei
loro dipinti, in contrapposizione alla pittura accademica d'allora, pensiamo ai
futuristi che in un epoca di forte sviluppo dei trasporti -treni,
aerei,automobili- avevano fatto della velocità il soggetto delle loro opere).
In pittura il figurativismo (quello che normalmente piace) oltre ad essere
stato soppiantato dalla fotografia, entra in crisi nel momento in cui i pittori
cominciano a chiedersi se rappresentare la realtà così quale è, serva ad
esprimere concetti, a dare emozioni.
E la scelta che fecero fu rappresentare l'anima, i pensieri, i desideri.
L'astrazione appunto.
Nella musica (l'arte più astratta perché nasce da sentimenti astratti - amore,
gioia, dolore, generosità, egoismi ecc-) il percorso è lo stesso della pittura
e dalla perfezione universale di Mozart si arriva alla dodecafonia,
all'avanguardia.
Nella poesia il percorso evolutivo da Dante a Ungaretti dirà pure qualcosa
sulla realtà dell'arte!
In definitiva artista è chi vuole comunicare, con mezzi diversi dalla parola,
un suo sentimento.
Il risultato d'un opera d'arte può piacere o no ma ciò che conta è la
conoscenza del suo artefice, della sua storia e del periodo storico e sociale
nel quale ha operato, se si vuole capire.
Fontana ha stracciato le sue tele intendendo dire che la pittura non poteva
limitarsi alla visione bidimensionale. Quei tagli invitano ad andare oltre la
tela. Cercandovi emozioni che sono dentro noi dando, quindi, allo spettatore,
libertà interpretativa. Per trovarvi la propria arte, i propri sentimenti,
forse, la propria anima.